TRA LE MIGLIAIA di migranti che sbarcano sulle nostre coste, ci sono centinaia di minorenni per i quali il sistema d’accoglienza non è in grado di garantire i diritti basilari. Ragazzi che spariscono, fughe di massa dagli improvvisati centri d’accoglienza. Cosa aspettiamo ancora ad intervenire in modo concreto? Con la buona stagione le situazioni di emergenza si moltiplicheranno. Già lo sappiamo, e allora perché rimandare interventi e decisioni? Milena Mosca, Pavia

LA CRISI DEI RIFUGIATI e migranti in Europa è una crisi che colpisce drammaticamente i bambini: nel 2015 sono morti 700 minori cercando di attraversare il Mediterraneo. Si va giustamente in piazza, ognuno con le proprie ragioni per decine di rivendicazioni, ma nessuno lo fa per i piccoli che muoiono ogni giorno. Poi quando arrivano a migliaia qui, tutti a domandarsi il perché. Quando li vediamo morire in mare ci si commuove per un giorno, o come in passato si urla “mai più“, salvo poi osservare da spettatori l’ennesima strage. In questo momento possiamo non avere la capacità di porre fine alla disperazione che spinge così tante persone a tentare di attraversare il mare, ma gli Stati devono cooperare nello sforzo di rendere questi pericolosi viaggi più sicuri. Nessuno metterebbe un bambino su una barca se fosse disponibile un’alternativa più sicura.Contare le perdite non è sufficiente. E neppure ergere muri.
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