
Di Lorenzo Bianchi
Nella notte fra il 29 e il 30 giugno il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di investire l’Ucraina con l’attacco più poderoso dall’inizio della guerra. Quattrocentosettantasette droni e sessanta missili si sono abbattuti su tutte le regioni, anche quelle occidentali di Leopoli, Ivano Frankyvsk e Khmlenytskyi provocando danni a palazzi e infrastrutture e uccidendo 4 persone, a Kherson, a Dnipro, a Kharkiv, a Kostyantynivka. E’ deceduto anche Maksim Ustimenko, un pilota di F 16 il cui aereo è stato abbattuto mentre cercava di intercettare i missili. I polacchi hanno fatto alzare in volo i caccia. Putin sta pagando alla guerra un costo terribile, 1300 vite al giorno secondo le stime del quartier generale della Nato a Bruxelles. Dall’inizio del conflitto sarebbero caduti 167 russi per ogni chilometro quadrato occupato, in tutto 250 mila caduti in azione. Un’emorragia che ha spinto lo zar a puntare sull’aggressione dal cielo.
Ora le forze russe sembrano puntare su Sumy, il capoluogo dell’omonima regione del nord ucraino, nella quale Mosca ha detto di volere realizzare una «fascia di sicurezza» a protezione di quella russa di Kursk, già parzialmente invasa lo scorso anno dalle truppe di Kiev. Secondo il quotidiano americano Wall Street Journal 50.000 soldati russi sono stati schierati a non più di 19 chilometri dalla città. Le forze di Mosca nella regione sarebbero il triplo dei difensori ucraini. Dieci giorni fa, parlando al Forum economico di San Pietroburgo davanti a una platea internazionale, il presidente russo aveva ribadito di volere creare una fascia di sicurezza in territorio ucraino con una profondità «tra i 10 e i 12 chilometri». «Più in là c’è Sumy, il capoluogo regionale – aveva aggiunto Putin -. Non abbiamo questo obiettivo, di conquistare Sumy, ma in principio non lo escludo».
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump pensa che basteranno gli attuali prezzi del petrolio per spingere Putin quantomeno a una tregua. «Penso che avremo un cessate il fuoco perché i prezzi del petrolio sono bassi», ha affermato il presidente Usa, citato dall’agenzia economica Bloomberg. Secondo il senatore repubblicano Lindsay Graham lo stesso Trump avrebbe detto ai suoi compagni di partito di «muoversi» sulla legge per imporre nuove sanzioni contro la Russia. La norma citata da Graham prevede tra l’altro di imporre dazi del 500% ai Paesi che continuano a importare petrolio dalla Russia, in primo luogo la Cina e l’India.
Il tanto atteso memorandum del presidente russo Vladimir Putin non è certo venuto incontro alle speranze del leader ucraino. Secondo il testo del documento, distribuito alle agenzie russe, Mosca propone a Kiev due opzioni per ottenere un cessate il fuoco. La prima è appunto è il ritiro delle forze ucraine dal territorio delle quattro regioni rivendicate dai russi, e da loro parzialmente occupate. Sono quelle di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. La seconda opzione prevede tra l’altro l’inizio della smobilitazione delle forze di Kiev, la revoca della legge marziale, l’esclusione della presenza di truppe straniere in Ucraina, la fine degli aiuti militari stranieri a Kiev e elezioni entro cento giorni dopo la revoca della legge marziale.
Durissime anche le condizioni per una soluzione politica del conflitto. Tra queste: il riconoscimento internazionale dell’appartenenza alla Russia delle quattro regioni più la Crimea, annessa nel 2014; la proclamazione della neutralità dell’Ucraina (che rinuncerebbe quindi ad entrare nella Nato), il divieto di attività militari nel Paese di altri Stati e l’imposizione di limiti precisi alle forze armate ucraine. Il capo delegazione ucraina, il ministro della Difesa Rustam Umerov, ha detto che comunque «nel corso delle prossime settimane» Kiev studierà il memorandum consegnato dai russi durante l’incontro, che si è tenuto nel palazzo Ciragan ed è durato poco più di un’ora. Umerov ha tuttavia ribadito la richiesta di un cessate il fuoco di almeno 30 giorni e di un incontro al vertice tra Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin, aperto anche a Trump.
Il mediatore russo Vladimir Medinsky ha fatto sapere che la Russia ha proposto quella che ha definito una «tregua concreta» di due o tre giorni lungo alcuni settori del fronte solo per permettere il recupero delle salme dei caduti. Durante l’incontro si è parlato anche dei bambini ucraini che Kiev accusa Mosca di avere deportato in Russia. «Abbiamo consegnato una lista di diverse centinaia di bambini», ha detto Umerov, aggiungendo che la restituzione di «anche la metà» sarebbe «un segnale positivo». La parte russa ha detto di aver effettivamente ricevuto da Kiev una lista di «339 nomi». Ma «questi bambini non sono stati rapiti da nessuno», ha affermato Medinsky, assicurando che sono stati solo «salvati» da soldati russi e che quando si troveranno i genitori o i tutori legati, saranno consegnati a loro. Recentemente Mosca ha restituito 101 di questi bambini a Kiev, mentre la controparte ne ha consegnati 22, ha aggiunto il negoziatore russo, accusando gli ucraini di sfruttare le loro vicende solo per «strappare lacrime» all’opinione pubblica europea. Prima e dopo i colloqui al palazzo Ciragan, la delegazione ucraina ha avuto consultazioni con funzionari britannici, francesi, tedeschi e italiani. Per l’Italia hanno partecipato Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico della premier Giorgia Meloni, e il suo vice, Pietro Sferra Carini.
Alle prime ore dell’alba del 17 maggio, un drone russo ha centrato un minibus destinato all’evacuazione di civili nella regione di Sumy, uccidendo 9 persone. per lo più donne e anziani. Fra le vittime una famiglia, padre, madre e una figlia. E’ stato l’ennesimo attacco russo con droni iraniani. I caduti in un solo giorno, subito dopo il vertice di Istanbul fra una delegazione russa e una missione ucraina, sono stati tredici. È tempo di aumentare “la pressione sulla Russia affinché fermi le uccisioni: senza sanzioni più severe, senza una pressione più forte sulla Russia, non cercheranno una vera diplomazia»” ha reagito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al Cremlino appare prematura anche quella tregua di 30 giorni proposta dagli Usa e subito accettata e rilanciata da Zelensky. “È un lavoro in corso”, ha sottolineato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, precisando che la prosecuzione dei colloqui con Kiev avverrà solo dopo lo scambio di 1.000 prigionieri contro 1.000, annunciato a Istanbul. Fino ad allora non ci sarà alcun passo avanti, ammonisce il Cremlino, che al tempo stesso non esclude un incontro tra Putin e Zelensky.
La proposta di negoziati diretti era stata messa sul tavolo da Putin in un incontro con i giornalisti alle 2 del mattino di domenica 11 maggio, dopo la conclusione dei tanti incontri con le delegazioni giunte a Mosca per la parata della Vittoria. La prima reazione di Trump era stata prudente. Gli Usa vogliono “continuare a lavorare con entrambe le parti” per porre fine al conflitto, aveva scritto il presidente su Truth, il suo social. Qualche ora più tardi ha assunto una posizione più decisa, lanciando anche una frecciata a Putin. “Inizio a dubitare – ha affermato nel suo secondo post – che l’Ucraina farà un accordo con Putin, troppo impegnato a celebrare la vittoria della Secondo Guerra Mondiale, che non sarebbe stata vinta senza gli Stati Uniti”.
Mentre Donald Trump rimproverava al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di non voler accettare lo schema di tregua concordato con il Cremlino, il 25 aprile 70 missili e 145 droni russi hanno ucciso dodici civili a Kiev. Come al solito il Cremlino ha sostenuto di aver colpito industrie militari. Anche Kharkiv è tornata sotto tiro. Secondo Trump Mosca avrebbe offerto una “concessione significativa” nei colloqui di pace con Kiev accettando di non occupare l’intero territorio ucraino. “Fermare la guerra. Non prendersi tutto il Paese, una concessione piuttosto grande””, ha detto Trump durante l’incontro nello Studio Ovale con il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store.
Il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale della Federazione russa Sergei Shoigu, è tornato a evocare la guerra nucleare in caso di aggressione, ovvero nel caso che peacekeeper europei fossero dispiegati in aeree come il Donbass. Zelensky, che era in missione in Sudafrica, ha anticipato il rientro a Kiev. Sabato 26 aprile sarà a Roma per i funerali di Papa Francesco. Trump gli rimprovera il secco rifiuto di riconoscere che la Crimea è ormai diventata terra russa e lo accusa di prolungare lo “sterminio”. “Vedrò Vladimir Putin molto presto, dopo il mio viaggio in Arabia Saudita”, ha annunciato, collocando l’attesissimo incontro con lo Zar dopo il 16 maggio.
Anche la tregua di Pasqua, annunciata a sorpresa dal presidente russo Vladimir Putin, è fallita. Kiev e Mosca si accusano a vicenda di aver violato il cessate il fuoco. Ufficialmente le armi avrebbero dovuto tacere alle 18:00 di sabato 19 aprile (le 17:00 in Italia) fino alle 24 del 20 aprile (le 23 italiane di domenica). Tuttavia, entrambe le parti denunciano vittime. I russi hanno effettuato la notte scorsa 59 bombardamenti e 5 attacchi in varie direzioni della linea del fronte, scrive Zelensky su Telegram sulla base di un rapporto dell’esercito. Dalla mattina di Pasqua, aggiunge, “possiamo dire che l’esercito russo sta cercando di creare un’impressione generale di cessate il fuoco, ma in alcuni luoghi non abbandona i singoli tentativi di avanzare e infliggere perdite all’Ucraina”.
Il presidente ucraino sottolinea che col passare delle ore i bombardamenti russi e l’uso di velivoli senza pilota kamikaze sono in aumento. Oleksandr Prokudin, il capo ucraino dell’amministrazione militare regionale di Kherson, ha reso noto che un uomo è stato ucciso in seguito a un attacco di droni russi. Zelensky ha precisato che nel complesso l’esercito russo ha effettuato quasi 387 bombardamenti tra le 18:00 e mezzanotte del 19 aprile , oltre a 19 attacchi, a cui si aggiungono altre 26o operazioni di assalto tra mezzanotte e le 12:00 del 20 aprile. “La Russia – insiste Zelensky – deve rispettare pienamente le condizioni del cessate il fuoco. Resta valida la proposta di attuare e prorogarlo per 30 giorni dopo la mezzanotte di oggi”, sottolinea il Capo dello Stato ucraino.
Mosca rimprovera Kiev di aver ripetutamente violato il cessate il fuoco, tentando nella notte di attaccare le posizioni russe nel Donetsk occupato. Gli attacchi sono stati “respinti”, precisa il ministero della difesa, ma hanno provocato “morti e feriti tra la popolazione civile”. Nello specifico, Mosca denuncia che le zone di confine delle regioni russe di Bryansk, Kursk e Belgorod hanno subito 12 bombardamenti, 33 attacchi con droni e sette lanci di munizioni. L’esercito russo, aggiunge, rispetta “rigorosamente” il cessate il fuoco, in conformità con gli ordini del Presidente Vladimir Putin. E nel primo pomeriggio il diplomatico russo Rodion Miroshnik, responsabile per il controllo dei ‘crimini del regime di Kiev’, ha affermato che gli ucraini hanno dimostrato la loro incapacità di cessare il fuoco nemmeno per 30 ore, mentre il ministero della Difesa annuncia che prima della dichiarazione della tregua le sue truppe hanno preso il controllo del villaggio ucraino di Novomikhailovka, nel Donetsk. In una intervista televisiva il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov ha attaccato di nuovo la Unione Europea: “Il desiderio di vietare ai politici di alcuni Paesi europei, compresi i leader di Stato, di recarsi in Russia il 9 maggio, giorno in cui il Paese celebra la sconfitta del nazismo e la fine della Seconda guerra mondiale, è un tentativo di far rivivere l’ideologia del nazismo”.
“Una cosa orribile”, che però potrebbe essere solo un “errore” russo. Il presidente americano parla dell’attacco a Sumy, la città dell’Ucraina nella quale due missili Iskander di Mosca, lanciati a pochi minuti l’uno dall’altro, sono stati fatali, secondo gli ucraini, a trentaquattro civili (nella foto scattata da Дchc Ykpaihи i vigili tentano di spegnere le fiamme). Quindici erano minorenni, fra questi due bimbi. I feriti sono centodiciannove. Per Trump Zelensky “ha lasciato scoppiare la guerra”. “Non ci si batte – ha polemizzato – con chi è venti volte più grande di te”. L’attacco russo era diretto contro il raduno per la consegna di onorificenze ai soldati della 117/a Brigata, organizzato in un centro congressi. La deputata della Rada Maryana Bezuhla e Artem Semenikhin, sindaco di un’altra città della regione, Konotop, hanno protestato contro la decisione di organizzare un evento di quella natura nel centro di una grande città, esponendo i civili al rischio di un attacco nemico. Bezuhla ha affermato che il programma prevedeva, dopo la consegna delle medaglie alle 10, uno “spettacolo per bambini” alle 11. Alle 10.15 è cominciato il raid russo. Alcune fonti citate dall’agenzia Bloomberg hanno detto che l’amministrazione di Donald Trump non ha voluto aderire alla mozione di condanna di Mosca, perché intende «preservare lo spazio per negoziare la pace». Il Canada, che ha la presidenza del G7, ha quindi detto agli alleati che senza il sostegno americano sarebbe stato impossibile procedere con il comunicato.
