Chi frequenta abitualmente una palestra sa che si tratta di eccezioni alla regola. Ma il confine tra integratori e sostanze dopanti sta diventando sempre più sfumato. Un fenomeno in preoccupante aumento. E ogni tanto c’è anche chi ci lascia le penne, come è avvenuto nei giorni scorsi a Foggia. Ma è mai possibile che si possa rischiare la vita per gonfiare i muscoli e apparire più prestanti? Antonio V., Milano

INTEGRATORI o dopanti? Ha ragione il lettore, il confine sta diventando sempre più labile quando si entra nel campo dell’illegalità perché la prima definizione sempre più viene usata, anzi “spacciata”, per camuffare la seconda che ha un significato e soprattutto effetti sull’organismo, di tutt’altro segno. Un fenomeno, purtroppo, in crescita, specialmente nel mondo – variegato – delle palestre. La cosa più assurda (e preoccupante) è che gli anabolizzanti vengono dati ai ragazzini all’insaputa dei loro genitori, senza sapere quali sono gli effetti indesiderati. Ragazzi che ambiscono a costruirsi in fretta un fisico appariscente, quarantenni che vogliono mettere su muscoli o andare più forte in bicicletta, buttafuori delle discoteche che si «potenziano» in modo illecito. Chi distribuisce i prodotti adocchia il cliente tipo in palestra: quello che ha fretta, vuole i risultati subito, cerca un corpo perfetto senza fare fatica. E di fronte al miraggio del risultato, ogni scrupolo per la salute scompare. l[email protected]