Designer, docenti, esperti, ma soprattutto i cittadini non hanno accolto a braccia aperte l’idea dei cubi comparsi all’improvviso nel centro di Bologna.  Sono orrendi e gelidi, architettonicamente parlando. Il giudizio è complessivamente e unanimemente negativo.

Sarà anche vero che la valutazione estetica, soprattutto nell’arredo urbano, è soggettiva ma i cubi sono da bocciare. Non c’entrano nulla con la bellezza antica di Piazza di Porta Ravegnana e della Mercanzia, la maestosità delle Due Torri. L’Ufficio centro storico del Comune e la Soprintendenza hanno costretto l’Ascom, associazione dei commercianti, a due anni di discussioni fra cavilli e paletti per l’illuminazione delle Due Torri e poi hanno partorito questo scempio. Ha ragione Vittorio Sgarbi che definisce la colata di blocchi di cemento un atto di terrorismo estetico. Il sindaco Virginio Merola, che ora è contro le occupazioni degli edifici, farebbe bene a far sgomberare, insieme agli antagonisti, anche gli orrendi cubi che stanno lì come alieni. Non se ne comprende l’utilità, ora sono candidi ma con lo smog diventeranno scuri e brutti e presto con ogni probabilità si trasformeranno in un’ area di esercizio notturno per i graffitari.

L’idea strampalata di questi parallelepipedi che sembrano piovuti a caso dal cielo conferma che a Bologna manca una strategia urbana, manca l’idea di un contesto nel quale fare le scelte che invece cadono a caso. Sui social si è scatenata la furia della gente: bocciatura totale per i cubi. Sarebbe un bel gesto levarli di torno e non parlarne mai più. Potrebbero essere regalati alla Riviera romagnola come blocchi frangiflutti. Sarebbe un bel dono di Natale.