Caro De Carlo, so che lei sta negli States. Beato lei!
Ma per noi che stiamo qui in Italia è una tragedia. Non ce la facciamo. Le cose vanno sempre peggio.
Il salvatore della patria, quel Monti sul quale ci eravamo fatti tante illusioni, si è rivelato un incompetente. E’ stato bravo solo ad aumentare le tasse. Ma le spese? Appena toccate. E invece era sulle spese, sugli sprechi, oltre che sulle evasioni fiscali che bisognava concentrare l’azione di governo.
Sono profondamente sfiduciato. Non vedo alcuna luce in fondo al tunnel, come si ostina a dire Monti.
Né vedo prospettive politiche che ci salvino da altri disastri. Se l’immagina lei l’economia affidata a Bersani e a Vendola? Il primo ha la statura di un droghiere, con molto rispetto per i droghieri. Il secondo, quando parla, mi pare un dissociato mentale.
E il Berlusca? Che pena. E i cosiddetti centristi? Una barzelletta. E Grillo? Beh, almeno Grillo è un comico. Fa ridere. Ma non lo vedo a un vertice internazionale testa a testa con la Merkel.
Mi dica che sono un pessimista inguaribile e che le cose nell’anno a venire andranno meglio. Per favore.
Con stima,
Amedeo Cacciatori

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No. Non glielo posso dire. Non le posso dire che le cose nell’anno a venire andranno meglio, quando sono il primo ad essere convinto che andranno peggio.
Questa è la peggiore crisi dalla fine della seconda guerra mondiale.
Con una differenza: allora nella seconda metà degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta gli italiani potevano contare su statisti di prim’ordine, su De Gasperi, La Malfa, Malagodi. E anche l’opposizione comunista, per quanto asservita a Mosca, era comunque guidata da personaggi di grande spessore.

Oggi sono in campo i nani, i giullari, gli incompetenti.
Quanto a Monti, anch’io mi ero fatto illusioni. Si è distinto solo negli aumenti di tasse. E se lo spread è calato, non è merito suo. E’ merito di Draghi, davvero un gigante.
Monti non sarà certo ricordato come il salvatore della patria, secondo la sua definizione. In un anno a Palazzo Chigi, mi sembra sia riuscito a salvare solo le sue ambizioni. Prima fra tutte: prendere il posto di Napolitano al Quirinale.
Così forse si spiega la sua acquiescenza nei confronti delle sinistre che nel prossimo parlamento – a meno di imprevedibili circostanze – saranno in maggioranza e dunque determinanti quando si voterà per la presidenza della Repubblica.

Una parola infine sugli States. Certo sono lieto di essere da questa e non dall’altra parte dell’Atlantico.
Ma anche qui sembra regnare l’irresponsabilità. Obama sembra non avere imparato nulla dal suo primo mandato. Intende continuare con la fallimentare strategia keynesiana degli stimoli, che nei quattro anni passati sono costati moltissimo e non hanno affatto ridotto la disoccupazione. E i costi si misurano nell’abissale debito pubblico: ha superato i 16 trilioni di dollari, 16 mila miliardi di dollari, che in termini nominali sono il doppio del debito pubblico dell’intera area dell’euro.
In questa situazione la Fed continua a stampare dollari al ritmo di 90 miliardi al mese. Prima o poi l’inflazione esploderà e allora l’Europa potrebbe apparire come un’isola felice.
Tutto è relativo, sullo sfondo di una Cina che ci sta progressivamente strangolando. Ma chi ne parla?