NEI GIORNI  scorsi 27 enti autorizzati più il Care, un coordinamento che riunisce 33 associazioni familiari, hanno chiesto a Matteo Renzi un «intervento risolutore» per salvare il modello italiano delle adozioni internazionali. A fronte di qualche fortunata famiglia che ha potuto coronare il proprio sogno, si ha la sensazione che ce ne siano centinaia che da anni attendono decisioni che non arrivano. I soliti pasticci all’italiana… Lettera firmata, Milano

E PENSARE che la retorica ci disegna come il Paese dei bimbi e delle mamme… La realtà – lo abbiamo capito in questi ultimi tempi – è ben diversa, con le adozioni internazionali che sono letteralmente crollate. Eppure ci sarebbe un ufficio preposto esclusivamente alla delicata questione, con tanto di Commissione, il Cai, che però in due anni si è riunita una sola volta, il giorno dell’insediamento. Dopodiché un preoccupante silenzio. Il disimpegno dalla Commissione, secondo i diretti interessati, è solo uno degli indizi dell’indifferenza del governo nei confronti del settore. E c’è dell’altro: le associazioni impegnate nell’ambito delle adozioni internazionali, attendono fondi che spetterebbero loro ormai da due anni. Parliamo, peraltro, di una cifra tutt’altro che secondaria: oltre un milione di euro. Allora, una riforma che non arriva, risorse mancanti, nomine contestate, enti in conflitto. E c’è chi polemicamente pensa che ormai adottare sia uno sfizio solo per chi se lo può permettere…
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