Gli antagonisti sono bravi professionisti del marketing. Vedi il caso di Bologna. Gianmarco De Pieri uno dei leader della contestazione più dura della città, sempre in prima linea in occupazioni di edifici, cortei, manifestazioni di piazza non sempre pacifiche ha ricevuto un provvedimento della magistratura che gli impone di entrare a Bologna solo per lavorare. Sì perchè l’antagonista bravissimo a spendersi per occupare le proprietà private degli altri è però altrettanto bravo a difendere le proprie, dato che è un imprenditore con un paio di imprese all’attivo. Il giovanotto, che ha alle spalle una nutrita serie di denunce e procedimenti penali,  sempre pronto a passare intere giornate sulla strada a contestare banche , multinazionali e forze dell’ordine improvvisamente diventa una vittima perchè  viene allontanato dalla famiglia, dal figlio appena nato,  dagli affetti, dalle sue aziende. E subito è partito il coro degli intellettuali che hanno firmato un documento a suo favore come se fosse un martire. Gli stessi uomini di cultura e intellettuali non si sono mai visti a firmare un appello per un poliziotto aggredito, per un carabiniere finito in ospedale, per la città bloccata da un corteo violento, per un povero Cristo qualsiasi colpito da un provvedimento sbagliato o abnorme dei giudici. Sembra di essere tornati agli anni Settanta quando gli intellettuali, completamente fuori strada, si facevano sedurre dall’ultrasinistra con le spranghe in mano e il fazzoletto calato sul volto. Si è visto come Pier Paolo Pasolini ricordò loro che i poliziotti presi a colpi di pietra erano figli del popolo e invece molti violenti della sinistra avevano famiglie benestanti alle spalle.

Si può anche manifestare per il <povero> De Pieri ma ora ci sediamo in platea ad attendere la prossima protesta di certi intellettuali per l’ingiustizia di turno patita da un signor nessuno. Lo spettacolo quasi certamente non andrà in onda.

Beppe Boni