DOV’È FINITA la forza delle idee che specialmente l’innata spinta dei giovani dovrebbe conservare fin tanto che si entra in quel mondo adulto inquinato dai compromessi? Dov’è finita l’originalità del pensiero, la voglia di confrontarsi e non scontrarsi, di farsi valere per quello che siamo e non per quello che imitiamo?
Sono riflessioni interrogative che spuntano a margine del blocco ferroviario di sabato alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze dove è andato in scena un copione già visto e rivisto. Stantio. Dai ragazzi, che possono avere anche tutte le ragioni del mondo per manifestare, ci aspettiamo di più. Proprio perché abbiamo fiducia in loro, nel loro vigore non solo nelle gambe, ma anche nella testa. E allora perché non trovare nient’altro da fare che scimmiottare altre proteste e copiare quello già visto fare in altre situazioni di protesta?
Non è bloccando i treni che si dà più forza alla contestazione, non è mettendo in difficoltà chi su quei treni doveva salire che si può avere più voce per gridare quanto la politica della scuola non ci piaccia.
Alcune scuole occupate di questi giorni hanno scritto le solite pagine (danni e caos), altre hanno dato segnali di vitalità e voglia di condividere con l’altro mondo (quello degli adulti) i problemi dell’istruzione e della società. Ieri, molti studenti si sono dissociati dal blocco della stazione e hanno scelto altre strade per concludere il corteo. Ripartiamo da ciò. Per il bene dei ragazzi (occupanti e non).