Da giorni il presidente americano è irritato perché la tregua che avrebbe voluto portare a casa addirittura entro Pasqua non si è materializzata. Per la prima volta il presidente americano non ha risparmiato neppure Vladimir Putin: “È pure colpa sua. Mi è stato detto che è stato commesso un errore, ma penso che ciò che è accaduto sia una cosa orribile, penso che l’intera guerra sia una cosa orribile”, ha detto a bordo dell’Air Force One che lo riportava a Washington. Dopo un silenzio di poche ore è tornato ad attaccare il presidente ucraino responsabile, insieme a Biden, di avere “fatto un lavoro orribile nel consentire” che la guerra cominciasse. Poco dopo, parlando nello Studio Ovale, ha tentato di correggere il tiro: “Questa è una guerra che non avrebbe mai dovuto iniziare. Biden non è riuscito a fermarla e Zelensky avrebbe potuto evitarla. Putin non avrebbe mai dovuto scatenarla. La colpa è di tutti”.
Parole che sembrano una risposta risentita a un’intervista che Zelensky ha rilasciato alla rete televisiva americana Cbs. “Per favore – lo aveva esortato il presidente ucraino – prima di ogni decisione, di ogni forma di negoziato, venga a vedere la gente, i civili, i soldati, gli ospedali, le chiese, i bambini, distrutti o morti”. Quanto all’etichetta di “dittatore” affibbiatagli da Trump, Zelensky ha sostenuto che “negli Stati Uniti prevalgono le narrazioni russe”. L’ufficio del Procuratore Generale di Kiev calcola che dall’inizio del conflitto i minori che hanno perso la vita sono 618 e 1.884 i feriti. Per l’Onu invece sono stati 669 fino al 31 dicembre scorso.
La versione russa del bombardamento di Sumy è che l’obiettivo era una riunione del comando del gruppo militare operativo-tattico Seversk. Sessanta militari ucraini sarebbero stati uccisi. I morti civili, accusa Mosca, sono dovuti al fatto che Kiev usa la popolazione ucraina come scudo umano e organizza eventi con la partecipazione di personale militare nel centro di una città densamente popolata”.
Zelensky ha replicato che “tutti i siti danneggiati sono civili: condomini, negozi, un’area di servizio”. “Solo una vera pressione sulla Russia – ha sostenuto su Telegram – potrà fermare tutto questo, sono necessarie sanzioni concrete contro i settori che finanziano la macchina di morte della Federazione russa”. Il futuro cancelliere tedesco Fredrich Merz ha fatto sapere che potrebbe decidere di fornire a Kiev i missili Taurus, vettori che hanno una gittata di almeno 500 chilometri e che potrebbero essere impiegati anche per attacchi sul territorio russo, come già avvenuto con gli Atacms americani e con gli Storm Shadow britannici. Il falco Dmitry Medvedev, ex presidente e attuale numero due del Consiglio di Sicurezza nazionale russo, ha invitato Merz a “pensarci due volete” e lo ha definito “un nazista”. Secondo Stephane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite, tra l’11 e il 14 aprile i raid di Mosca hanno colpito le regioni di Donetsk, di Kherson, di Charkiv, di Odessa, di Dnipro e di Zaporizhzhia, sede della centrale nucleare più grande d’Europa. “Le autorità locali – ha aggiunto – ci dicono che decine di civili sono stati uccisi”.
“Solo un bastardo può fare una cosa simile” si è infuriato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Mosca ha assestato uno schiaffo sonoro a tutti gli sforzi diplomatici per arrivare almeno ad un cessate il fuoco. Secondo l’intelligence di Kiev, il raid è stato lanciato dalle regioni di Voronezh e Kursk con due missili Iskander. Il primo si è schiantato contro un centro congressi dell’ateneo, il secondo ha centrato un filobus a circa 200 metri di distanza.
Il complesso universitario devastato dal raid avrebbe dovuto ospitare uno spettacolo teatrale. Le foto e video diffusi dopo l’attacco mostrano colonne di fumo, passanti in fuga in preda al panico. Giornalisti sul posto hanno visto corpi coperti da lenzuola argentate disseminati nel centro della città, mentre i soccorritori erano impegnati a scavare tra le macerie di un edificio e a trasportare i feriti negli ospedali. Per Zelensky si è trattato dell’ennesima dimostrazione della brutalità delle forze russe, che per di più hanno violato la solennità della Pasqua: “I missili nemici hanno colpito una normale strada cittadina, in un giorno nel quale le persone vanno in chiesa, la Domenica delle Palme, la festa dell’ingresso del Signore a Gerusalemme. E’ stato un atto di terrorismo deliberato”.
Gli uomini di Kiev hanno catturato due mercenari cinesi. ”L’Ucraina ritiene che un coinvolgimento così evidente di cittadini di Xi Jinping in operazioni di combattimento, come parte di una guerra di aggressione, costituisca un passo deliberato verso l’estensione del conflitto”, ha detto Zelensky. Mosca è tornata a mettere in guardia i Paesi europei dall’inviare truppe in Ucraina, anche come addetti al mantenimento della pace, avvertendo che ciò potrebbe portare a “uno scontro diretto”.
La portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, ha affermato che “ogni presenza” di truppe di Paesi Nato in Ucraina, “indipendentemente dalla bandiera, dalle insegne e dal mandato dichiarato, sarà considerato dalla Russia come una minaccia alla sua sicurezza e porterà il rischio di uno scontro diretto con l’intera Alleanza”. Volodymyr Zelensky “aspetta passi concreti dai suoi alleati europei perché inviino le loro truppe. Questo significherebbe che questi Paesi si uniscono al conflitto”, ha aggiunto la Zakharova. La Cina ha respinto come “assolutamente infondate” le accuse, sottolineando di avere “sempre chiesto ai suoi concittadini di tenersi lontano dalle aree di conflitto armato, di astenersi dal partecipare a operazioni militari di qualsiasi parte e di non essere coinvolti in conflitti armati in alcun modo”. Quindi di non arruolarsi come mercenari in un conflitto che vede già la partecipazione di molti combattenti a pagamento, anche occidentali.
“Il 4 aprile un missile ha colpito a Kryvyi Rih una strada con edifici residenziali, un parco giochi, negozi e un ristorante nei dintorni”, ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il razzo era un Iskander – M dotato di una testata di bombe a grappolo che secondo le regole internazionali sui conflitti potrebbero essere usate solo contro le concentrazioni di truppe. La città natale di Zelensky, piange 9 bambini e 9 civili. Tymofii aveva solo tre anni, Radyslav e Arina ne avevano sette. Poi c’è Herman, nove anni, e Danylo, Alina e Mykyta di quindici. Kostiantyn, che avrà per sempre sedici anni. Nikita, diciassette. I feriti sono sessanta, fra i quali dodici minorenni. Il ministero della difesa russo lo ha definito un attacco di precisione” che aveva per obiettivo il luogo nel quale “si teneva un incontro dei comandanti ucraini con istruttori occidentali”. I cadaveri dei piccoli sono riversi nel parco giochi raggiunto dal raid, le urla e il pianto disperato di quelli rimasti feriti sono registrati dalle bodycam dei soccorritori accorsi sul posto. Durante i soccorsi un secondo attacco con droni ha provocato un morto e altri sette feriti.
“Non esiste un livello più profondo di cinismo, cattiveria o odio verso le persone di quello che la Russia incarna oggi”, ha tuonato Volodymyr Zelensky postando sui social le foto dell’attacco nella sua città natale. Per il presidente ucraino “è di fondamentale importanza non lasciare questo attacco senza una risposta dal mondo”. L’ambasciatrice Usa a Kiev Bridget A. Brink, si è detta “inorridita” dall’attacco, senza tuttavia citare la Russia.
Il ministro delle industrie strategiche Herman Smetanin, in un’intervista, ha reso noto che il supermissile Neptune, che ha mille chilometri di gittata, è stato già utilizzato oltreconfine. Anche contro un “obiettivo militare nella Crimea occupata”. A rendere lo scenario più cupo si aggiunge la circostanza che la Russia sta sviluppando un nuovo satellite destinato a trasportare un’arma nucleare che potrebbe avere “conseguenze devastanti” per gli Usa e per il mondo. L’allarme è stato lanciato negli Stati Uniti dalla comunità d’intelligence nel primo rapporto della nuova amministrazione Trump sulle minacce mondiali, rapporto nel quale la Cina resta comunque l’avversario numero uno a livello militare, cyber e di Intelligenza Artificiale (settore nel quale vuole superare gli Usa entro il 2030).
Dopo aver imposto lo stop alle armi il 3 marzo, il presidente americano Donald Trump aveva interrotto anche la fornitura di intelligence per costringere il Capo dello Stato ucraino Volodymyr Zelensky ad accettare un accordo di pace. Il giorno dopo la presidente dell’Unione Europea marzo Ursula von der Leyen ha presentato un piano per il riarmo che vale 800 miliardi di euro e che si scontra già con il no dell’Ungheria e della Slovacchia. Il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato di “una nuova era” nella quale il Vecchio Continente deve provvedere alla propria sicurezza.
Sul terreno si continua a combattere. Il 25 marzo il bilancio delle vittime dell’attacco missilistico russo a Sumy, nel nordest dell’Ucraina, è di 101 feriti, tra i quali 23 bambini. Lo ha annunciato il sindaco della città, Oleksandr Lysenko, in un aggiornamento diffuso a metà mattinata. “Attualmente sono ricoverati in ospedale 14 adulti e 16 bambini. Un adulto e un bambino versano in condizioni gravi e stabili”, ha spiegato. il 24 marzo sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che “nell’epicentro” dell’attacco c’erano “una scuola ed edifici residenziali”. “Fortunatamente i bambini della scuola erano al riparo”, ha assicurato il presidente.
La guerra continua a mietere vite. A Kryvyj Rih, seicentomila abitanti prima della guerra, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, circa 70 chilometri a nord-ovest della linea del fronte, “un missile russo ha colpito un hotel di cinque piani ed è divampato un incendio”, ha dichiarato il servizio di emergenza ucraino su Telegram. Secondo la stessa fonte “due persone sono morte, sette sono rimaste ferite e 14 sono state salvate”. I soccorritori cercano ancora altri corpi sotto le macerie.
Un «dittatore mai eletto», «un comico mediocre» che «rifiuta di indire elezioni, è molto giù nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è l’aver suonato Biden come un violino». Donald Trump ha scaricato Volodymyr Zelensky sul suo social Truth. Il tycoon ha accusato falsamente il presidente ucraino di aver iniziato la guerra con Mosca. «Vive in una bolla di disinformazione russa», gli aveva replicato Zelensky, che il 19 febbraio ha ricevuto un imbarazzato Keith Kellogg, l’inviato Usa per il conflitto fra la Russia e l’Ucraina. In passato il presidente americano lo aveva già definito sarcasticamente come «il miglior piazzista sulla terra: ogni volta che viene in Usa se ne va con 60 miliardi». La sera del 18 febbraio nello Studio Ovale il tycoon ha risposto alle critiche di Zelensky per non essere stato invitato ai colloqui a Riyad tra americani e russi, suscitando quello che un gongolante Vladimir Putin ha liquidato come una “inappropriata reazione isterica”. ” Trump ha investito Zelensky: Bè, sei stato lì per tre anni. Avresti dovuto chiudere la guerra dopo tre anni. Non avresti mai dovuto iniziarla. Avresti potuto fare un accordo”. Poi ha contestato il fatto che in Ucraina non ci sono state elezioni per via della legge marziale, e ha sostenuto che la popolarità di Zelensky è “al 4 per cento”. Un falso.
«Sfortunatamente, – ha replicato il giorno dopo il presidente ucraino – Trump, per il quale ho grande rispetto come leader del popolo americano, che ci ha sempre sostenuto, vive in questo spazio di disinformazione». Non solo. Trump ha «aiutato Putin a uscire da anni di isolamento», con un «impatto non positivo sull’Ucraina». Zelensky ha anche rintuzzato il dato sul suo scarso indice di gradimento, facendo riferimento a un recente sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology secondo cui non è mai sceso sotto il 50% ed è ora al 57%.
«Pensateci, un comico di modesto successo, Volodymyr Zelenskyy, ha convinto gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari, per entrare in una guerra che non poteva essere vinta, che non avrebbe mai dovuto iniziare, ma una guerra che lui, senza gli Stati Uniti e ‘Trump’, non sarà mai in grado di risolvere», ha esordito il tycoon su Truth, sostenendo falsamente che gli Usa «hanno speso 200 miliardi di dollari in più dell’Europa» e che il leader ucraino «ammette che metà dei soldi che gli abbiamo inviato sono mancanti». «Dittatore senza elezioni, Zelensky farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli rimarrà un Paese», lo ha minacciato, vantandosi che sta «negoziando con successo la fine della guerra con la Russia», accusando l’Europa di aver «fallito nel tentativo di portare la pace» e il presidente ucraino di voler «probabilmente mantenere in funzione il treno della cuccagna».
