A VOLTE, forse, è meglio vestire i panni del bandito. La Giustizia ti tutela meglio. Se un rapinatore ti aggredisce e ti massacra, al massimo si può ottenere soddisfazione al processo con una condanna. E prima o poi il malvivente di turno torna libero. Risarcimento? Meglio lasciar perdere. Tempi lunghi, avvocati da pagare. Poi dall’altra parte sono sempre nullatenenti. Se invece, nell’incubo di una incursione notturna, spari temendo di essere ucciso, ti trovi indagato per omicidio volontario. Come è successo a Francesco Sicignano, pensionato milanese, per ora indicato come un pericoloso killer. O come Ermes Mattielli, piccolo imprenditore veneto, che terrorizzato da due nomadi entrati nel capannone armati di spranghe, impugnò la pistola ed esplose quindici colpi. L’hanno condannato a 5 anni per tentato omicidio e dovrà risarcire i due rom con 135 mila euro. Chi entra in casa o in una azienda per rubare rischia poco, chi si difende per tutelare la propria intimità rischia tutto. La legge è fatta così. Certo, da rispettare. Ma qualcosa non quadra, considerato che oggi agiscono bande dell’Est sempre più aggressive col monopolio dei furti e delle rapine nelle case.

Ecco perché si scatena la rabbia della gente, che organizza fiaccolate, ringhia sui social network, applaude alla Lega quando mostra i muscoli mentre Bobo Maroni, governatore della Lombardia annuncia: «Paghiamo noi le spese legali». Nessuno invoca la legge della frontiera, tipica degli americani. Ma reazioni come quella del pensionato milanese scaturiscono da una insicurezza diffusa, dato che nella propria abitazione si è indifesi, e dalla certezza che la Giustizia punisce con pene non pesanti, e con probabilità di un breve passaggio in carcere, chi penetra in una casa mettendo a rischio la vita di chi vi abita.

L’OFFESA deve essere proporzionata all’offesa, recita il codice. Francesco Sicignano, dunque, doveva considerare l’incursione in camera da letto come la gita di un gruppo di allegri mattacchioni e far buon viso a cattiva sorte? Per essere in regola avrebbe dovuto far entrare i ladri, prego venite non fate complimenti, verificare che volessero davvero compiere un furto, aspettare di ricevere una mazzata in testa, una coltellata o qualcosa del genere. Solo a questo punto, col dubbio fondato che lo volessero uccidere, avrebbe potuto premere il grilletto. Tutto ok, adesso sì che è legittima difesa.

Beppe Boni