AVERE un governo per amico è una bella fortuna. Un amico vero dà consigli, indica la strada, spiega come cavarsela nei momenti difficili. E così ha fatto il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti nell’affrontare ieri il nodo dello smog che sta mettendo in ginocchio la pianura padana con la Lombardia in sala di rianimazione. Consigli tanti, leggi e provvedimenti strutturali inseriti in una strategia a lungo termine per ora pochi.
Ai sindaci sono arrivate molte indicazioni. Le applicheranno? Un protocollo fatto di consigli è degno di definirsi tale? Dato che per ora i primi cittadini non sono obbligati a rendere operativo il pacchetto di norme il rischio è che si proceda in ordine sparso. Con risultati scarsi. Io vieto e l’altro no. Fino all’incrocio tal dei tali si dovranno fare i 30 all’ora, da lì in poi, oltre il confine comunale, torna il limite dei 50 solo perché nella zona non c’è una centralina che misura le polveri sottili. E chi controlla se ognuno di noi a casa propria abbassa davvero di un paio di gradi il riscaldamento?

IL MINISTRO Gianluca Galletti, professionista capace che sa stare in prima linea, non è potuto andare oltre e non gli si può attribuire la colpa di passi per ora ancora troppo incerti.
Vero che è stata stipulata una grande allenza antismog, ma resta la percezione che manchino regole certe e univoche. I consigli che i sindaci «devono» o «possono» applicare da soli non bastano.
Il volontariato funziona nella pubblica assistenza, ma rischia di fallire in terreni insidiosi come la lotta allo smog per la quale è comunque difficile individuare una ricetta sicura. Un primo passo, si dirà. Bene. Ma intanto l’aria ostile che grava su Milano, Reggio Emilia, Modena e dintorni non fa sconti e avanza di corsa. E in Lombardia le cose peggiorano. Ragionare sull’emergenza non è mai comodo. È mai venuto in mente a qualcuno, dai sindaci ai parlamentari, che in assenza prolungata di pioggia e vento poteva succedere ciò che sta accadendo ora? Pare di no.
Ecco il punto. Per applicare una strategia a lungo temine bisogna elaborarla per tempo, studiarla, farne un abito su misura.
Le rottamazioni di auto e caldaie, per esempio, hanno bisogno di incentivi e di una promozione sviluppata
nel tempo. E così gli altri provvedimenti stutturali
da regolare con leggi e norme comuni. Intanto facciamo
la danza della pioggia.

Beppe Boni