Per Mosca l’Ucraina può entrare nella Unione Europea, ma con il suo territorio decurtato di quasi un quinto. «L’ingresso nella Ue? E’ un diritto sovrano di qualsiasi Paese. Stiamo parlando di processi di integrazione economica. Qui, ovviamente, nessuno può dettare nulla a un altro Paese, e noi non lo faremo», ha assicurato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. A Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita, americani e russi hanno concordato di «stabilire un meccanismo di consultazione per affrontare gli elementi irritanti per le relazioni bilaterali con l’obiettivo di adottare le misure necessarie per normalizzare il funzionamento delle rispettive missioni diplomatiche». Tra i primi frutti la liberazione dei prigionieri americani: l’ultimo, ieri, è stato Kalob Byers Wayne, 28 anni, arrestato perché aveva una piccola quantità di marijuana. Secondo il dipartimento di Stato americano le parti si sono impegnate a «nominare i rispettivi team di alto livello per iniziare a lavorare su un percorso per porre fine al conflitto in Ucraina al più presto in un modo che sia durevole, sostenibile e accettabile da tutte le parti», a «normalizzare» le relazioni diplomatiche e a «gettare le basi per una futura cooperazione tra i due Paesi su questioni di reciproco interesse geopolitico e sulle storiche opportunità economiche e di investimento» dopo la conclusione della guerra. Quindi «pace» in Ucraina ma anche affari tra Washington e Mosca.
Durante l’incontro ad Ankara con Recep Tayyip Erdogan, che prima di rinviare al 10 marzo la visita a Riad per evitare coincidenze sospette si è candidato ad ospitare i futuri negoziati di pace, Volodymyr Zelensky ha lamentato l’esclusione del suo Paese e ha chiesto «colloqui equi» ai quali partecipino l’Unione Europea, il Regno Unito e la Turchia. Emmanuel Macron ha annunciato per il 19 febbraio un nuovo incontro per discutere di Ucraina e di sicurezza, presumibilmente in videocollegamento, «con diversi Paesi europei e non europei», tra i quali il Canada. «Tutte le parti devono fare concessioni», ha detto il segretario di Stato americano Marco Rubio dopo quattro ore e mezzo di faccia a faccia nel palazzo Diriyah, nel complesso di Albasatin, uno dei tanti della famiglia reale saudita. Alla destra dei mediatori arabi – il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, e il consigliere per la sicurezza nazionale saudita Mosaad bin Mohammad Al-Aiban – Rubio, il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz e l’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff. Alla sinistra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il consigliere diplomatico del Cremlino Iuri Ushakov. Nessuna stretta di mano iniziale davanti a fotografi e cameramen. Presente, ma impegnato in altri incontri a margine, anche Kirill Dmitriev, l’oligarca consigliere informale del Cremlino con studi in Usa, un passato a Goldman Sachs e McKinsey ed ora responsabile esecutivo del fondo di investimento sovrano russo.
L’Ucraina dovrà piegare la testa. Pete Hegseth, il nuovo ministro della difesa statunitense, è netto: “Siamo ad un momento critico della guerra, il conflitto deve finire. Vogliamo un’Ucraina sovrana e prospera, ma riportarla ai confini precedenti al 2014 è irrealistico”. “Inseguire questo obiettivo illusorio – ha rincarato – non farà altro che prolungare la guerra e causare più sofferenza. Una pace duratura per l’Ucraina deve includere solide garanzie di sicurezza per fare in modo che il conflitto non ricominci” e il ritorno allo status territoriale precedente al 2014 lo escluderebbe. Per Hegseth “questa non deve essere una Minsk 3.0”. Il capo del Pentagono esordisce con questa posizione nella riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina a Bruxelles poco prima che il mondo venga informato del colloquio fra Trump e Putin per l’inizio “dei negoziati dei rispettivi team”. Il dado sembra tratto, dopo settimane di avvicinamenti e messaggi a distanza tra Washington e Mosca. L’Arabia saudita potrebbe ospitare l’ incontro.
Per Hegseth servono «robuste garanzie di sicurezza» per scongiurare un’altra guerra, sostenute da truppe europee e non europee. Truppe che, se schierate come dedite al mantenimento della pace, non devono essere “sotto l’ombrello di una missione Nato, rimanendo escluse dall’articolo 5”. Per concludere, e “per essere chiari”, ha spiegato il capo del Pentagono, “come parte di qualsiasi garanzia di sicurezza, non ci saranno truppe statunitensi in Ucraina”.
Il ministro statunitense della difesa ha poi invitato l’Europa a fare la sua parte, come prima cosa attrezzandosi sul piano energetico. “Prezzi dell’energia più bassi, uniti a un’applicazione più efficace delle sanzioni energetiche, aiuteranno a portare la Russia al tavolo”, ha argomentato. Per consentire ulteriormente una diplomazia efficace e abbassare i prezzi dell’energia, che finanziano la macchina da guerra russa, il presidente Trump sta scatenando la produzione energetica americana.
La mai sopita relazione di stretta amicizia fra Donald Trump e Vladimir Putin si è ravvivata alla vigilia di San Valentino con una “lunga e altamente produttiva” telefonata tra i due leader, con tanto di inviti per una visita reciproca nei rispettivi Paesi. Nell’agenda, come ha rivelato il presidente americano, non solo l’Ucraina, ma anche il Medio Oriente, l’energia, l’intelligenza artificiale, il ruolo del dollaro. I due probabilmente hanno continuato a telefonarsi diverse volte in segreto, come ha rivelato Bob Woodward, il leggendario reporter del Watergate. Trump ha sempre lodato Putin. Ha detto di lui che è “un uomo forte”, “intelligente”, addirittura “geniale”. Ricambiato dal leader del Cremlino che, pur dichiarando pubblicamente di preferire il più prevedibile Biden, in realtà non ha mai nascosto la sua simpatia e risparmiato le sue lodi per Trump. I due sono accomunati, oltre che da un grande ego e dallo spirito di vendetta, anche dal machismo e dalla difesa dei valori tradizionali, con battaglie comuni in difesa della famiglia e della religione, contro l’aborto e contro la comunità Lgbtq, l’ideologia di genere: crociate che hanno fatto di Putin in un beniamino della comunità evangelica conservatrice americana.
Il rapporto amichevole risale alla campagna elettorale del 2016, quando il tycoon si circondò di vari esponenti legati a Mosca (a partire dal capo della sua campagna Paul Manafort) e invocò apertamente l’aiuto del Cremlino contro la sua rivale: “Russia, se mi stai ascoltando, spero che tu riesca a trovare le 30.000 e-mail mancanti” di Hillary Clinton. Un appello che non rimase inascoltato, come evidenziò il successivo Russiagate, l’inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller che evidenziò possibili collusioni fra il candidato repubblicano e i russi: dal vecchio progetto di un grattacielo nato con lo sbarco di Miss Universo nel 2013 nella capitale russa agli incontri sospetti alla Trump Tower nel 2016. Il rapporto finale fu però sepolto dal ministro della Giustizia William Barr.
Nel maggio 2017, il tycoon ha accolto nello Studio Ovale il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov (rivelando forse informazioni top secret), mentre nel luglio dell’anno successivo aveva incontrato Putin durante il vertice di Helsinki, tra sorrisi e reciproche pacche sulle spalle. In quell’occasione il presidente americano sconfessò l’intelligence Usa, abbracciando la smentita di Putin sulle interferenze russe nelle presidenziali americane. I due poi avevano avuto un faccia a faccia di due ore senza testimoni. Ora si rivedranno presto. Magari anche con Musk, che ha rapporti diretti con lo zar.
Il dialogo tra Washington e Mosca sul conflitto in Ucraina è “già in corso” come ha detto venerdì 7 febbraio il presidente Donald Trump nell’ufficio Ovale della Casa Bianca. Discussioni “molto serie. Ci parleremo e penso che faremo qualcosa di significativo. Vogliamo finire la guerra che non sarebbe mai cominciata se fossi stato presidente io”.
I termini del possibile accordo preoccupano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha avvertito che sarebbe “molto pericoloso” proseguire i colloqui senza coinvolgere Kiev. “Possono avere le loro relazioni, ma parlare dell’Ucraina senza di noi è pericoloso per tutti”, ha detto il presidente in una lunga intervista concessa all’agenzia di stampa americana Associated Press, scelta forse per far arrivare il più chiaramente possibile il suo messaggio proprio all’inquilino della Casa Bianca. Zelensky ha aggiunto che il primo passo per l’Ucraina è tenere un incontro di alto livello con il presidente Usa, in modo che Kiev e Washington possano sviluppare i propri piani per un cessate il fuoco, tema discusso per ora “solo in termini generali”, ha sottolineato Zelensky. «Credo – ha dichiarato – che prima di tutto dobbiamo tenere un incontro” con Trump, che “è tra l’altro qualcosa che tutti in Europa vogliono”, ha detto Zelensky. E solo successivamente “dovremmo passare a una sorta di formato di conversazione con i russi. Vorrei vedere gli Stati Uniti, l’Ucraina e i russi al tavolo delle trattative. E ad essere onesti dovrebbe esserci anche una voce dell’Ue: penso che sarebbe giusto, efficace”.
L’adesione dell’Ucraina alla Nato, vero incubo per Vladimir Putin, “sarebbe la garanzia più economica possibile” per gli alleati occidentali del Paese, che offrirebbe all’Alleanza “un esercito di 800.000 uomini”. “Sarebbe un segnale chiaro che non sta alla Russia decidere chi dovrebbe essere nella Nato e chi no, ma dovrebbe stare agli Stati Uniti”, ha ribadito Zelensky. Nelle stesse ore, l’inviato speciale di Trump per l’Ucraina, il generale in pensione Keith Kellogg, tornava a far sentire la propria voce: “Sia Kiev che Mosca dovranno concedere qualcosa”, ha detto. Il giorno prima aveva incalzato Zelensky, pur non nominandolo direttamente, sottolineando che per gli Usa le elezioni in Ucraina “sono necessarie”, che le consultazioni elettorali “si tengono anche in tempo di guerra e sono una buona cosa per la democrazia”, lasciando poi intendere che Zelensky non dovrebbe essere l’unico candidato in lizza. Kellogg il 2 febbraio ha rivelato che il leader ucraino si sarebbe già detto pronto a concessioni sul territorio e che Putin “dovrà ammorbidire le sue posizioni” di conseguenza.
Sul terreno il conflitto continua a mietere vittime. È raddoppiato il numero dei morti nel bombardamento su Poltava del primo febbraio 2025. Sono saliti a 14, tra i quali due bambini. Nel raid è stato distrutto un condominio di cinque piani e le operazioni di soccorso “proseguono”, riferiscono le autorità. Mosca e Kiev si rimpallano le responsabilità sul raid contro una scuola che ospitava civili nella cittadina di Sudzha, nella regione russa di Kursk, che ora è occupata dall’Ucraina. Il bilancio provvisorio è di 4 civili uccisi.
Nella stessa regione le truppe ucraine sostengono di aver catturato due soldati nordcoreani e di averli consegnati all’intelligence di Kiev. Né Mosca e né Pyongyang hanno commentato. È stato Volodymyr Zelensky a dare l’annuncio della cattura dei due nordcoreani: “Sebbene feriti, sono sopravvissuti e sono stati portati a Kiev e stanno parlando con gli investigatori dell’Sbu”, ha scritto sui social. I due – secondo quanto hanno riferito gli 007 ucraini – hanno confermato di essere soldati scelti dell’esercito. Uno in particolare, che si è qualificato come fuciliere, aveva una falsa carta d’identità russa ed ha affermato che credeva di “andare in Russia per l’addestramento, non per combattere una guerra contro l’Ucraina”.
L’altro uomo ha scritto le sue risposte a causa di una mascella ferita ed ha dichiarato di essere un cecchino esploratore. I servizi di sicurezza ucraini hanno poi diffuso un video dei due uomini nelle brande di un ospedale. Non sono state diffuse registrazioni audio, ma la versione ufficiale è che i prigionieri avrebbero parlato tramite interpreti coreani collaboratori dell’intelligence di Seul. Questa operazione, secondo Kiev, ha fornito “prove inconfutabili della partecipazione della Repubblica popolare della Corea del Nord alla guerra della Russia contro il nostro Paese, con truppe regolari e non mercenari”.
A dicembre 2024 gli ucraini avevano affermato di aver catturato diversi nordcoreani, che però erano morti a causa delle gravi ferite riportate. Inoltre, è l’accusa di Zelensky, gli stessi russi “finiscono i loro feriti” e bruciano i corpi per nascondere le prove della partecipazione di un altro Stato al conflitto. Il leader ucraino ha assicurato che garantirà ai media l’accesso ai prigionieri di guerra, perché il mondo deve sapere cosa sta succedendo”. Stati Uniti e Nato già ad ottobre avevano confermato la presenza di almeno diecimila nordcoreani nell’oblast di Kursk, in seguito alla firma di un patto di assistenza militare tra Putin e Kim.
Droni e robot al posto dei soldati in carne e ossa. L’Ucraina, che soffre per la penuria di forze fresche al fronte, ha condotto per la prima volta con successo un attacco militare a posizioni russe usando, invece della fanteria, solo droni e robot da combattimento a visione diretta (First person view, in sigla Fpv). La fonte della notizia è il think-tank americano Institute for the Study of War (in sigla Isw) sul suo sito, ripreso con evidenza dai media ucraini, incluso il “Kyiv Independent”, nei quali vengono sottolineati “i continui sforzi per sfruttare l’innovazione tecnologica nelle operazioni a terra” da parte di Kiev in una guerra sempre più “asimmetrica” contro la Russia. “Il portavoce di una brigata ucraina che opera nella regione di Kharkiv – scrive l’Isw – il 20 dicembre 2024 ha reso noto che le forze ucraine hanno condotto il loro primo attacco di terra utilizzando esclusivamente sistemi robotizzati invece della fanteria nei pressi di Lyptsi, in data non specificata, distruggendo nell’attacco con successo posizioni russe. Il portavoce – si legge – ha dichiarato che l’attacco è stato condotto con decine di veicoli terrestri senza pilota (Ugv) dotati di mitragliatrice. Altri mezzi dello stesso tipo sono stati usati per eliminare le mine in zone non specificate, conclude il report dell’istituto indipendente di Washington.
