Convivere peggio che uccidere? Le parole del parroco di Cameri don Tarcisio Vicario che non a caso hanno suscitato l’indignazione del suo vescovo, fanno riflettere: se anche i servi di Dio cominciano a non avere più la misura della realtà e il senso di ciò che è giusto e di ciò che no lo è, c’è da preoccuparsi… Speriamo proprio che ci sbagliamo…
Irene, ilgiorno.it

POTREMMO prendere a prestito le parole con le quali «Famiglia cristiana» ha stigmatizzato l’incredibile gaffe in cui è incorso il parroco di Cameri: «Una scemenza incommentabile». La linea di don Tarcisio Vicario è presto raccontata: se convivi o se ti sposi civilmente vivi in uno stato di peccato grave e mortale. E quindi non puoi, ad esempio, «fungere da padrino e madrina» perché «non sei in grazia santificante». Diverso, invece, dice il parroco se uno commette un omicidio o inciampa in una «infedeltà per leggerezza o per abitudine»: in questo caso non c’è alcuna incompatibilità con l’insegnare al figlioccio la corretta via cristiana, a patto che ci sia un pentimento. La delirante affermazione è stata prontamente stigmatizzata dal vescovo di Novara, ma non ha messo freno all’indignazione dei fedeli. Peccato, la Chiesa di Francesco sembra proprio non abitare a Cameri.
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