Una statua...di nome Balotelli

Caro #bambino che ami il calcio e insegui i tuoi sogni ogni giorno, in cortile, all’oratorio, o nei campetti ai bordi di periferia…questa lettera è per te.
So che i tuoi occhi, qualunque sia la tua squadra del cuore, sono terribilmente attratti da Mario #Balotelli. Da come si veste, come si comporta, cosa dice, come gioca e segna.

E’ normale. E’ così un po’ anche per i giornalisti, specialmente quelli che preferiscono raccontare il contorno, spesso inutile e poco educativo, del calcio, anziché la partita, i gol, le azioni, le tecniche.

Mario Balotelli è un bravo ragazzo.
E’, anche, un bravo giocatore. Molto meno, però, di quello che lui pensa.

Già, devi sapere che Mario è, chiaramente, un ragazzo un po’ “montato”. Cosa vuol dire? Che si crede di essere molto più, di quello che in realtà è. Purtroppo, in questo, lo hanno aiutato tanto anche i giornalisti, che gli continuano a dedicare titoli, pagine, foto, copertine. Troppi: una vera indigestione!
Eppure, ci sono tanti campioni, schiere di attaccanti, più forti di lui, che fanno più gol, sono più decisivi, vincono più trofei!

Non sto a raccontarti la sua storia, la sua vita, lo saprai che è stato adottato da una bella famiglia bresciana, è cresciuto in Italia e adesso è italiano, anche se ha la pelle nera.
Ti chiedo solo, per piacere, di non prenderlo come esempio.

Non è un buon esempio, un ragazzo che, fuori dal campo, cerca di apparire in tutti i modi, con creste e look sempre più strani. Che crea collezioni di abbigliamento con il suo marchio, solo per fare soldi. Che si fa costruire in casa una statua con la sua immagine. Che gira in Ferrari, lasciandola spesso in divieto di sosta, come fosse il padrone del mondo. E mi fermo qui, non sto a ricordarti tutte le “marachelle”, più o meno grosse, che ha combinato negli ultimi anni.

Come non è un buon esempio, in campo, un giocatore che getta la maglia della sua squadra (non farlo mai, con nessuna maglia!), provoca sempre gli avversari, li irride se sta vincendo, li aggredisce (o minaccia di farlo) se subisce un fallo. Un atteggiamento, la provocazione, che ha anche nei confronti dei tifosi. E che gli fa “guadagnare”, poi, urla e insulti. Per me, te lo dico, non è razzismo: è cercare di toccarlo sul vivo, sul suo punto debole.
Errori: sia il suo che di chi reagisce in quel modo.

Purtroppo, tutto questo, deriva anche dal fatto che, in fondo, ha un carattere fragile. I muscoli che vedi non sono tutto. E poi, attorno, ha troppa gente che lo consiglia male, che cerca di approfittare di lui: dovrebbe imparare a starne alla larga, a dribblarli veloce.

Io ti invito ad andare allo stadio a guardarlo. Se ci vai, fagli tanti applausi per le sue giocate, se lo meritano. Una splendida punizione, un magnifico colpo di tacco. Perchè no, anche se le ha fatte contro la tua squadra: sarebbe un grande segno di sportività, di civiltà.

Ma se Mario fa lo sbruffone, irride gli avversari o i tifosi dell’altra squadra, non fischiarlo, non fargli quel terribile buuu che troppo spesso sentiamo…urlagli solo, con tutta la forza che hai in gola, “Mario, perchè lo fai? Il calcio è #rispetto, ricordatelo: devi darlo, per ottenerlo!”.
Non so se sentirà, non so se capirà, ma provaci, proviamoci! Magari un giorno…sarà il coro di un intero stadio, lui si fermerà – come una statua, proprio come dopo quel meraviglioso gol alla Germania – stupìto, chissà pronto per cambiare.  Per diventare, dopo essere stato ragazzo e “super uomo”, semplicemente un uomo. Vero.

Adesso ti saluto, con una raccomandazione: in campo, quando giochi, sii te stesso, divertiti e non cercare di copiare nessuno.
Se avrai rispetto per te stesso, per le regole, per i tuoi compagni e per gli avversari, per il pubblico, avrai sempre vinto la tua partita.

Ciao, Alessandro

[email protected] – www.twitter.com/pedateepalloni
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