Gentile signor De Carlo,
La rivista americana Foreign Policy ha proposto una classifica degli uomini più potenti al mondo compilata da Ian Bremmer, presidente di
Eurasia Group, società di consulenze nel settore della ricerca globale del
rischio politico-economico.
Putin è il secondo della lista, seguono Bernanke della Fed, Angela Merkel, Barack Obama, Mario Draghi, Xi Jinping, Khamenei, Christine Lagard e Abdullah Bin Abdulaziz Al Saud.

Mi ha stupito che abbia lasciato deliberatamente il primo posto a… Nessuno perché dice che siamo ” in un mondo a piano terra; tutti sono in attesa che qualcun altro si assuma la responsabilità per le sfide più difficili e pericolose” e nessun paese o gruppo di paesi ha l’influenza politica ed economica per guidare un programma internazionale.

Agli europei ‘Nessuno’ ricorda il nome che Ulisse, chiuso nella caverna di Polifemo con i suoi compagni, dà al ciclope monocolo come fosse
il proprio per beffarne la forza bruta con l’astuzia e riuscire a tornare in
mare.

Simboli e miti antichi che ancora oggi ci suonano familiari per la
condizione di forte limitazione nell’azione da parte di uno strapotere
univocamente legato alla finanza planetaria. Probabilmente il mio riferimento scolastico è fuori luogo, ma cosa pensa di Ian Bremmer e delle sue teorie di un mondo in una pericolosa fase di stallo ?
Cordiali saluti
Luisella Rech

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Sono assolutamente d’accordo su Putin. Ha preso un Paese sull’orlo della bancarotta, anzi già in bancarotta e lo ha trasformato da debitore in creditore.
Oggi la Russia ha un debito pubblico pari all’8 per cento del pil, contro il 105 (ufficiale) degli Stati Uniti e il 125 dell’Italia, tanto per fare due esempi. Ha una crescita consistente. E se tutto questo è accaduto è anche grazie al più innovativo e moderno sistema fiscale d’Europa.
Mi riferisco alla flat tax. Tutti i contribuenti, tolte ovviamente le fasce socialmente più deboli, pagano il 13 per cento dei loro redditi al fisco.

L’idea è di Milton Friedman. Ma è stata la Russia postcomunista e non l’America liberal di Obama ad adottarla. E con successo, come si sa.
Le entrate fiscali sono aumentate e non diminuite. E i russi con più soldi nelle tasche hanno risospinto in alto i consumi e dunque produzione e lavoro.

Putin, autoritario sin che si vuole, rappresenta a mio parere la vera success story del decennio.

Accordo pieno anche sul signor Nessuno alla testa dei governi occidentali. Con una precisazione.
Non è per carenza di senso della responsabilità che Usa e Europa sono nei guai, ma perché sulle due sponde dell’Atlantico sono al potere degli autentici inetti se non addirittura dei presuntuosi imbecilli. Amen!