I droni ucraini hanno danneggiato edifici civili nella città di Kazan, nella Russia centrale, a circa 1.000 chilometri dal confine. Lo ha reso noto un responsabile locale precisando che non sono state ancora segnalate vittime. “Oggi Kazan ha subito un massiccio attacco di droni”, ha osservato su “Telegram” Rustam Minnikhanov, il leader della Repubblica del Tatarstan nella quale si trova la città. “Se prima venivano attaccate le imprese industriali, ora il nemico attacca i civili al mattino, proprio nelle loro case”, ha scritto. I residenti sono stati evacuati, secondo le autorità locali, ma il loro numero non è noto. Il municipio di Kazan ha annunciato che questi attacchi hanno provocato incendi in diversi quartieri e che sul posto erano presenti i vigili del fuoco. Il ministero della Difesa russo ha accusato l’Ucraina di prendere di mira le “infrastrutture civili” a Kazan. Il ministero ha affermato che sei droni potrebbero essere stati neutralizzati o distrutti. La Russia ha perso 772.280 soldati in Ucraina dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, aggiungendo che nella cifra sono incluse le 1.860 vittime subite dalle forze russe nell’ultimo giorno.
Vladimir Putin si dice “pronto a incontrare Donald Trump in qualsiasi momento” e aperto a negoziati sull’Ucraina, che di per sé rappresentano un “compromesso”. Ma non per un cessate il fuoco bensì per “una pace durevole con garanzie per la Federazione Russa e i suoi cittadini”. Da Bruxelles, quasi nello stesso momento, anche Volodymyr Zelensky afferma di voler “condividere più dettagli” con Trump e respinge l’idea di un “conflitto congelato”. Le parti si preparano dunque alle trattative dopo il cambio della guardia alla Casa Bianca, anche se Putin esclude un accordo con il presidente ucraino nella situazione attuale considerandolo “illegittimo”, poiché il suo mandato è scaduto in maggio senza che si potessero tenere nuove elezioni a causa della legge marziale.
Mosca ha annunciato di aver conquistato altri due villaggi nella regione orientale ucraina di Donetsk. Mentre gli ucraini, secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa russo, hanno lanciato sei missili americani Atacms e quattro vettori britannici Storm Shadow sulla regione di Rostov, con il conseguente avvertimento che tutto ciò “non rimarrà senza risposta”. Nella stessa regione un bombardamento di droni ucraini ha provocato un incendio in una raffineria di petrolio.
Putin ha parlato nella consueta conferenza stampa fiume di fine anno 2024. Una kermesse di quattro ore e mezza in cui ha risposto a 76 domande dei giornalisti e dei cittadini. Un evento nel quale non sono mancati gli effetti mediatici. Una donna, che ha detto di parlare da “un bunker” nella regione di Kursk, gli ha chiesto al telefono quando le truppe ucraine d’invasione saranno respinte oltre confine. Al che Putin ha detto di non poter indicare “una data esatta”.
Per rendere omaggio agli “eroi” impegnati nel conflitto, il capo del Cremlino ha fatto dispiegare dietro di sé la bandiera della 155/a brigata della fanteria della Marina russa, che ha detto di aver ricevuto in dono dagli stessi militari. Putin ha lanciato poi la sfida per un “duello tecnologico” con gli Usa per dimostrare che il nuovo missile ipersonico russo Oreshnik non può essere abbattuto da alcun sistema di difesa. “Lasciamo – ha detto – che loro determinino un obiettivo, per esempio a Kiev, e concentrino tutto i loro sistema di difesa missilistica lì, e noi lanciamo l’Oreshnik”. Anche se ha parlato di “compromessi”, il presidente russo ha insistito che i negoziati con Kiev dovranno svolgersi “sulla base della realtà che sta prendendo forma sul campo oggi”, con l’avanzata russa. La situazione, ha detto, sta cambiando «drasticamente» e Mosca si avvicina al raggiungimento dei suoi «obiettivi primari». «Parliamo di progressi non di 100 o 200 metri, ma di chilometri quadrati al giorno», ha assicurato. Lo zar si mostra dunque convinto che il tempo giochi a favore di Mosca. Di qui anche la condizione politica posta a Kiev. “Parleremo – ha detto – con qualsiasi persona che vada alle urne e ottenga la legittimità, anche con Zelensky”. Ma allo stato attuale, ha avvertito, “possiamo firmare (eventuali accordi) solo con coloro che sono legittimi, e questi sono il Parlamento e il presidente del Parlamento”.
Putin in realtà ha parlato anche delle vulnerabilità della Russia. In primo luogo, l’inflazione, che ha giudicato «un segnale davvero allarmante», ammettendo l’impatto delle sanzioni occidentali, che “rendono più costose le catene di approvvigionamento”. Quindi la sicurezza interna, con l’uccisione a Mosca del generale Igor Kirillov e di un suo aiutante, conseguenza di “gravi errori” dei servizi speciali. Poi una nota personale: il conflitto in Ucraina è “una prova seria per tutti”, ha detto. Anche per lui. “In questi tre anni ho cominciato a scherzare meno e ho quasi smesso di ridere”, ha confessato. Eppure, non ha rinnegato quanto deciso nel febbraio del 2022, affermando che invece l’attacco in Ucraina avrebbe dovuto avvenire “prima”, anche se con una migliore preparazione. Alla fine, resta lo spazio anche per parlare di Medio Oriente. La caduta di Bashar al Assad in Siria non è stata “una sconfitta” per la Russia, ha assicurato Putin, dicendo di non avere ancora incontrato l’ex presidente rifugiatosi a Mosca, ma di aver “intenzione” di farlo. “Il maggiore beneficiario della crisi siriana – ha aggiunto – è Israele, che dovrebbe ritirare le sue truppe” dal territorio siriano occupato”
Due uomini sono usciti da un portone nel buio del primo mattino moscovita e si avvicinano a un’auto che li aspetta con i fari accesi sulla strada innevata. Poi la fiammata dell’esplosione. Le immagini di una telecamera piazzata su un’auto di un servizio di car sharing e circolate in rete hanno registrato gli ultimi istanti di vita del generale Igor Kirillov, l’ufficiale più alto in grado ucciso dall’inizio del conflitto in Ucraina. Un attacco rivendicato dai servizi segreti di Kiev per il quale Mosca accusa l’Occidente di complicità morale e promette una vendetta “imminente”. L’ordigno che ha ucciso Kirillov, dal 2017 a capo delle forze di difesa radiologica, chimica e biologica, era stato piazzato su un monopattino elettrico e azionato a distanza. La sua potenza era pari a un chilogrammo di Tnt, hanno riferito i media russi. Abbastanza per mandare in frantumi anche le finestre di diversi appartamenti e danneggiare gravemente l’entrata dell’immobile, situato nell’area del Viale Ryazansky, sei chilometri a sud-est del Cremlino.
Sul ruolo dell’altro uomo ucciso non si hanno al momento notizie certe. L’agenzia di stampa “Tass” lo ha identificato come Ilya Polikarpov. Alcuni blogger lo indicano come il suo autista, altri lo definiscono “assistente” di Kirillov. Il generale era un ufficiale molto in vista, sia per le accuse occidentali di avere dispiegato armi chimiche in Ucraina, sia per le frequenti conferenze stampa in cui accusava le forze di Kiev di utilizzare questo tipo di armamenti. Contrariamente a quanto avvenuto per altri omicidi mirati di ufficiali o sostenitori ideologici del Cremlino, i servizi segreti ucraini (Sbu) hanno subito rivendicato l’attacco attraverso una fonte che ha parlato con l’agenzia “Afp”. Alla vigilia dell’attentato lo stesso Sbu aveva accusato il generale russo di essere responsabile di un “uso massiccio di armi chimiche” contro le forze ucraine, affermando di aver accertato più di 4.800 attacchi di questo genere e l’intossicazione di “oltre 2.000 militari”.
La Gran Bretagna, che lo scorso ottobre aveva imposto sanzioni a Kirillov, ha fatto sapere che «non piangerà» la sua morte. Il generale “ha imposto sofferenza e morte al popolo ucraino”, ha affermato il portavoce del governo di Keir Starmer. Ma gli Usa si sono mostrati più prudenti. “Non sosteniamo questo tipo di operazioni”, è stato il commento di un alto funzionario citato dalle agenzie internazionali, sottolineando che Washington “non è stata informata in anticipo”.
A Mosca, dove è stata aperta un’inchiesta per un crimine di “terrorismo”, la prima reazione politica è stata quella dell’ex presidente Dmitry Medvedev, che ha promesso una pronta vendetta, specificando che essa dovrà prendere di mira i vertici dello Stato ucraino. “Gli inquirenti devono trovare i killer in Russia – ha detto Medvedev, attuale vicesegretario del Consiglio di Sicurezza nazionale – ma ogni sforzo deve essere fatto per eliminare i mandanti, che sono a Kiev. Ed essi sono conosciuti, sono la leadership militare e politica dell’Ucraina”. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakhkarova, ha invece denunciato una complicità morale dei Paesi occidentali alleati dell’Ucraina. L’attentato è “il risultato dell’approvazione occidentale dei crimini di guerra dei militanti del regime di Kiev”, ha scritto Zakharova sul suo canale Telegram. “L’indagine – ha aggiunto la portavoce – stabilirà i dettagli, chi ha ucciso, chi ha ordinato. Ma è chiaro che esiste una terza categoria di criminali: chi ha stimolato, chi ha nutrito, chi ha incoraggiato silenziosamente”. Resta da vedere ora come si concretizzerà la vendetta annunciata da Medvedev. Ma molti oggi ripensano al monito del mese scorso del presidente Vladimir Putin, secondo il quale il nuovo missile balistico ipersonico Oreshnik potrebbe essere usato anche per colpire “centri decisionali a Kiev”.
Vladimir Putin si sarebbe rivolto anche agli Houthi per reclutare con la forza yemeniti in fuga dal loro Paese. Le centinaia di migliaia di perdite umane hanno spinto Putin a reclutamenti forzati, a incentivi economici alla leva, e ad arruolare anche i detenuti per alimentare lo sforzo bellico. Ma per evitare una mobilitazione generale che potrebbe creare malcontento interno, lo zar si sta rivolgendo sempre di più ai suoi alleati per ottenere uomini abili al combattimento, o semplici tecnici che possano assistere i soldati. Il quotidiano economico “Financial Times” ha rivelato che da luglio i russi stanno portando in Ucraina centinaia di yemeniti. Il giornale ha interpellato alcune di queste reclute, afflitte dalla povertà e dalla guerra in patria, che affermano di aver viaggiato in Russia dietro la promessa di impieghi ben pagati e persino della cittadinanza. E una volta arrivati, grazie a enti collegati agli Houthi, sono stati invece reclutati a forza. Gli yemeniti si aggiungono ai mercenari e volontari che hanno rafforzato le file dei russi in questi anni di guerra. Con un salto di qualità importante negli ultimi mesi, rappresentato dagli oltre diecimila soldati effettivi della Corea del Nord. Schierati soprattutto nel Kursk ma che hanno iniziato a confluire anche nei fronti ucraini.
A Dnipro, i servizi segreti hanno mostrato ai giornalisti i frammenti del nuovo missile balistico russo testato sulla città. Ammettendo di non aver mai visto un’arma simile. Mosca ha iniziato a produrli in serie. Zelensky ha insistito con gli alleati sulla necessità di ottenere nuovi strumenti di difesa antiaerea e dalla Francia è arrivata una significativa apertura. La formulazione del ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot è che “non ci sono linee rosse” sul sostegno all’Ucraina, e questo vuol dire che Kiev potrebbe anche schierare missili francesi a lungo raggio contro la Russia, “secondo la logica dell’autodifesa”. Anche se non ha confermato se le armi francesi, in particolare i missili Scalp già mandati a Kiev, siano già state utilizzate.
L’Ucraina ha utilizzato per la prima volta i vettori americani a lungo raggio Atacms per colpire in profondità il territorio russo. Nello stesso giorno, il 19 novembre 2024, Mosca ha adottato la una nuova dottrina nucleare che rende possibile una rappresaglia atomica anche nel caso di un massiccio attacco missilistico dal territorio ucraino. Il ministero della Difesa di Mosca ha riferito che durante la notte le forze di Kiev hanno lanciato sei Atacms sulla regione di confine russa di Bryansk, due giorni dopo le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano statunitense “New York Times” secondo le quali Washington ha dato l’autorizzazione all’utilizzo dei vettori. Cinque sono stati abbattuti dai sistemi di difesa Pantsir e S-400, ha aggiunto il dicastero russo, mentre un sesto è stato colpito ma i suoi detriti sono caduti su una «struttura militare» provocando un incendio. Non sono segnalati morti o feriti.
In precedenza, il comando delle forze armate ucraine aveva annunciato un bombardamento, andato a segno, su un deposito di munizioni vicino a Karachev, circa 130 chilometri dal confine ucraino, ma non aveva confermato l’utilizzo dei missili americani. Una fonte militare citata dalla testata “Rbc Ucraina” aveva invece detto che erano stati impiegati proprio gli Atacms. L’Ucraina ha “capacità a lungo raggio e useremo tutto questo”, ha esultato il presidente Volodymyr Zelensky.
