L’ITALIA, nonostante tutto, è come Jovanotti e pensa positivo. Siamo un paese che sa difendersi dalle Cassandre che predicono scenari greci e che sa rispondere con esplosioni di energia ai dati negativi che un giorno si è un giorno no vengono diffusi dagli istituti di ricerca. Certi numeri, nonostante le manovre del governo, restano da paura: disoccupazione al 12%, con quella giovanile che raggiunge il 44. In tutta Italia scompaiono negozi e botteghe storiche. Nei centri urbani cresce del 16% la percentuale dei negozi sfitti, tasse e crisi mettono in ginocchio soprattutto i ristoranti nelle grandi città.
E mentre l’industria timidamente si rialza, il Fondo monetario internazionale avverte che per tornare ai livelli occupazionali del 2008 ci vorranno vent’anni.
Eppure l’Italia gaudente resiste, vuole essere viva e vivace. Lo dimostra investendo nelle vacanze e lo specchio sono le autostrade. Da fine giugno in tutti i fine settimana si sono trasformate in fiumi di auto in piena, ieri l’Italia in viaggio era un’unica infinita lista d’attesa da nord a sud, da est a ovest. La Rivera adriatica, 110 chilometri di divertimento 24 ore su 24, festeggia come a Rio de Janeiro.
I soggiorni sono più brevi ma la folla in vacanza è immensa. E anche sulle meno chiassose località appenniniche, dove il turismo ha ritmi più lenti, si affaccia la parola esaurito. Siamo diventati ricchi in un colpo solo? No, siamo chi siamo, siamo arrivati fin qui come eravamo, proprio come canta Luciano Ligabue. Vero, le turbolenze economiche non ci hanno abbandonato, si risparmia sull’abbigliamento, su qualche cena al ristorante o su qualcos’altro che ognuno decide secondo le proprie strategie personal – familiari. Ma sulle vacanze no. Gli italiani sono spreconi? Macchè, hanno semplicemente sangue latino, vitalità, voglia di farcela risalendo la china mentre si canta e si balla. Un po’ come i nostri cugini argentini di Buenos Aires, che anche nei peggiori momenti di difficoltà non rinunciano al tango e alla musica nelle strade. E in fondo l’Azienda Italia non è nemmeno così in difficoltà. Comunque finchè c’è energia c’è speranza.