Egregio signor De Carlo,  

le parole di Monti, riprese da De Gasperi,  " i 
politici pensano alle prossime elezioni e gli statisti alla prossima generazione" 
mi trovano d'accordo: vorrei aprissero le menti dei politicanti, parola da 
intendere come mix di politica e lestofanti di cui è impestato il panorama 
italiano, a cui potrebbe germogliare qualche  benefico dubbio su quello che 
dovrebbero essere e rappresentare.
A Mosca, durante un'intervista, Monti ha 
detto che si sarebbero firmati importanti contratti commerciali, economia reale, 
tutta da capire, nei fatti. Una possibilità resa più concreta dall'entrata 
ufficiale nel WTO della Russia che la Duma ha ratificato.
Non riesco a credere 
che l'emendamento Jackson-Vanik ( di cui si vocifera l'abolizione) e che 
ostacola le normali relazioni commerciali con i paesi in cui ci sono imponenti 
restrizioni delle libertà personali potesse, dopo l'entrata della Cina, essere 
un vero ostacolo.
Putin ha aggiunto al risultato del WTO un ferreo controllo 
interno sui finanziamenti delle ONG che, in Russia,  ricevono finanziamenti 
dall'estero e che la verifica dei bilanci può classificare come veri e propri 
organizzazioni straniere agenti sul territorio.  
Conosciamo le tattiche visibili 
della Cina che in 30 anni di economia di mercato globale è riuscita a 
danneggiarci ampiamente, cosa possiamo aspettarci dall'economia russa che 
conosciamo solo attraverso le vacanze dei suoi oligarchi e del loro seguito 
sulla costiera romagnola? 
Distinti saluti
Luisella Rech
 
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Gentile Signora, trovo paradossale che la Cina, paese totalitario a tutti gli effetti, 
sia stata ammessa nella World Trade Organization ben dodici anni fa, e la Russia, 
la cui semidemocrazia dovrebbe comunque essere da preferire a una dittatura, no.
Ma - lei lo ricorderà – alla fine degli anni Novanta l’Europa aveva governi di sinistra, 
Jospin in Francia, D’Alema in Italia, Schroeder in Germania, Blair in Gran Bretagna. 
E negli States c’era il democratico Bill Clinton.
Ebbene la sinistra europea aveva nei confronti della Russia postcomunista 
il risentimento tipico degli orfani ideologici. Quello Eltsin forzando 
la disintegrazione dell’Unione Sovietica, aveva distrutto l’ultima illusione: 
quella di un comunismo riformabile. La sinistra europea in attesa del successore 
(trovato più tardi nella figura di Putin) non glielo ha mai perdonato.
Ovviamente non è solo questo il motivo della mancata accettazione nella WTO. 
La Russia non aveva ancora le strutture indispensabili a una vera economia di mercato. 
Ma la Cina, che le strutture le aveva, rimaneva pur sempre un regime 
repressivo, illiberale e sleale (basta guardare come ha messo 
fuori dal mercato la nostra piccola e media industria).
La logica, il buon senso e la percezione dei nostri più elementari interessi 
avrebbero dovuto invece consigliare che né l’una né l’altra, 
né la Russia né la Cina, entrassero a far parte di quella organizzazione. 
E’ andata diversamente. E ora come lei scrive ne paghiamo le conseguenze.
Per tornare alla sua domanda ritengo che con la Russia i rapporti commerciali 
si svolgeranno su una base di reciprocità. E non con le mani alzate 
in segno di resa, come accade con la Cina (tuttora) comunista.