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, partecipando al G20 di Rio de Janeiro, ha affermato che si è trattato in sostanza di un attacco diretto americano, e che questo fa fare al conflitto un salto “di qualità”. “È impossibile usare questi missili ad alta tecnologia senza gli americani e riteniamo che non un singolo Atacms possa essere usato senza la partecipazione di specialisti statunitensi, reagiremo in modo appropriato”, ha avvertito il capo della diplomazia russa. Che poi ha detto di sperare che in Occidente venga letta la nuova dottrina nucleare russa.
Il documento firmato dal presidente Vladimir Putin, prevede che le armi atomiche vengano usate “come misura estrema e ultima risorsa” a scopo di difesa. Ma ne amplia la possibilità di impiego per rispondere a una possibile “minaccia critica alla sovranità e all’integrità territoriale” della Russia o della Bielorussia, sua stretta alleata. Inoltre, un’aggressione “da parte di uno Stato non nucleare con il coinvolgimento o il sostegno di uno Stato nucleare, sarà considerata come un attacco congiunto”. Alla domanda se ciò significhi che la Russia potrebbe dare una risposta nucleare anche ad attacchi non nucleari da parte dell’Ucraina con l’uso di missili occidentali, il portavoce del Cremlino ha risposto affermativamente. “Sì, è menzionato”, ha detto Dmitry Peskov. Ma la dottrina limita l’uso delle armi nucleari ai casi in cui sia in atto un attacco “massiccio” alla Russia con mezzi aerei e missilistici che violino il confine di Stato.
La Casa Bianca ha reagito parlando di “retorica irresponsabile” da parte di Mosca, ma ha aggiunto di non vedere la necessità di rivedere la postura o dottrina nucleare degli Usa perché la revisione di quella russa era attesa da tempo. Il Cremlino, fra l’altro, ha accompagnato l’annuncio odierno con un messaggio distensivo verso il prossimo presidente americano. Se Donald Trump sarà pronto ad “ascoltare le preoccupazioni” della Russia e a “capire le ragioni per le quali la Russia sta agendo in questo modo», sarà possibile un dialogo «per il raggiungimento della pace”, ha detto Peskov.
Gli attacchi con gli Atacms non fermano per ora l’avanzata nell’est dell’Ucraina delle truppe russe, che hanno rivendicato la conquista di un altro villaggio, quello di Novoselidovka (Novoselydivka in ucraino), a nord della cittadina industriale di Kurakhovo (Kurakhove), nella regione di Donetsk, verso la quale stanno marciando. Da parte loro le autorità ucraine hanno denunciato un bombardamento russo sulla regione settentrionale di Sumy che avrebbe colpito un dormitorio nella cittadina di Glukhov uccidendo 12 persone, tra cui un bambino.
Dopo mesi di rifiuti il presidente americano Joe Biden aveva autorizzato Kiev a usare contro la Russia i missili a lungo raggio americani Atacms che hanno una gittata di 300 chilometri. La decisione di Biden non piace ai fedelissimi di Trump. “Un’escalation prima di lasciare” la presidenza, attacca su “X “il repubblicano Richard Grenell.
“Un missile russo ha colpito un edificio di nove piani, ci sono morti confermati, compresi bambini, molte persone sono ferite”. E’ l’ultimo post su “X” del presidente ucraino che si riferisce all’attacco nella città di Sumy nella quale secondo quanto riferito dall’ufficio del procuratore locale, sono state uccise “8 persone, tra le quali un bambino, e altre 10 persone sono state ferite”.
Il 17 novembre 2024 sull’Ucraina sono piovuti 120 missili e 90 droni. L’attacco ha causato ingenti danni alle infrastrutture energetiche e almeno dieci vittime anche nelle zone occidentali del Paese. La Polonia ha fatto decollare i suoi caccia a scopo precauzionale. “Siamo stati colpiti da uno dei raid più potenti di sempre”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino, Andryi Sybiha. Dieci civili hanno perso la vita e 19 hanno subito ferite in diverse regioni. Secondo il ministro dell’Energia Herman Halushchenko, Mosca ha preso di mira “la produzione di energia e la rete di trasmissione in tutta l’Ucraina”, facendo scattare interruzioni di emergenza in varie regioni. Il ministero della Difesa russo ha precisato di aver preso di mira “le infrastrutture energetiche ucraine che alimentano l’operatività del complesso militare-industriale e le imprese che fabbricano mezzi bellici” nonché “gli aeroporti militari e gli impianti di produzione di gas”.
“I terroristi russi – ha accusato Volodymyr Zelensky – hanno utilizzato droni di vario tipo, in particolare gli Shahed, ma anche missili da crociera, balistici e ipersonici, come gli Iskander, Zirkon e Kinzhal”. “Le nostre forze di difesa hanno distrutto più di 140 obiettivi e siamo grati alla nostra aviazione – piloti di F-16, Sukhoi e MiG – e ai gruppi di fuoco mobili, alle unità di guerra elettronica: tutti hanno lavorato in modo organizzato”, ha dichiarato Zelensky. Ma non è bastato a neutralizzare del tutto l’assalto. La portata dell’attacco fa alzare l’allerta anche all’Aiea, l’agenzia delle Nazioni Unite che dovrebbe contrastare la proliferazione delle armi atomiche. “I massicci raid russi in tutto il paese mettono ulteriormente sotto pressione la sicurezza nucleare”, avverte Rafael Grossi.
L’opposizione russa è scesa in piazza a Berlino. Guidati da Yulia Navalnaya, la vedova di Alexei Navalny, circa 2.000 sostenitori hanno sfilato per le strade della capitale tedesca nonostante il cielo scuro e hanno scandito ‘No alla guerrà e ‘Russia senza Putin’. Il corteo si è concluso davanti all’ambasciata russa.
L’11 novembre 2024 la Russia ha subito il numero più alto di caduti in una sola giornata, ma nel corso dell’autunno vaste porzioni di territorio ucraino, a volte intere città, sono andate perse quasi quotidianamente nell’Oblast’ meridionale di Donetsk, mentre le forze russe hanno ottenuto significativi guadagni operativi anche nei pressi di Toretsk, di Chasiv Yar e di Kupiansk, nonché sul proprio territorio, nella Prefettura di Kursk. Secondo i dati pubblicati da Kiev, le perdite russe in Ucraina hanno raggiunto il massimo giornaliero record di 1.770. Il totale supera il precedente record di 1.740 del 13 maggio. Secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, il numero complessivo delle vittime russe ammonta a 710.660 fra morti, feriti, dispersi e catturati.
Sebbene il Cremlino non abbia reso noto il numero dei morti e dei feriti, i funzionari occidentali hanno affermato che ottobre è stato il mese più duro per le forze russe. Il numero di soldati russi feriti e uccisi in ottobre è stato in media di 1.500 “ogni singolo giorno “, ha dichiarato al al network britannico “Bbc” il 10 novembre il capo di Stato maggiore della difesa del Regno Unito ammiraglio Anthony Radakin. In questa autentica carneficina però ottengono guadagni sempre più rapidi nell’Ucraina orientale. Secondo un’analisi di Bloomberg pubblicata il 1° novembre, l’Ucraina ha perso 1.146 chilometri quadrati del proprio territorio dall’inizio dell’incursione nella prefettura di Kursk all’inizio di agosto, e la settimana fino al 1° novembre è stata segnalata come la peggiore in termini di territorio perso in tutto il 2024.
Donald Trump Jr., il figlio maggiore del presidente eletto, ha ricordato sui social l’intenzione espressa dal padre in campagna elettorale di tagliare i fondi per lo sforzo bellico ucraino, condividendo su Instagram un video di Zelensky postato dall’ex candidata vicepresidente repubblicana Sarah Palin con la scritta: “Mancano 38 giorni alla perdita della tua paghetta”. E il servizio d’intelligence esterno russo (Svr) ci ha messo del suo affermando in un rapporto che già ora il Dipartimento di Stato sta lavorando a una possibile sostituzione di Zelensky, “se fosse necessario”, giudicandolo “arrogante”.
“La situazione è difficile e le ostilità in alcune aree richiedono un costante rinnovamento delle risorse delle unità. Le truppe ucraine stanno affrontando una delle più potenti offensive della Russia dall’inizio dell’invasione. L’avanzata nell’est dell’Ucraina ha accelerato nelle ultime settimane”, ha detto il comandante delle forze armate di Kiev Oleksandr Syrsky il 2 novembre 2024. Mosca ha annunciato la conquista di Kurakhivka nella regione di Donetsk e di Pershotravneve nella prefettura di Kharkiv. Le difficoltà sono state confermate dall’intelligence militare dell’Estonia, secondo la quale solo nell’ultima settimana le forze russe hanno occupato circa 150 chilometri quadrati di territorio nella regione di Donetsk.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato massicci raid di droni, circa settanta, su varie regioni, compresa Kiev. La difesa aerea è stata attivata in quattro regioni del Paese. Il 2 novembre 2024 l’allarme aereo è in corso nelle città di tutta l’Ucraina dalle quattro del mattino. Le autorità della capitale denunciano incendi scoppiati in vari edifici residenziali. Due feriti sono segnalati nella capitale e cinque, fra i quali tre bambini, a causa di un bombardamento di artiglieria nella città meridionale di Kherson. “I costanti attacchi terroristici contro le città ucraine provano che la pressione esercitata sulla Russia e i suoi complici non è sufficiente”, ha affermato Zelensky. Secondo le autorità russe quattro civili sono rimasti feriti in attacchi di droni ucraini sulla regione frontaliera di Kursk e uno su quella di Belgorod. Due persone sono state ferite in un attacco di artiglieria delle forze di Kiev a Gorlovka, una località nel Donetsk controllata dalle truppe di Mosca.
I primi soldati della Corea del Nord si sono materializzati in zona di combattimento nella prefettura russa di Kursk il 27 e il 28 ottobre. La fonte della notizia è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che cita rapporti della sua intelligence, la Hur guidata dal generale Kyrylo Budanov. Un “evidente passo verso l’escalation” che è in contrasto con la disinformazione che abbiamo sentito dal Cremlino negli ultimi giorni”, ha commentato. “Il mondo può vedere chiaramente cosa vuole davvero la Russia. Desidera continuare la guerra. Ecco perché abbiamo bisogno di una reazione forte e basata sui principi da parte dei leader mondiali”, ha commentato Zelensky. Il presidente ha invitato l’Occidente a esercitare una “pressione tangibile” sia su Mosca sia su Pyongyang affinché rispettino la Carta delle Nazioni Unite e puniscano l’escalation. La Corea del Nord ha inviato in Russia tre generali e 12 mila soldati. Cinquecento sono ufficiali. Nella Prefettura di Kursk l’Ucraina ha messo a segno all’inizio di agosto la prima vera incursione nel territorio russo e detiene vaste porzioni di territorio. In cambio del trasferimento di soldati e armi, la Russia sta aiutando Pyongyang a eludere le sanzioni e a sviluppare le sue capacità nucleari.
Bombe a lungo raggio, anche se resta il veto di Washington a utilizzarle in profondità nel territorio russo. E’ l’ultimo regalo di Joe Biden all’Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede da mesi che sia rimosso il divieto. Ma il sì statunitense non arriverà a breve dopo la mossa aggressiva del Cremlino, che ha deciso di aggiornare la sua dottrina nucleare per “inviare un messaggio ai Paesi ostili”, America in primis.
“La Russia non prevarrà, noi saremo sempre accanto all’Ucraina ora e in futuro”, ha promesso Biden annunciando il nuovo maxi pacchetto da 8 miliardi che comprende un’altra batteria di difesa aerea e nuovi missili Patriot; munizioni e supporto per i lanciarazzi multipli leggeri Himars, veicoli blindati, mine anti imboscata, razzi Javelin. Ma la vera chicca per le forze di Zelensky sono indubbiamente le Jsow, le bombe guidate plananti con una gittata di 110 chilometri che possono essere lanciate dai caccia ad una distanza di sicurezza dalle linee nemiche e compatibili con diversi jet, tra i quali gli F-16. Gli Stati Uniti e gli alleati ne stanno trasferendo alla Ucraina un centinaio. Biden ha inoltre autorizzato il Pentagono ad ampliare il programma di addestramento per il prossimo anno di altri 18 piloti ucraini proprio sul quel tipo di caccia. Il presidente americano ha anche convocato per ottobre in Germania una riunione a livello di leader in Germania per coordinare gli sforzi degli oltre 50 Paesi che sostengono l’Ucraina e per garantire che, se dopo il voto di novembre la linea americana verso Kiev dovesse cambiare, Zelensky possa continuare a godere di un ampio e solido sostegno internazionale. Una rassicurazione che il leader ha avuto anche dalla vicepresidente Kamala Harris. “Il mio sostegno è incrollabile, lavorerò affinché Kiev prevalga”, ha dichiarato cogliendo anche l’occasione per dare una stoccata al suo rivale repubblicano. Eccola:” Ci sono dei leader negli Stati Uniti che vogliono che l’Ucraina ceda territori con proposte che non sono di pace, ma di resa”. Un chiaro riferimento a Trump e a parte dei repubblicani.
