Caro De Carlo, quel che ha scritto l’altro giorno sulle modalità di voto negli Stati Uniti mi sconcerta. Non capita nemmeno nel Bangladesh. E’ ovvio che chi va a votare debba esibire un documento di identità. Altrimenti come si fa ad essere sicuri che non ci siano sostituzioni di persona e come si fa a scongiurare che una persona voti più di una volta?

Un’altra cosa sconcertante è la contrarietà dei democratici americani a introdurre l’obbligo dell’identificazione. Ma come si fa a sostenere che l’identificazione scoraggerebbe i ceti poveri dall’andare alle urne? Rendano più facile negli Stati da loro governati l’ottenimento della carta di identità. Questa è la soluzione e non rassegnarsi a un voto incontrollato.

In realtà sono convinto che il partito democratico sia quello che ci guadagna di più da una tale assurdità. E quanto ai repubblicani, perché sollevano solo ora il problema e nemmeno in tutti gli Stati, in cui l’identificazione è obbligatoria, ma solo – a quanto mi risulta – in Texas e Pennsylvania.

Il suo articolo è molto interessante. Meritava maggior risalto anche perché nessuno prima di lei ne ha mai parlato.

Con cordialità,

Giorgio Alessandri

 

***   ***   ***

 

Dott. De Carlo,

vorrei fare una precisazione sul Suo commento di oggi nel giornale Il Resto del Carlino…. Non so quali fonti Lei usi, ma ciò che Lei ha scritto non è del tutto corretto. Quello che i repubblicani stanno cercando di fare è, come Lei sa, far perdere OBAMA (e questo sarebbe un male per tutto il mondo… Che qualcuno ci salvi dal sbiaditissimo e pericolosissimo Romney, che è poi un burattino nelle mani di Karl Rove e  dei fratelli Koch). 

 La  questione sul documento di identità: il problema che hanno i democratici è il tipo di documento che verrà richiesto alle urne. Ci sono persone che non hanno la patente o la carta di identità.. Hanno altri tipi di documenti che non verranno accettati alle urne… e ovviamente molte di queste persone, anziani e i poveri appertenenti alle etnie non bianche non potranno votare.  E questo a parere mio è molto grave.

Inoltre i casi di frode elettorale sono  MOLTO bassi neglii Stati Uniti…. quindi un problema creato dai repubblicani. E non Le sembra strano che all’improvviso, i repubblicani siano cosi preoccupati per il documento d’identità.. perchè non lo furono quando Bush era nella Casa Bianca? Perchè non guardiamo in casa nostra, dove lo spoglio delle schede è fatto ancora a mano… e chi  mi dice che stanno contando giusto?!

Distinti saluti,
Monica Marchi Jackson

***   ***   ***

Al sig. Alessandri rispondo che il suo sconcerto è anche il mio. La tesi dei democratici è talmente assurda da non meritare altri commenti. Quanto ai repubblicani, mi pare chiaro che hanno approfittato anche loro del sistema troppo a lungo, prima che i governatori di quasi la metà dei 50 Stati americani decidessero di porre fine a pratiche degne del Terzo Mondo.

Alla signora Marchi Jackson vorrei ricordare che i documenti di identità negli States sono tre: la patente di guida, di gran lunga la più diffusa, il passaporto e la carta di identità. Ci sarebbe anche la tessera del Social Security ma non viene accettata. E a ragione. E’ facile da falsificare.

I casi di frodi elettorali purtroppo non sono molto bassi negli States. Le cito solo l’ultimo: lo scandalo Acorn in diversi Stati americani, risoltosi con più di una dozzina di condanne. L’Acorn era un’agenzia vicina al partito democratico. Nel 2008, l’anno dell’elezione di Obama, fu accusata di avere inserito elettori inesistenti nei registri elettorali.

Lei ha ragione quando dice che in Italia gli scrutinii non appaiono molto più rassicuranti, ma almeno al seggio ti chiedono chi sei e devi mostrare un documento. Come capita quando si sale in aereo o si incassa un assegno. Non le pare?

Infine una parola sulle prossime elezioni presidenziali: Romney sarà sbiadito come lei dice, ma almeno si è reso conto del dissesto della finanza pubblica negli Stati Uniti.

Sotto Obama il debito pubblico è quasi raddoppiato. E così il deficit di bilancio e la disoccupazione. Il debito americano supera il 145 per cento del pil se ci mettiamo dentro anche Fannie Mae e Freddie Mac, che sono agenzie federali. In termini nominali è il doppio del debito dell’intera area dell’euro. Le sembra che Obama meriti di essere rieletto? Attribuire il disastro all’eredità lasciatagli di Bush non basta a coprire i suoi fallimenti.