Finalmente una scelta che ha messo d’accordo diversi esponenti politici. E’ il dissenso sullo spot per il pagamento del canone Rai con un testimonial d’eccezione: Papa Wojtyla. Il quale, essendo nel mondo dei più, non si può ribellare. Però forse ci possiamo ribellare noi. In quale maniera, non lo so. Tornando ai politici che la pensano allo stesso modo, il parlamentare Donato Mosella di Alleanza per l’Italia si domanda quanto sia costato lo spot e < se è vero quanto riportato da organi di informazione che tale spot sia stato realizzato da un’agenzia esterna, ci chiediamo chi abbia autorizzato tale iniziativa e quali siano stati i costi sostenuti dal servizio pubblico> <Non solo – prosegue l’esponente di Fli – è di dubbio gusto usare le immagini di un Papa beato, probabilmente prossimo alla santità e amato come è Giovanni Paolo II per sponsorizzare il pagamento del canone, ma in un momento di grande crisi economica che colpisce pesantemente anche le casse della televisione di Stato, ci si aspetterebbe un uso maggiore delle risorse interne all’azienda>.

Fa eco il senatore del gruppo ”Coesione Nazionale” ed ex presidente della commissione di Vigilanza Rai, Riccardo Villari: < La commissione di Vigilanza Rai batta un colpo sull’utilizzo dell’immagine del beato Giovanni Paolo II per lo spot che invita a pagare il canone>. E ancora, lo spot < è una vera e propria strumentalizzazione>, dice Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dell’Italia dei Valori, secondo il quale usare le immagini <di un Papa amato come Giovanni Paolo II, beato e per giunta in odore di santità rappresenta un’idea fuori luogo e contestabile per spingere gli italiani a pagare una tassa da essi detestata, un orpello che ricade su di loro per finanziare quello che più che un servizio pubblico è un poltronificio nelle mani della politica>. Non tutti la pensano così anzi c’è chi difende la bella pensata, come Giorgio Lainati, deputato del Pdl e vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai. <Appare francamente sorprendente la polemica sollevata, da alcuni esponenti politici, sulla presenza dell’immagine del Beato Giovanni Paolo II nello spot della Rai relativo al pagamento del canone _dice- Come si fa a non ricordare che l’azienda di viale Mazzini, nei quasi 27 anni di pontificato di Papa Wojtyla, ha svolto un ruolo centrale e fondamentale per diffondere in Italia e nel mondo il messaggio di uno dei più grandi pontefici della storia>.

Personalmente, lascerei i mercanti fuori dal Tempio. E complimenti alla Rai per l’autogoal, proprio in un momento in cui da Torino prende il via una campagna <contro il canone Rai e per l’assegnazione attraverso bando delle frequenze del servizio pubblico>.

<Non esiste un grande Paese privo di un servizio pubblico. L’unica soluzione in grado di salvare capra e cavoli, cioè Stato e mercato, consiste nel mettere il canone all’asta> dichiara il deputato del Pdl Mario Landolfi, membro della Commissione di Vigilanza Rai. Mi piacerebbe un po’ di maggiore chiarezza su come dovrebbe essere un’asta simile, ma l’idea è un passo avanti. Perchè quando vedo uno spot che mi dice <Il canone è una tassa come tutte le altre> mi verrebbe voglia di prendere l’apparecchio tv e tirarlo..,.. lasciamo perdere. Cosa vuol dire una tassa come tutte le altre? Non basta quel che va al fisco al momento dell’acquisto dell’apparecchio? Sarebbe come dire: compro un paio di occhiali da sole, un paio di scarpe, o di calze, e ogni tot devo pagarci una tassa sopra. Ma scherziamo? Io resto della vecchia idea di mettere la Rai a pagamento, proprio come Sky e simili. Così avremmo veramente il polso del mercato dell’etere.