Dott. De Carlo,
ho letto con interesse il suo articolo su “QN Il Giorno” di oggi: tutto ciò che lei scrive è senz’altro vero – l’insurrezione dei Santee Sioux del 1862 provocò in effetti 757 morti in pochi mesi e portò alla cattura di oltre 300 prigionieri, in massima parte donne – e la rivolta scaturì dalle promesse non mantenute del governo, che aveva espropriato le terre degli Indiani promettendo un vitalizio che quell’anno venne pagato in ritardo, quando Piccolo Corvo, Shakopee, Mankato e Inkpaduta vevano già impugnato le armi.

Tuttavia, essendo scrittore sull’argomento da moltissimi anni, con 14 libri pubblicati solo sul West, ritengo che la ‘punizione’ inflitta ai leaders della rivolta sia stata abbastnza equilibrata. Gli orrori compiuti dai guerrieri pellirosse nei vari villaggi, a danno dei coloni soprattutto tedeschi e scandinavi, sono descritti in numerosi libri e sono tali da far accapponare la pelle. Per esempio, le donne dai 10 anni in su, furono tutte stuprate dai Sioux, ma questo non voleva essere una vendetta contro i Bianchi: era semplicemente un costume millenario di quasi tutte le tribù indiane. Prima che giungessero sul continente le donne europee, violentavano le squaw catturate ad altre tribù.

Poi ci sarebbe un’altra considerazione da aggiungere: quelle terre che i Santee occupavano nel 1862, essi le avevano sottratte ad altri popoli algonchini, scacciandoli con la forza.
Tutta la storia degli Indiani nordamericani è un continuo susseguirsi di guerre intertribali, di popoli che combattevano altri popoli per impossessarsi dei loro territori: è comprensibile, dal momento che quesi tutti vivevano essenzialmente della caccia e quando una regione si impoveriva, emigravano verso altre aree, venendo a conflitto con chi le abitava.

Gli stessi Sioux venivano dalla North Carolina e invasero l’immensa zona che si estende dal Minnesota al Montana, scacciandovi le altre tribù. Per impossessarsi nel 1800 delle Black Hills, che oggi rivendicano con tanto accanimento, massacrarono i Crow, i Kiowa, gli Arikara, gli Assiniboine e persino i Cheyenne, che in seguito sarebbero diventati i loro migliori alleati.
In seguito se la presero anche con i Testa Piatta, i Nez Percè, i Pawnee, i piedi Neri e gli Shoshone.

Avendo studiato a fondo l’intera storia delle guerre indiane dal 1607 al 1891, si può solo rimanere stupiti di una cosa: i conflitti fra tribù nemiche causarono agli Indiani almeno 4 volte le vittime inflitte loro dai Bianchi.

Posso affermare ciò senza tema di essere smentito, perchè ho elaborato i dati relativi a tutte le battaglie e scaramucce avvenute fra Americani e Pellirosse dal 1775 al 1891. Le perdite indiane, secondo i dati governativi, furono al massimo 6.000 in questo periodo di 116 anni.
Tuttavia, accettando i resosonti forniti dagli stessi testimoni indiani, questa cifra va ridotta a non più di 1.600!

Pochi sanno inoltre, che prima della battaglia di Little Big Horn (265 morti per l’esercito e probabilmente 250 fra gli indiani Sioux e Cheyenne) la più sanguinosa fu quella combattuta fra Piedi Neri e Shoshone nel 1826, che causò circa 300 morti…

Per non parlare dei 1.000 Crow e dei 1.500 Pawnee che i Sioux uccisero in pochi anni oppure, andando più indietro nel tempo, degli Uroni sterminati dagli Irochesi che parlavano la loro stessa lingua.

Ma di questo argomento, che indurrebbe a rivedere la “tesi del genocidio”, non si parla quasi mai.
A disposizione per qualunque chiarimento. Le allego anche il mio curriculum.
Cordiali saluti.
Domenico Rizzi

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Dott. De Carlo,
sono disponibile, qualora ne avesse bisogno, a fornirle qualche consulenza su articoli riguardanti gli Indiani d’America e il West. Al riguardo le segnalo i miei prossimi due libri in uscita fra gennaio e marzo: “Frontiere del West”, Editore Fabrizio Filios Piacenza e “Il selvaggio West”, Chillemi Editore Roma, che rappresentano rispettivamente le mie 19^ e 20^ pubblicazione. Il primo comprende una serie di “cronache” sul West, incluse le biografie di Geronimo, Kit Carson e Buffalo Bill, con molti ragguagli sul cinema western; il secondo è una “summa” dell’intera storia del West, dalle prime esplorazioni americane agli ultimi fuorilegge, passando per l’epopea dei pionieri, le varie corse all’oro e le guerre contro gli Indiani.
Le auguro un Felice Anno Nuovo.
Domenico Rizzi
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Grazie per le precisazioni. Pubblico anche la segnalazione relativa alla pubblicazione dei suoi prossimi libri, ben sapendo quanto forte sia in Italia l’interesse per la conquista del west e l’odissea delle nazioni indiane.