Il fascino del soldato high tech che prende parte alle missioni di pace e che è sempre pià dotato di conoscenze tecnologiche appassiona i giovani. Le richieste di ingresso in servizio sono in aumento, sia nelle accademie che negli altri sistemi di accesso. E il termometro di questo rinnovato interesse per la divisa con prospettive di impiego nelle operazioni sparse nel mondo passa ancghe attraverso i social. Il sito web dell’esercito infatti ha superato i questi giorni i 300 mila <mi piace>, ciò significa che nell’ era del web 2.0 sono in costante aumento le persone, soprattutto giovani fra i 20 e i 25 anni, che seguono costantemente e in tempo reale le principali attività dell’esercito italiano.
Cosa cercano i navigatori? Tutto. Sul sito internet www.esercito.difesa.it infatti è possibile consultare l’organizzazione dell’esercito, le principali operazioni sul territorio nazionale e all’estero, gli equipaggiamenti e armamenti di ultima generazione in dotazione alle Forze armate. La curiosità, spiegano allo Stato maggiore, è sconfinata. C’è chi naviga per interesse personale, ovvio, ma l’attrazione professionale è molto forte. Infatti nella sezione concorsi e arruolamenti è stato allestito un percorso guidato virtuale dedicato interamente all’arruolamento e ai concorsi in atto per chi vuole intraprendere la carriera militare da ufficiale, sottufficiale o graduato di truppa.
E per i più tecnologicamente avanzati è disponibile anche un’applicazione web da installare gratuitamente sugli smartphone per consultare, ovunque ci si trovi, le ultime notizie dall’esercito, tra cui anche i principali risultati sportivi degli atleti militari. L’esercito social
piace. Ma tutto l’apparato militare sul piano dell’informazione e della comunicazione è in costante evoluzione. I reparti che sono impegnati nelle missioni di pace sempre più spesso comunicano in tempo reale. L’ultimo esempio è la Brigata Friuli, il cui comando è a Bologna, ora in servizio in Libano. Sul nostro sito web, come potete vedere, tiene
un Blog che racconta il lavoto quotidiano dei soldati.
Beppe Boni