Il tre settembre 2024 due missili russi hanno colpito un istituto per la formazione di militari ucraini a Poltava. I morti sarebbero oltre 50 e i feriti 219. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha promesso una risposta alla “feccia russa”, ha chiesto di nuovo ai Paesi della Nato il permesso di utilizzare le armi da loro fornite per colpire in profondità la Federazione Russa. In Ucraina, alcuni blogger e una deputata chiamano in causa i comandi militari accusandoli di esporre i soldati a pericoli inutili. Il presidente ucraino ha detto di avere ordinato “un’inchiesta completa e rapida” sulle circostanze dell’attacco, che secondo alcuni canali Telegram di osservatori militari di Kiev sarebbe avvenuto mentre molti soldati erano radunati per una cerimonia all’aperto. Il ministero della Difesa ha smentito questo particolare, ma ha ammesso che l’allarme è risuonato solo pochi istanti prima che i missili arrivassero sul bersaglio, non lasciando ai presenti il tempo per mettersi al riparo.
“Le tragedie si ripetono, quando finirà tutto questo?”, ha scritto sui social la deputata della Rada, la Camera ucraina, Maryana Bezuhla, che la settimana scorsa aveva attribuito l’abbattimento di un jet F-16 fornito da Paesi occidentali a Kiev a un sistema di difesa Patriot in dotazione agli ucraini. L’episodio aveva portato alla rimozione del comandante dell’Aeronautica, Mykola Oleshchuk. Tre ministri ucraini si sono dimessi oggi, ma non è ancora chiaro il motivo. Il presidente del Parlamento ha dichiarato che il ministro responsabile della supervisione della produzione di armi Oleksandr Kamyshin, il titolare della Giustizia Denys Maliuska e quello dell’Ambiente Ruslan Strilets hanno lasciato i loro incarichi.
Il primo a dare notizia del bombardamento odierno è stato Zelensky con un messaggio sul suo canale Telegram nel quale ha parlato di un attacco che ha colpito “un istituto scolastico” e un “vicino ospedale”. “Uno degli edifici dell’Istituto delle comunicazioni è stato parzialmente distrutto”, ha aggiunto il presidente. Si tratta appunto, come ha precisato l’agenzia di stampa “Rbc Ucraina”, dell’Istituto di comunicazioni militari di Poltava, all’interno del quale si trova anche il Collegio militare dei sergenti che si formano in informatica, telecomunicazioni e radioingegneria. Immagini diffuse sui social media hanno mostrato un edificio a più piani completamente sventrato.
Il presidente russo Vladimir Putin ha intanto lasciato la Mongolia dopo una visita in cui è stato ricevuto con tutti gli onori dal suo omologo Ukhnagiin Khurelsukh, il quale ha salutato l’evento come un’occasione per sviluppare la “partnership strategica” tra i due Paesi. E questo nonostante la Mongolia fosse in teoria tenuta ad arrestare l’ospite in osservanza di un mandato della Corte penale internazionale, alla quale aderisce. La Ue ha espresso “rammarico” per il fatto che Ulan Bator non abbia “rispettato gli obblighi previsti”.
“Forse è troppo presto per parlarne, ma il primo missile balistico ucraino è stato testato con successo”, si è compiaciuto il presidente Volodymyr Zelensky in una conferenza stampa a Kiev. Vettori balistici tattici Tochka-U erano rimasti in Ucraina dopo il crollo dell’Unione Sovietica e ora vengono resuscitati per attaccare le regioni russe, inclusa la provincia di Kursk. Pochi giorni fa Zelensky aveva svelato al mondo anche l’esordio in combattimento del nuovo drone a lungo raggio targato Kiev, il Palianytsia. Secondo il presidente ucraino, l’Ucraina avrebbe la capacità di produrre tra 1,5 e 2 milioni di velivoli senza pilota all’anno, ma “non dispone dei fondi” necessari.
Mosca ha preso di mira per il secondo giorno consecutivo le città ucraine con missili e con droni ai quali Kiev ha risposto “usando gli F-16” forniti dalla Nato, ha rivelato Zelensky. Nella regione di Kursk Rafael Grossi, il direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia delle Nazioni Unite che dovrebbe impedire la proliferazione delle armi atomiche, ha evocato il “pericolo di un incidente nucleare” visitando la centrale di Kursk, nella quale ha affermato di aver “visto tracce di attacchi di droni” sul territorio dell’impianto. Un hotel di Kryvyi Rih, è stato raso al suolo. Tre civili sono morti. Altrettante persone hanno perso la vita nella regione di Dnipropetrovsk. Una a Kherson. Secondo Oleksandr Syrsky, il comandante delle forze armate ucraine, i suoi militari ora controllano 1.294 km quadrati e 100 insediamenti e hanno catturato 594 soldati russi nel governatorato di Kursk. Intervenendo a Kiev al forum “Ucraina 2024. Indipendenza”, il generale ha affermato che Mosca ha spostato circa 30.000 soldati da altri settori nella direzione di Kursk e che “questo numero sta crescendo”.
“Non ne vogliono parlare e io continuo a tirarlo fuori, le Olimpiadi sono finite, ma il ping pong c’è ancora”, ha scherzato Zelensky. In maggio, gli Stati Uniti hanno consentito al suo Paese di utilizzare lanciarazzi multipli Himars, razzi Gmlrs e artiglieria contro il territorio russo, ma solo vicino al confine ucraino. Gli Usa e il Regno Unito vietano ancora di destinare i missili americani Atacms e gli Storm Shadow britannici a raid contro il cuore della Russia.
Secondo le autorità regionali il 26 agosto 2024 gli attacchi russi in Ucraina hanno causato la morte di almeno otto persone e ne hanno ferite 34. Nella notte fra il 26 e il 27 agosto la Russia ha lanciato 81 droni d’attacco Shahed e 10 missili. Complessivamente, le forze russe hanno utilizzato tre missili balistici Kinzhal sganciati da aerei MiG-31K, cinque missili da crociera Kh-101 scagliati da bombardieri Tu-95, un missile balistico Iskander-M e un missile da crociera Iskander-K, ha affermato il comandante dell’aeronautica militare Mykola Oleshchuk. Cinque missili da crociera Kh-101 e 60 droni sono stati intercettati dalle difese ucraine. Le vittime sono state quattro. I feriti 16. Con droni e missili La Russia ha messo nel mirino anche il governatorato di Kiev e la capitale. Diversi segnali fanno pensare che l’incursione dell’Ucraina nel governatorato di Kursk si stia estendendo a quello di Belgorod. Il 10 agosto Un’unità del Duecento cinquantaduesimo Battaglione ucraino sarebbe entrata nel villaggio di Poroz .
Nelle stesse ore Mosca ha schierato le sue unità più pronte al combattimento nel settore di Pokrovsk nella regione del Donetsk. I russi continuano ad avanzare nel Governatorato di Zaporizhzhia, cercando di riconquistare posizioni vicino al villaggio di Robotyne. Nell’area di Kherson le forze di Mosca stanno tentando di riprendere il controllo di una zona insulare vicina al delta del fiume Dnipro. “Per il ministero della Difesa russo, la situazione sulla frontiera resta difficile, ma controllabile”, ha riferito Vyacheslav Gladkov, il governatore di Belgorod.
Il 25 agosto 2024 una pioggia di fuoco, la più massiccia dall’invasione russa dell’Ucraina, si era abbattuta sul Paese. Secondo il Servizio di emergenza statale di Kiev sette persone sono morte e 47 sono rimaste ferite. E’ stata la reazione russa all’invasione ucraina della regione di Kursk. Il primo ministro ucraino Denis Shmyal ha denunciato che l’attacco di Mosca ha preso di mira 15 prefetture. L’Aeronautica militare ha riferito che le forze di Mosca hanno scagliato contro il Paese 127 missili e 109 droni e che sono stati abbattuti 102 razzi e 99 velivoli senza pilota. I raid della Federazione Russia avrebbero preso di mira strutture civili, impianti energetici, depositi di carburante e a Kiev una diga che alimenta la centrale elettrica della città. Le forze armate ucraine sostengono di aver intercettato un missile Kinzhal, un vettore balistico Iskander-M/KN-23, un proiettile da crociera Kh-22, 99 missili da crociera Kh-101, Kalibr e Kh-59/69, e 99 droni Shahed. Sono state colpite anche aree vicine al confine con la Polonia le cui forze armate hanno denunciato l’attraversamento del proprio spazio aereo da parte di un “oggetto militare” durante i bombardamenti russi, probabilmente un drone. Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri ucraino, si è spinto a chiedere ai Paesi occidentali non solo di approvare “gli attacchi a lungo raggio dell’Ucraina su tutti gli obiettivi militari legittimi sul territorio russo”, ma anche di “usare le capacità di difesa aerea dei partner per abbattere missili e droni in prossimità del loro spazio aereo”.
Nella notte tra il 25 e il 26 agosto 2024 Mosca ha sostenuto di avere abbattuto 20 droni ucraini. Nove erano diretti verso la regione di Saratov, sul Volga. Le autorità locali hanno riferito che in questa città è stato colpito un alto edificio residenziale nel quale sono stati danneggiati undici appartamenti. Quattro civili sono stati feriti. Un drone ucraino ha tentato di innescare un rogo in una raffineria di petrolio a Jaroslav, 300 chilometri a nord-est di Mosca. Sono per il momento sconosciute, invece, le cause di un incendio sviluppatosi in una grande raffineria a Omsk, nella Siberia sud-occidentale. Secondo il governatore un civile ha perso la vita.
“In totale, dall’inizio delle operazioni nella regione di Kursk, le nostre truppe sono avanzate di 35 chilometri nell’entroterra”, ha detto il capo delle forze ucraine, Oleksandr Syrsky, in un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Abbiamo preso il controllo di 1.150 chilometri quadrati di territorio e di 82 località”, ha aggiunto, ribadendo che la situazione è “sotto controllo”. L’esercito ucraino ha creato – ha aggiunto – un ufficio amministrativo nella regione russa di Kursk: “E’ stato istituito un ufficio del comandante militare, affidato al generale Eduard Moskalyov , «per mantenere l’ordine e per assicurare i bisogni della popolazione». Il capo dello stato ucraino ha annunciato che le forze di Kiev hanno preso il pieno controllo della città russa di Sudzha.
Per Putin l’offensiva di Kiev in territorio russo ha lo scopo di migliorare la posizione ucraina in vista di futuri negoziati. Tutto ciò “con l’aiuto dell’Occidente”. Gli Usa e i loro alleati, ha dichiarato, “fanno la guerra alla Russia per mano ucraina”. Il presidente della Federazione Russa vede nell’iniziativa bellica anche un tentativo di distogliere truppe di Mosca dal teatro del Donbass, dove da mesi sono all’offensiva. Scopi che non saranno raggiunti, ha assicurato Putin: le forze di Mosca “stanno avanzando lungo tutta la linea del fronte” in territorio ucraino, ha affermato. Il ministero della Difesa ha detto che è stato “accelerato il ritmo” dell’offensiva nella regione di Donetsk, con la conquista di tre villaggi nell’ultima settimana. Le autorità militari ucraine di Pokrovsk, una cittadina assediata dai russi, hanno invitato i civili ad accelerare l’evacuazione, perché le truppe di Mosca “stanno avanzando a ritmo sostenuto”. “Ogni giorno che passa c’è sempre meno tempo per raccogliere gli effetti personali e per partire verso regioni più sicure”, recita un comunicato.
Il ministero dell’Interno di Kiev ha denunciato che un bombardamento russo ha ucciso 14 civili e ne ha feriti 43 feriti in un supermercato nella cittadina industriale di Kostiantynivka, nella regione di Donetsk, a 13 chilometri dalla linea di contatto tra le forze ucraine e quelle russe. In queste ore Mosca sta facendo affluire verso il campo di battaglia colonne militari che, secondo quanto fatto sapere dal ministero della Difesa, trasportano armi pesanti, in particolare lanciarazzi multipli Grad, pezzi di artiglieria e carri armati. Nella regione di Sumy la polizia ucraina ha fatto sapere che è in corso l’evacuazione di 20.000 civili da 28 insediamenti per il pericolo rappresentato dai bombardamenti russi, che continuano a martellare l’area nel tentativo di distruggere le riserve di militari ucraini che potrebbero varcare il confine in una seconda ondata a rinforzo dei commilitoni già impegnati in battaglia.
il 6 agosto 2024 per la prima volta l’esercito ucraino aveva occupato territorio russo nella regione di Kursk. Era arrivato fino a Sudzha e aveva sbarrato l’autostrada che collega Kursk con Sumy, una città ucraina vicina al confine con la Federazione Russa. Le forze speciali si erano infiltrate nella notte tra il 5 e il 6 agosto. Un battaglione della Ottantaduesima brigata dei parà è partito alla carica sulle autoblindo americane Stryker a otto ruote motrici. Su un’altra direttrice si sono mossi i cingolati Bradley, anche questi forniti dagli Usa e i carri pesanti T 64 della Ventiduesima Brigata. I guerrieri ceceni della Akhmat hanno immediatamente ripiegato. Due elicotteri russi sono stati abbattuti. I cacciabombardieri di Mosca armati con bombe plananti sono rimasti a terra. Si sono alzati in volo solo gli imprecisi Sukhoi 25 che debbono procedere rasoterra per evitare di essere colpiti. Sudzha, a 8 chilometri dalla frontiera, è stata abbandonata dai suoi cinquemila abitanti.
I soldati ucraini sono riusciti a occupare la grande stazione che pompa il gas diretto all’Europa (pare che Kiev continui ad essere pagata da Mosca per i diritti di transito). La possibile minaccia alla conduttura ha fatto salire di oltre il 5% il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam fino a 40,43 euro al megawattora, nuovo massimo dell’anno. La Gazprom, il colosso statale russo del settore, ha fatto sapere però che il flusso continua regolarmente. Il fronte dell’assalto è lungo 50 chilometri ed è arrivato, con una profondità di quasi trenta, fino a Korenevo. La scorsa settimana la situazione per gli ucraini era diventata molto pesante a New York, una località del Donbass, a Toretsk, a Pokrovsk e a Chasiy Yar. Kiev ha pagato duramente la lentezza del reclutamento di nuovi coscritti.
