LA GENIALITÀ burocratica e amministrativa del nostro belpaese ha generato anche la Società della salute. Ente pubblico (mix effervescente tra Comune e Azienda sanitaria locale) nato col compito di gestire i servizi sociali e assistenziali; mettere insieme competenze in campi affini appunto con l’obiettivo di migliorare i servizi alle persone. In questo caso i più deboli anelli della società: persone da ascoltare e da aiutare sul fronte economico e sanitario.
Quali siano i benefici apportati dalla Società della salute a Firenze, in questi anni, sfuggono. Anche perché le lamentele, documenti alla mano, si moltiplicano. Esempi a iosa. Ci siamo occupati da tempo del problema dell’accesso e delle rette delle residenze sanitarie assistite con le proteste dei familiari di chi aspetta un posto o di chi non riesce a pagare le rette. Ultimamente è venuto fuori anche il problema del contributo badanti, tagliato dopo visite superficiali a malati che sfortunatamente non hanno cambiato molto la loro sofferente modalità di vita. Normelia, 84 anni, morbo di Parkinson, prima prendeva 600 euro di contributo, adesso le vogliono dare 120 euro. Lo ha deciso la Società della salute. Ma di chi?