VERSIONE INTEGRALE DELL’ARTICOLO USCITO IL 9 LUGLIO 2012 SU QN (Carlino, Nazione e Giorno).

I blog sembravano i ‘panda’ del web da salvare, uccisi dai social network. E, invece, sorpresa: Davide, in certi casi, riesce a battere Golia. Simbolo di questa rivincita sono i blog letterari che, sull’esempio di Nazione Indiana, il primo e il più seguito, nato nel 2003, hanno iniziato a crescere senza sosta. Tanto da diventare i protagonisti di  K.Lit, il primo festival europeo dei blog letterari, ideato da un gruppo di trentenni, che si è tenuto a Thiene (Vicenza) il 7 e l’8 luglio. Qui, in un castello del ‘400 dove sono state abbattute alcune barriere per i portatori di handicap, e in tutta la città, hanno ‘sfilato’ i più grandi blogger letterari. Madrina dell’evento: Antonella Ferrari, attrice disabile (l’ultimo film con Pupi Avati) e autrice del libro ‘Più forte del destino’ (Mondadori).

Morgan Palmas, ideatore di K.Lit, agente letterario e creatore di ‘Sul Romanzo’, blog collettivo tra i più autorevoli della Rete, raggruppa parecchi di questi critici tecnologici e ne conosce le varie anime: ‘In maggioranza uomini, nonostante le donne leggano di più, di età tra i trenta e i 40 anni. C’è chi stronca qualunque scrittore, a prescindere. Chi, spontaneamente, si sente di consigliare un libro perché gli è piaciuto, e chi, invece, più disonesto, strizza l’occhio alle grosse case editrici, perché, chissà mai, che non riesca a pubblicare il suo manoscritto relegato nel cassetto’. Qualunque sia lo scopo, il fenomeno va alla grande. ‘Il successo – continua Palmas- deriva dal fatto che per parlare di letteratura ci vuole spazio. E riflessione. Sui social network, invece, si urla e si tifa’.

Sulla stessa lunghezza d’onda Massimo Maugeri, di Letteratitudine: ‘E’ la riscossa della blogosfera. Ora basta sfruttare le potenzialità dei social network ed è fatta’. Per Giacomo Sartori, agronomo e scrittore, redattore di Nazione Indiana, il punto di riferimento del settore con 50mila visitatori unici al mese, l’aspetto più piacevole di scrivere online è la libertà: ‘Siamo un gruppo eterogeneo di docenti, poeti, persone con formazione scientifica, narratori e critici, senza ordine gerarchico. Ognuno pubblica ciò che vuole, senza una linea editoriale, completamente a titolo volontario. Unico coordinamento: una mailing list. Il nostro onore è non dipendere da nessuno: per questo i cosiddetti lettori forti ci seguono’. Tanti fan, ma anche qualche detrattore in Rete che accusa Nazione Indiana di essere un po’ troppo radical chic. Sartori si schermisce: ‘Abbiamo anche aperto il blog ai commenti, più democratici di così?’. Ed è questo il bello: la democrazia della Rete. ‘Che permette – dice Patrizia Finucci Gallo, scrittrice ed esperta di moda – di creare qualcosa di nuovo’. Il suo blog Pfgstyle ha ‘sfilato’, infatti, a Thiene proprio per la sua peculiarità: è il primo in Europa a unire letteratura e moda, mischiando libri e abiti, in un esperimento culturalmente all’avanguardia.

E se si parla d’avanguardia non si può non parlare con Gian Paolo Serino, ideatore e direttore di Satisfiction, la prima rivista letteraria che rimborsa i libri consigliati: ‘K.Lit è il futuro. I festival letterari sono ormai diventati il simbolo della mcdonaldizzazione culturale. Il festival dei blog letterari, invece, può ricostituire un luogo dove i lettori dialogano sul serio. Perché – continua – il valore aggiunto non è tanto la qualità, ma la spontaneità che ormai manca alle recensioni tradizionali. I lettori hanno bisogno di passione e di un linguaggio rock’. Non a caso Serino aveva fatto il colpaccio assoldando Vasco Rossi come editore di Satisfiction, salvo poi ‘licenziarlo’. ‘E’ stata una bella avventura, ma poi non condividevamo più la linea comunicativa così ci siamo’divisi’, anche se spero sempre di organizzare con Vasco un festival letterario…’.

E se Serino va fiero della sua scelta coraggiosa, salvo ammettere la fatica di sopravvivere senza un editore di peso, Barbara Baraldi, blogger e scrittrice per Mondadori, è fiera di essere una della poche che riesce a pagarsi il mutuo scrivendo. Residente a San Felice Sul Panaro, uno dei paesi sconquassati dal sisma, è stata una delle relatrici della colazione letteraria che si è tenuta a Thiene: ‘Vivo in tenda da due settimane, ma non ho smesso di scrivere. Lo faccio per me e per far forza a tutti i terremotati della mia terra’. E sulla sua escalation alle grandi case editrici, ammette: ‘La scrittura vuole il sangue, ma se hai talento prima o poi emerge. E scrivere un blog letterario può aiutare per farsi conoscere’.

‘Senza contare l’utilità – sottolinea la traduttrice Sara Crimi, in prima fila a K.Lit – nel mio lavoro. A volte, grazie questi blogger, il mio lavoro di traduzione è più completo’.

Gaia Conventi, ferrarese, blogger di Giramenti che – dice – di libri non potrebbe vivere, a meno che non iniziasse a mangiarli, ammette: ‘Ho aperto un blog letterario perché era ciò su cui mi sentivo ferrata. Poi, grazie alla mia creatura, sono finita nella lista nera di tanti editori che non mi sopportano per la mia abitudine a stroncare libri. Ma se sono consapevole, vista la mia reputazione, che nessuno dei colossi dell’editoria pubblicherà i miei gialli e noir, sono anche conscia di averci messo la faccia e aver detto la verità ai miei lettori‘.

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