Il ministero della Difesa di Mosca ha detto che gli ucraini cercano di avanzare nei distretti di Sudzha e Korenevo e che sono sottoposti ai martellanti bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione russe. Gli ordigni colpiscono anche le riserve delle truppe di Kiev nella regione ucraina di Sumy, sull’altro lato del confine. Secondo Mosca dall’inizio dell’incursione, all’alba del 6 agosto, gli ucraini hanno perso 660 militari e 82 veicoli corazzati, inclusi otto carri armati. Il canale “Rybar”, considerato vicino alle forze armate russe, afferma che, dopo essersi impadroniti di diversi villaggi, gli invasori hanno ora “sotto quasi completo controllo Sudzha”. Il vice governatore ad interim di Kursk, Andrey Belostotsky, ha riferito che quattro persone sono morte negli attacchi ucraini. Secondo la diocesi locale della Chiesa ortodossa russa, una persona è deceduta nel bombardamento sull’antico monastero di San Nicola Belogorsky nel villaggio di Gornal, non lontano da Sudzha. Un altro civile è rimasto ucciso e uno ferito in un attacco sulla regione russa di Belgorod. Le autorità ucraine segnalano almeno cinque persone uccise dalle bombe russe, due delle quali nella regione di Sumy. Sono 3.000 i civili finora evacuati dalle aree dei combattimenti in territorio russo e 6.000 sono stati fatti sgomberare in quello ucraino.
In Ucraina è nata la guerra a prezzi popolari. Un esercito di robot e di droni (ma anche di mezzi di terra) viene sviluppato in centinaia di laboratori segreti sparsi in tutto il Paese. I costi di produzione sono molto bassi, inferiori a quelli per l’acquisto e l’importazione di modelli stranieri. E’ un vero e proprio sistema di start up della difesa, 250 secondo le stime di “Sky News”. Sorgono dal nulla, spesso in mezzo alla campagna. Sembrano officine rurali. L’apertura di un capannone di questo genere costa l’equivalente di 35mila dollari, spiega l’imprenditore Andrii Denysenko. Nella sua impresa, la UkrPrototyp, si riesce a sfornare in soli quattro giorni un mezzo da terra autonomo Odyssey, che pesa 800 chili e che può viaggiare per 30 chilometri in autonomia, con una batteria grande quanto un mini-frigorifero da camping.
Gli Usa piazzeranno in Germania nuovi missili a lunga gittata Sm-6 e Tomahawk e vettori ipersonici che sono in via di sviluppo. Gli Sm-6 hanno una gittata di 460 chilometri e i Tomahawk di 2500. Il cammino dell’Ucraina verso la Nato è “irreversibile”, ma per ora non è stata messa nero su bianco nessuna data. Sono i punti cruciali del vertice della Nato che si è tenuto a Washington nel settantacinquesimo anniversario dell’Alleanza Atlantica. Il vice ministro degli Esteri di Mosca Sergey Ryabkov ha dichiarato che “nessuno in Occidente dovrebbe avere dubbi sulla determinazione” della Russia a rispondere a quel possibile schieramento e ha bollato il summit Nato come “un vertice della vergogna”.
I nuovi sistemi di difesa antiaerea Patriot e Samp -T chiesti da Volodymyr Zelensky stanno finalmente arrivando assieme agli F16 messi a disposizione dall’Olanda e dalla Danimarca. Secondo fonti della Nato, l’invio dei caccia sarebbe tormentato da ritardi, problemi sui pezzi di ricambio e dalla barriera linguistica tra piloti ucraini e addestratori stranieri. E si teme inoltre che l’Ucraina non abbia abbastanza piste e che quelle disponibili siano troppo vulnerabili agli attacchi russi. Il risultato è che Kiev potrebbe essere in grado di schierare uno squadrone di F-16 da 15 a 24 jet: ben al di sotto dei 300 richiesti. Entro quest’estate potrebbero arrivarne appena 6.
L’Italia ha fornito una seconda batteria Samp – T sviluppata assieme alla Francia. Kiev riceverà anche Patriot e componenti per operarli da Stati Uniti, Germania, Romania, Olanda. Gli Usa hanno poi fatto sapere che una batteria a cortissimo raggio data in supporto alla brigata americana di Vicenza verrà impiegata “a supporto dell’eventuale proiezione delle forze Usa”. L’ucraina riceverà 40 miliardi di euro all’anno. Un comando guidato da un generale a tre stelle e circa 700 effettivi che lavoreranno presso il quartier generale della Nato in Germania e negli hub nella parte orientale del paese.
L’8 luglio 2024 un missile russo da crociera Kh-101 ha sventrato l’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev, il più importante dell’Ucraina. Due persone sono morte e 16 ferite. Sette sono bambini. Il bilancio finale delle vittime della giornata fatto dal giornale “Kiyv Independent” è di 41 vittime e circa 150 feriti in un attacco aereo che ha preso di mira la capitale, 27 vittime, Kryvy Rih, la città di origine del presidente Volodymyr Zelensky nella quale hanno perso la vita 10 persone, Dnipro, 1 civile ucciso, Sloviansk, Pokrovsk, tre morti e tre feriti, e Kramatorsk. Tre bambini, secondo Zelensky, hanno perso la vita. In un secondo attacco su Kiev i detriti di un missile hanno danneggiato un ospedale per la maternità. Secondo il Servizio di emergenza statale citato dal “Kiyv Independent” sono stati danneggiati “50 siti civili, tra i quali edifici residenziali, un centro commerciale e due strutture mediche”.
Le immagini più sconvolgenti sono quelle arrivate dall’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev infermieri insanguinati, madri che scappano con i figli in braccio, bambini sottoposti a chemioterapia assistiti sul ciglio della strada. Mosca ha reagito all’indignazione internazionale sostenendo, senza fornire prove, che “L’attacco combinato è stato sferrato con armi di precisione a lungo raggio contro siti militari-industriali e basi aeree ucraine” e che il danno alla struttura pediatrica “è stato causato da un missile di difesa aerea ucraino”.
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’intenzione di riprendere la produzione dei vettori a corto e medio raggio in risposta ad analoghe iniziative degli Usa, che fin dal 2019 si sono ritirati dal trattato Inf, (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) siglato a Washington l’8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e da Michail Gorbačëv, a seguito del vertice di Reykjavík (11-12 ottobre 1986) tenutosi tra i due Capi di Stato di Stati Uniti d’America e Unione Sovietica. “Apparentemente abbiamo la necessità di cominciare la produzione di questi sistemi d’arma e poi, sulla base della situazione reale, prendere decisioni su dove schierarli, se è necessario per garantire la nostra sicurezza”, ha detto Putin in una riunione del Consiglio di Sicurezza, dopo che il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, e quello della Difesa, Andrei Belousov, avevano esposto la situazione nelle loro relazioni. Fu Donald Trump, cinque anni fa, a decidere di abbandonare il trattato Inf, citando tra l’altro presunte violazioni da parte di Mosca, che aveva negato. Trump aveva motivato la decisione anche con la necessità di contrastare il possibile schieramento di missili nel Pacifico, incluso il Mar Cinese Meridionale, da parte di Pechino, che non era firmataria dell’intesa. Mosca aveva detto che non avrebbe comunque dispiegato tali vettori se gli Usa non lo avessero fatto per primi. Ma lo scorso aprile il generale Charles Flynn, comandante delle forze americane nel Pacifico, ha annunciato che Washington intendeva schierare tali vettori in questa regione entro la fine dell’anno come deterrenza contro la Cina. “Non discuterò quale sistema e non dirò dove e quando – aveva detto Flynn in un’intervista al quotidiano giapponese “Asahi Shinbun”. Posso solo affermare che ci sarà un sistema di precisione a lungo raggio dislocato nell’area in cui ci troviamo”.
Secondo la Russia, il dispiegamento di missili americani nella regione Asia-Pacifico potrebbe minacciare anche il suo territorio. Il 30 maggio Lavrov ha affermato che Mosca non esclude nemmeno “ulteriori passi nel campo della deterrenza nucleare, perché i missili americani con basi avanzate saranno in grado di coprire i posti di comando e le posizioni delle forze nucleari” russe. Ma ora, ha detto Putin nella riunione del Consiglio di Sicurezza, “si è saputo che gli Usa hanno già portato questi sistemi missilistici per esercitazioni in Europa, in Danimarca”. Quanto al dispiegamento nella regione Asia-Pacifico, il presidente ha detto che il Paese prescelto dagli Stati Uniti sono le Filippine. Il trattato Inf aveva messo al bando tutti i missili balistici e da crociera americani e russi lanciati da terra, sia nucleari sia convenzionali, con un raggio dai 500 ai 5.500 chilometri. Nell’intesa non rientravano invece In dotazione di aerei o di natanti. Entro il 1991 Mosca e Washington avevano eliminato quasi 2.700 di questi vettori.
Una persona è stata uccisa e altre nove, tra le quali un bambino, sono rimaste ferite il 30 giugno 2024 in un attacco contro un ufficio postale a Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. Il capo dell’amministrazione regionale di Kharkiv, Oleg Synegubov, ha detto che tra i feriti c’è anche un bambino di otto mesi. “Un uomo, un impiegato delle poste, è stato ucciso”, ha precisato su Telegram. Sempre il 30 giugno, intorno alle 19 e 30, i russi hanno lanciato un altro attacco missilistico su Kiev capitale. Secondo i dati preliminari dell’Aeronautica Militare Mosca probabilmente ha utilizzato missili da crociera che hanno attraversato la regione di Chernihiv e si sono diretti a Kiev dalla direzione nordest. Lo scrive su Telegram l’amministrazione militare della città. “Nel distretto di Obolon è stata registrata la caduta di detriti” e “un edificio residenziale di 14 piani è stato danneggiato: secondo i dati in corso di verifica, alcune strutture dell’edificio su più piani sono state distrutte parzialmente e i balconi dell’edificio hanno preso fuoco. I dati sulle vittime non sono ancora disponibili”.Le truppe russe hanno attaccato la città di Vilniansk nell’oblast di Zaporizhzhia il 29 giugno, uccidendo sette persone, tra cui tre bambini, e ferendone 36.
Quattro civili russi morti, fra i quali due bambini, domenica 23 giugno su una spiaggia di Sebastopoli nella Crimea occupata da Mosca nel 2014. Un missile russo di nuova concezione S – 500 avrebbe colpito un Atacms fornito dagli Usa all’Ucraina e i rottami si sarebbero abbattuti sui bagnanti. Il 26 giugno il ministro della difesa russo Andrej Belousov si è sentito per la prima volta dopo più di un anno con il pari grado americano Lloyd Austin circa “il rischio di un’ulteriore escalation a causa della fornitura di armi alle forze ucraine”. Questa è la versione di Mosca. Per Pat Ryder, il portavoce del Pentagono, i due hanno concordato di “tenere aperte le linee di comunicazione”. Era dal marzo 2023 che il segretario alla Difesa Usa non parlava con il suo omologo di Mosca. All’epoca era Serghei Shoigu, di recente destituito dal presidente russo Vladimir Putin.
Nell’ultimo anno gli Usa hanno fornito a Kiev molte rampe di lancio che possono essere utilizzate anche per i missili Atacms, ordigni che possono colpire obiettivi anche a 300 chilometri di distanza. E proprio questi ultimi vettori, secondo Mosca, sono stati utilizzati domenica per un bombardamento sulla Crimea. Il portale ucraino “Kyiv Post”, che cita fonti militari, non dubita che i comandi di Kiev abbiano ordinato di sparare diversi Atacms per colpire rampe missilistiche russe e altre basi sulla costa meridionale della Crimea. In particolare, sarebbero state colpite basi e postazioni radar nel villaggio di Vitino. Lì sorgeva una centrale di monitoraggio costruita dall’Urss nel 1958 per intercettare i satelliti e i missili balistici.
A fine maggio 2024 il presidente statunitense Joe Biden aveva autorizzato Kiev a usare i missili americani solo per colpire le rampe dei vettori russi a pochi chilometri dal confine nella zona di Kharkiv. Poi il Pentagono avrebbe acceso il semaforo verde per tutti i siti russi che sparano sull’Ucraina entro cento chilometri dalla linea di demarcazione fra i due Paesi, escludendo però gli Atacms. Ma la Crimea invasa dai russi e poi annessa nel 2014 per Washington è ancora un territorio ucraino e quindi può essere colpita con gli Atacms.
I caccia F-16 sono arrivati in Ucraina. Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia si sono impegnati a fornire all’Ucraina circa ottanta F-16. I primi jet sono in dirittura d’arrivo da Copenaghen (le consegne saranno scaglionate per ragioni operative nell’arco di anni). Kiev ha comunicato di aver abbattuto il caccia russo dalla tecnologia più avanzata, il Sukhoi Su-57, arma potente e fondamentale nell’offensiva di Mosca in Ucraina. E’ la prima volta dall’inizio della guerra. Un episodio che sembra confermare l’andamento delle operazioni militari ucraine con attacchi che vanno sempre più in profondità in Russia dopo lo sciame di droni che nei giorni scorsi Kiev è riuscita a spingere fino in Ossezia del Nord. Secondo gli Stati Uniti, l’offensiva militare russa intorno a Kharkiv “è in fase di stallo”, risultato questo stando alla Casa Bianca del via libera dato da Washington agli ucraini per colpire sul territorio russo utilizzando armi fornite dagli Usa. L’abbattimento del caccia russo è stato annunciato dall’intelligence militare ucraina, il Gru: “L’8 giugno, un caccia multiruolo Su-57 dello Stato aggressore è stato colpito sul territorio dell’aeroporto di Akhtubinsk, nella regione di Astrakhan, nella Federazione Russa, situato a 589 chilometri dalla linea di combattimento”, si legge in un comunicato.
