Dott. De Carlo, sempre interessante le sue analisi sul Resto del Carlino, in Usa si troverà un accordo last minute?
In Italia invece la lista Monti sembra fatta per un accordo con Bersani dopo le elezioni.
Chissà se il cav. recupererà abbastanza?
Tommaso Mestria

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Mancano poche ore qui negli States prima di finire nel precipizio fiscale. Penso che un miniaccordo sia raggiungibile, così da evitare i massicci aumenti di tasse per tutti i contribuenti americani. Ma anche in un caso del genere il dissesto finanziario della superpotenza non ne ricaverebbe alcun giovamento.

Il collasso finanziario del 2008 e l’inettitudine del presidente Obama lo hanno anzi aggravato. E – come lei sa – i guai dell’America hanno un impatto condizionante anche sull’Europa che fatica a tenere il naso fuori dall’acqua.
Gli aumenti automatici delle imposte e i tagli altrettanti automatici alla spesa pubblica, come dettato da una legge del Congresso nel caso in cui il governo non riesca a varare un bilancio, sarebbero veleno per il mercato interno e per l’intero occidente.
D’altra parte oggi gli Stati Uniti hanno un debito pubblico che è quasi il doppio di quattro anni fa e che in termini nominali è il doppio di quello dell’intera area dell’euro.
E la Federal Reserve, cioè la banca centrale, stampa dollari a rotta di collo: 90 miliardi al mese, quasi 3 trilioni in quattro anni. A trarne vantaggio sono le banche e Wall Street, ma non l’economia reale. Tanto è vero che il tasso di disoccupazione rimane attorno all’8 per cento.

La politica della Fed rappresenta una bomba a tempo. Stampare denaro può essere utile, anzi necessario per un certo tempo e entro certi limiti. Se anche la Bce l’avesse fatto, gli europei si sarebbero risparmiati un po’ di lacrime e sangue. E la Grecia non sarebbe arrivata al default tecnico.
Ma alluvionare il mercato di carta moneta a tempo indeterminato è una specie di suicidio programmato.

Quanto all’Italia, no. Il cavaliere non recupererà abbastanza. A mio parere avrebbe reso un servizio storico al Paese ritirandosi e indicando un giovane sindaco del nord come candidato del centrodestra. Un volto nuovo, giovane, sperimentato nell’amministrazione della cosa pubblica.

Infine una parola sullo scenario politico prossimo venturo nel 2013: Monti tornerà alla guida del governo in coalizione con il PD. E poi a giugno andrà al Quirinale con i voti della sinistra, che non a caso ha corteggiato durante tutto il suo anno a Palazzo Chigi.
Almeno questa è la mia previsione.
Dunque, caro Mestria, si attenda altre mazzate fiscali e forse anche una patrimoniale. I tagli alle spese saranno pressochè inesistenti. Il Pd e la Cgil sono contrari. La recessione continuerà. Forse ha ragione la Merkel. Il peggio deve ancora venire. (Ma la Merkel farebbe anche bene a battersi il petto).