È appena trascorso anche il marzo più caldo di sempre (dopo 11 di mesi di record analoghi), l’Africa orientale e meridionale è colpita da una delle peggiori siccità di sempre, la quasi totalità della barriera corallina ormai è sbiancata per le acque calde e in Groenlandia ci sono temperature record attorno ai 20 gradi sopra la media. Senza essere catastrofisti è evidente che la situazione è grave: convochiamo un bel vertice europeo? Lettera firmata, Lecco

IN ATTESA del vertice, val la pena di ragionare attorno alla firma apposta nei giorni scorsi in sede Onu da 170 Paesi. L’intesa, sulla carta, è stata salutata in mondovisione come epocale. Abbiamo sentito dire che i Paesi che si sono impegnati a far entrare in vigore l’accordo globale sul clima di Parigi potrebbero raggiungere un risultato storico. Sicuramente c’è del vero. Ma sappiamo che per passare dalle parole ai fatti bisogna fare in fretta perché il tempo è già scaduto. E perché l’opinione comune, al di là dei riflessi appannati dell’Europa, è che l’accordo di Parigi dovrà ancora superare molti ostacoli prima di diventare operativo, e non solo in Europa . I leader politici hanno concordato a Parigi una strategia per cercare di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C rispetto all’era pre-industriale. Questo non è solo un numero, è la differenza tra la sicurezza e la crisi per molte persone e comunità, soprattutto le più vulnerabili, per molte specie e ambienti naturali. [email protected]