LA NOTIZIA che stupisce non è il sequestro dell’aula C di Scienze politiche, simbolo della contestazione e delle energie anarco – antagoniste, ma il fatto che sia rimasta occupata in centro a Bologna per 26 anni senza che qualcuno decidesse di mettere in campo un normale provvedimento come quello adottato ora. Sono marziani i magistrati che hanno disposto il sequestro? No, hanno fatto solo i magistrati, dopo le segnalazioni di polizia e carabinieri. Dice uno: così abbiamo contenuto il danno. Teoria bizzarra. Il danno è stato minimizzato e spalmato per 26 anni visto che l’aula C, nata dalla fantasia degli studenti della Pantera e che vide in cattedra in una «lezione autogestita» anche Francesco Guccini, si è poi trasformata in un crocevia di illegalità. Dove negli ultimi tempi era anche vietato e pericoloso entrare per chi non è iscritto a questo ingombrante club. E prima? Nonostante le storiche proteste degli abitanti del quartiere, tutti zitti: istituzioni, Comune , Università, Procura. Compreso il Pd che oggi esulta e che ha governato la città dal dopoguerra a oggi, tranne la parentesi di Giorgio Guazzaloca. Teoria acrobatica quella del contenimento del danno. Come è successo all’inaugurazione dell’Expo a Milano. I black bloc hanno sfasciato la città, incendiato negozi e automobili. «Scegliendo un intervento morbido abbiamo evitato il peggio», hanno spiegato i vertici della polizia. COME dire: cari ragazzi vestiti di nero fin qui potete arrivare. Oltre vi blocchiamo. Fin qui vuol dire la devastazione di cui sopra, 11 poliziotti feriti e 3 milioni di danni. Certo, esempi diversi, Milano e Bologna. Eppure c’è la sensazione che a volte in Italia l’attacco delle istituzioni consista in un arretramento strategico i cui risultati sono tutti da discutere. L’Aula C occupata per un quarto di secolo fa venire qualche dubbio anche agli occupanti abusivi (almeno questi cercano una casa, anche se spesso strumentalizzati) dei palazzi di Milano, Roma, Napoli, Bologna. Se quelli sono da ventisei anni perché dobbiamo andarcene noi? Obiezione (quasi) lecita. E i campi rom? Qualcuno non paga gas, luce, acqua. Pazienza. Che sia contenimento del danno anche qui? L’assistenza, il welfare, un aiuto sensato a chi ne ha necessità sono un’altra storia. Facendo una cosa normale a Bologna hanno straordinariamente ripristinato il concetto di legalità. È il buonsenso capovolto.

Beppe Boni