Nell’anno mitico e carico di aspettative dell’Expo milanese le figuracce sono assicurate più a Sud,a Pompei. Giri l’occhio e subito arriva il pasticcio con beffa di turno. L’ultimo alcuni giorni fa dimostra che la gestione di uno dei siti archeologici più prestigiosi del mondo andrebbe davvero rottamata, rifatta, ristudiata. Giù tutti, dentro un’altra squadra.

L’ultima figuraccia ha coinvolto anche il ministro dei beni culturali Enrico Franceschini,  che col suo sguardo sempre corrucciato  con cornice di barba ha inaugurato alcuni giorni fa la palestra grande. Bella, bellissima, un incoraggiamento al turismo estivo che quest’anno ci premia. Flop. La palestra inaugurata viene subito richiusa e resa accessibile solo durante l’apertura dei musei di sabato mentre l’apertura diurna viene rimandata a settembre. Il ministro lo apprende, s’incazza alla ferrarese e rimedia: la palestra sarà aperta tutti i giorni da subito. La gaffe con immediato recupero segue la vicenda dei cancelli chiusi a sorpresa il 24 luglio a causa di una assemblea sindacale, con 2mila turisti rimasti in fila sotto il sole perchè nessuno li ha avvisati. Danni economici e di immagine incalcolabili. E se scorriamo all’indietro il nastro  troviamo altre demenziali chiusure festive e scioperi scellerati. Ma chi comanda a Pompei? Ci saranno vertici con nome e cognome? Vogliamo presentare il conto a chi ha sbagliato per evidente incompetenza e inadeguatezza al ruolo? Avere una risposta positiva sarà come sempre difficile. Se tardo un giorno a pagare una multa scatta la sanzione. Se a Pompei i sabotatori di turno fanno quello che fanno e chi gestisce il sito archeologico dorme nessuno paga mai. E invece bisognerebbe chiedere i danni.