Gentile signor De Carlo,
Obama ha recentemente ordinato di consegnare alle
commissioni di controllo dell’intelligence di Camera e Senato americani, il memo
segreto con cui autorizzò i raid letali con i droni per eliminare, ad esempio,
nel 2011 Anwar al Awalaki ” con stupefacente precisione ”
come ha ammesso lo stesso presidente degli Stati Uniti.

” L’idea di tenere la commissione
intelligence all’oscuro di ogni concreta conoscenza delle analisi reali è una
presa in giro del nostro compito di controllo” ha detto Ron Wyden, senatore
democratico dell’Oregon e, in previsione dell’audizione davanti alla commissione
per la conferma della nomina del nuovo direttore della CIA proposto da Obama
John Brennan, il memo è stato consegnato.

John Brennan, il candidato al
difficile ruolo, si è mostrato aperto alle preoccupazioni di chi teme che
l’Agenzia si stia troppo militarizzando, ma ha sottolineato la necessità che
mantenga una capacità paramilitare.

Considero notevole il senso di indipendenza e l’incisività dimostrata del
senatore Wyden dello stesso partito di Obama, impensabile in Italia, e, in fondo
di tutti i partecipanti le Commissioni intelligence, da noi mute come tombe, ma
mi sembra che da tempo ormai la CIA agisca come una falange militarizzata
disponendo di armi modernissime e personale addestrato ad azioni di guerriglia
in condizioni estreme.

L’argomento è sentito dall’opinione pubblica come temibile o auspicabile?
Cosa ne pensa ?
Cordiali saluti,
Luisella Rech

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La stragrande maggioranza degli americani è favorevole all’uso dei droni, che sono – come lei sa – gli aerei telecomandati, cioè senza piloti, impiegati nella caccia ai terroristi di Al Qaeda. E a ragione. Se oggi americani e europei dormono sonni meno agitati che in passato, si deve appunto all’eliminazione crescente di coloro che ci hanno dichiarato la guerra santa nel nome di Allah.

Il problema è un altro. Ed è questo: fra i terroristi o presunti tali eliminati nei quattro anni della presidenza Obama ci sono anche cittadini americani di origine araba, che erano andati in Afghanistan, Pakistan, Yemen ad arruolarsi e addestrarsi nei campi di Al Qaeda, alcuni responsabili di sanguinosi attentati. Averli fatti fuori rispondeva a un’esigenza di sicurezza, ovviamente.

Ma si trattava pur sempre di cittadini americani e dunque titolari delle garanzie di un processo e di una difesa. In qualche caso si trattava solo di sospettati. Erano davvero terroristi? E se non lo erano perché sono stati uccisi?

Come vede il rischio di avere infranto i principi solenni dello Stato di diritto, che sono l’anima della Costituzione americana, è molto forte.

Mi preme sottolineare anche un altro punto: per molto meno il predecessore di Obama, il repubblicano Bush, fu additato all’esecrazione internazionale per gli interrogatori dei detenuti nella prigione di Abu Ghraib.

Il democratico Obama, premio Nobel per la pace, ha autorizzato l’approntamento di una killer list, custodita alla Casa Bianca dal succitato Brennan. E costui, ottenuta dal suo presidente la licenza di uccidere, ha fatto ricorso ai droni per l’eliminazione fisica di circa 500 persone, dieci volte di più di quante ne fossero state eliminate sotto Bush.
Il tutto tenendo all’oscuro il Senato americano, che ha la supervisione delle operazioni cosiddette coperte.

Eppure le reazioni del partito democratico, tolto il senatore Wyden da lei citato, sono state molto morbide. Si tratta dello stesso partito che aveva definito il repubblicano Bush un torturatore.
E analoghe sono state le reazioni della leadership repubblicana, consapevole che le critiche non sarebbero state comprese dall’opinione pubblica.

Una tale differenza di reazioni rispetto a Bush non le pare un capolavoro di ipocrisia?