Secondo fonti russe le forze di Kiev avrebbero effettuato il primo attacco contro la Federazione con missili americani dopo l’autorizzazione concessa ufficialmente da Washington. L’obiettivo era un sistema di difesa antiaerea nella regione frontaliera di Belgorod. La notizia arriva nel giorno nel quale Mosca ha ammonito gli Stati Uniti a non commettere errori “fatali” in Ucraina. Secondo il canale Telegram russo di esperti militari Dva Majora, che conta oltre 700.000 iscritti, missili Himars americani si sono abbattuti su una postazione che dispiegava razzi S-300 e S-400. La stessa fonte ha aggiunto che non si registrano vittime tra i soldati di Mosca. Il canale ha postato anche alcune fotografie nelle quali si vedono mezzi militari in fiamme e una colonna di fumo alzarsi nel cielo. “Astra“, un altro canale russo, ha scritto che l’attacco ha danneggiato una base per le truppe e un’area di stoccaggio di armi pesanti nel distretto di Korochanskiy, sempre nella regione di Belgorod. Notizie non confermate dalle autorità di Mosca, né da quelle di Kiev. In precedenza Vyacheslav Gladkov, il governatore di Belgorod, aveva detto che ieri una persona era morta e altre tre erano rimaste ferite nell’esplosione di un deposito di munizioni proprio nel distretto di Korochansky, ma non aveva precisato le cause.
Kiev sta impiegando armi di lungo raggio di produzione nazionale o acquistate all’estero. Il 24 maggio 2024 un nugolo di droni ha crivellato l’enorme antenna radar di Armavir nella regione di Krasnodar, uno dei caposaldi della rete di allarme che avvisa i russi dell’arrivo di missili a Mosca. E’ un impianto avanzatissimo che tiene d’occhio le traiettorie dal Medio Oriente e dal Mediterraneo orientale. Oleksandr Syrsky, il ministro responsabile delle forze armate di Kiev, su Telegram ha annunciato che i primi istruttori militari francesi arriveranno “presto” in Ucraina. “Il Ministero della Difesa, – ha precisato poi su “X” – insieme allo Stato Maggiore Generale, ha avviato il lavoro interno sui documenti rilevanti su questo tema al fine di non perdere tempo nel coordinare le questioni burocratiche quando verrà presa la decisione appropriata”.
Tre persone sono morte e sei sono state ferite nella provincia di Mykolaiv che confina con quella di Odessa. Secondo il Servizio statale per le emergenze missili russi hanno colpito una zona di 300 metri quadrati nella quale c’erano un bar, un’officina e un impianto per il lavaggio di auto. A nord, riferisce la “Ukrainska Pravda”, continua l’offensiva nella provincia di Kharkiv. Sono stati attaccati i distretti di Kholodnohirskyi e Shevchenkivskyi. Hanno subito danni due aziende che producevano dolciumi e macchine agricole.
Su Kholodnohirskyi sono state lanciate le cosiddette bombe plananti, in sigla “UMPB D- 30”, ordigni che possono essere sganciati dai jet di Mosca senza uscire dallo spazio aereo della Federazione russa. Una donna di 46 anni ha perso la vita.Il 28 maggio i caccia F – 16 saranno al centro dell’incontro fra il primo ministro belga Alexander De Croo e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj. Discuteranno, tra l’altro, del sostegno militare all’Ucraina e firmeranno anche un accordo bilaterale sulla sicurezza. “Tradotto in modo approssimativo: quali garanzie di sicurezza offre il nostro Paese all’Ucraina?”, ha detto De Croo il 27 maggio nel corso del programma televisivo “De Verkiezingstafel” su Play4.
Prima una tipografia di Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina, sette morti il 23 maggio 2024. Poi un affollato supermercato edilizio, l’Epicentr, colpito con due bombe plananti che hanno provocato un grande incendio il 25 maggio, 16 vittime, fra le quali una ragazzina di 12 anni e la madre. Infine un terzo raid nel centro della città, 25 feriti. Fra questi secondo la Procura regionale c’è un ragazzo di 14 anni. Nelle prime ore del 10 maggio, la Russia aveva dato il via a una nuova offensiva nella provincia di Kharkiv, lanciando all ‘attacco trentamila soldati. Secondo Zelenskyj, le forze di Mosca erano riuscite ad avanzare nella regione fino a dieci chilometri, ma erano state fermate dalla prima linea di difesa. Le autorità locali ucraine hanno anche segnalato casi di esecuzione di civili perpetrate dai soldati russi.
Oleksandr Lytvynenko, il capo del Consiglio di Sicurezza ucraino, ha rivelato in un’intervista all’agenzia di stampa “Afp” che trentamila soldati russi hanno varcato il confine settentrionale. Il ministero della Difesa di Mosca afferma che le truppe russe continuano a rafforzare le posizioni lungo tutto il fronte, e a distruggere armamenti forniti dai Paesi occidentali all’Ucraina. Tra questi, per la prima volta, ha citato un pezzo d’artiglieria italiano, un Oto Melara M56 da 105 millimetri.
La resistenza ucraina è in affanno di fronte alla nuova offensiva russa nel nord della regione di Kharkiv. Lo confermano le stesse forze di Kiev: “La situazione si è sostanzialmente aggravata”, ha ammesso il comandante delle forze armate Alexander Syrsky, “ma la difesa sta mantenendo le posizioni”. Di tutt’altro parere è il ministero della Difesa russo che rivendica la conquista di altri quattro villaggi ucraini – Gatische, Krasnoye, Morokhovets e Oleinkovo – dopo quelli dei giorni scorsi. Le forze ucraine hanno reagito colpendo senza sosta la regione russa di Belgorod, nella quale secondo le autorità di Mosca frammenti di un missile ucraino “fornito dalla Nato” si sono abbattuti su un palazzo di 10 piani nell’omonimo capoluogo provocandone il crollo. Nove persone sono morte. I feriti sono 20. Due sono bambini.
Artem Lysogor, capo dell’Amministrazione militare del Lugansk, ha annunciato che da lunedì 6 maggio le madri che partoriscono negli ospedali della regione dovranno dimostrare la cittadinanza russa di almeno uno dei genitori del neonato affinché quest’ultimo possa essere dimesso dall’ospedale. La disposizione viola l’Articolo 2 della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio.
Kiev avrebbe già cominciato a usare i missili balistici statunitensi Atacams. Il ministero della difesa della Federazione russa sul suo canale Telegram ha pubblicato la notizia che quattro Atacams sono stati abbattuti in Crimea. Grant Shapps, il ministro della difesa del Regno Unito, ha rivelato che il suo Paese, la Francia e l’Italia hanno fornito agli ucraini anche i missili Storm Shadow che sono in grado di colpire un obiettivo anche a 250 chilometri dal punto di lancio, ossia all’interno del territorio russo.
Diciassette morti a Chernihiv e sessanta feriti il 23 aprile 2024. La città dell’Ucraina è stata colpita da tre missili Iskander russi. “Questa mattina in Ucraina – ha detto il presidente Volodymyr Zelenski partecipando in videoconferenza al vertice dell’Unione Europea – è cominciato un altro attacco terroristico russo. Hanno colpito la nostra città di Chernihiv. Missili da crociera contro edifici civili. Molte case e un ospedale sono stati danneggiati, un albergo è stato completamente distrutto. C’erano persone sotto le macerie. In totale, più di 60 sono rimaste ferite, compresi i bambini. Purtroppo, 17 sono state uccise.
Gli aerei di Mosca hanno cominciato a sganciare anche bombe Kab, più di mille nel solo mese di marzo, 3500 in tutto il 2024, 16 volte la quantità usata nel 2023. Le Kab sono munite di un paio di pinne che consentono loro di planare nell’aria per decine di chilometri senza perdere di vista il bersaglio finale e quindi possono essere lanciate anche all’esterno dello spazio aereo ucraino. Le loro testate da 250 o da 500 chili fanno crollare un palazzo intero. La città nell’occhio del ciclone ora è Kharkiv, ad appena trenta chilometri dal confine con la Russia. Ogni notte viene colpita con bombe Kab e con droni progettati in Iran. In cinque regioni dell’est l’elettricità è fornita solo per poche ore al giorno. Una donna è stata uccisa a Kupyansk, nella regione di Kharkiv, nella notte del 6 aprile da una Kab lanciata su un quartiere residenziale. Tre persone hanno perso la vita nella Prefettura di Zaporizhzhia.
Gli ucraini hanno lanciato un drone contro un camion parcheggiato vicino alla mensa della gigantesca centrale nucleare di Zaporizhzhia. Rafael Grossi, il direttore dell’Agenzia internazionale dell’Onu per l’energia atomica, ha esortato “ad astenersi da azioni che contraddicono i 5 principi dell’Aiea e che mettono a repentaglio la sicurezza nucleare”. Decine di droni sono stati intercettati nelle regioni russe di confine. Vicino a Belgorod i frammenti di un velivolo abbattuto hanno ucciso una donna e ferito 4 persone, fra queste due bambini. Mosca dichiara di aver distrutto un magazzino di droni marini – vero e proprio incubo della Flotta russa – “forniti dalla Nato”. Washington ritiene che la Cina stia intensificando il suo sostegno alla Russia fornendo a Mosca immagini satellitari.
In questo cupo scenario Zelensky ha licenziato Serhii Shefir, il suo primo consigliere, nominato il 21 maggio del 2019, e due vice del suo capo di gabinetto Andriy Yermak. Appena pochi giorni fa era stato silurato uno degli uomini più potenti di Kiev, il capo del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale Oleksiy Danilov. Prima ancora, e con molto più rumore, aveva ricevuto il benservito di Zelensky il capo delle forze armate Valery Zaluzhny. Il generale, non più allineato con la narrativa presidenziale su una vittoria totale a portata di mano, aveva pagato il fallimento della controffensiva contro i russi lanciata nella primavera scorsa.
I soldati ucraini posizionati ad Avdiivka hanno dichiarato che prima della caduta della città la Russia aveva cambiato tattica. Invece di far avanzare colonne di veicoli armati, le forze di Mosca hanno iniziato a inviare ondate di piccoli gruppi di fanteria per impegnare le forze ucraine da vicino. Kiev ha dovuto aumentare di cinque volte le munizioni per rallentarne l’avanzata. I leader militari hanno ordinato alle unità di sparare solo contro obiettivi precisi. L’Ucraina perde combattenti perché non può fornire alla fanteria un fuoco di copertura.
Kiev ha colpito un’altra nave russa nel Mar Nero. Il bilancio dell’attacco al pattugliatore russo ‘Sergey Kotov’ è di almeno 7 morti e diversi feriti, ha annunciato il portavoce delle forze navali ucraine, Dmytro Pletenchuk. La maggior parte dell’equipaggio, circa 50 persone, è riuscita a mettersi in salvo. L’attacco è stato compiuto con droni marini Magura V5, “la nave ha subito danni ad entrambi i lati di poppa”. Quest’anno l’Ucraina produrrà due milioni di droni, ha annunciato la vice ministra per le Industrie strategiche, Hanna Gvozdyar.
“Dobbiamo essere sostituiti da qualcuno – ribadisce un ufficiale di Kiev – se qualcuno non le sostituisce, il morale della truppe scenderà ancora, si ammaleranno, verranno loro i geloni”. Fa riferimento al fatto che con le condizioni proibitive invernali, le unità di fanteria dovrebbero ruotare ogni tre giorni. Per la mancanza di personale i periodi al fronte si allungano, arrivano fino a 5, anche a 10 giorni, spiega Serhiy, un altro ufficiale superiore, e così cresce la stanchezza fisica e mentale dei militari creando di conseguenza maggiori possibilità per la Russia di spezzare il fronte. Syrsky, già comandante dell’esercito, arriva al vertice delle forze armate in questo clima. Nella primavera del 2022 ha condotto in maniera brillante le operazioni per la liberazione di Kiev e di Karkhiv assediate dai russi. Il nuovo numero uno delle Forze Armate di Kiev è in piena sintonia con il presidente. I suoi sottoposti gli rimproverano di non curarsi delle perdite di uomini sul campo di battaglia. “Il 2024 – ha detto Zelensky – ci darà il successo solo se ci saranno cambiamenti incisivi”. Zaluzhny era convinto che fosse necessaria una riforma drastica delle Forze armate, che occorressero più tecnologia, una capacità industriale autonoma e un addestramento migliore. In altre parole, tempi lunghi. Per queste ragioni aveva chiesto una mobilitazione di mezzo milione di coscritti. Il punto di partenza per tutti è il fallimento sostanziale della controffensiva che avrebbe dovuto riconquistare Mariupol e spingersi fino alla Crimea e che invece si è di fatto arenata sui bastioni russi della “Linea Surovikin”. Zelensky attribuisce ogni responsabilità a Zaluzhny. Nell’autunno del 2022 il numero uno delle Forze armate era contrario alla resistenza a ogni costo a Bakhmut e si scontrò proprio con Syrsky che nell’occasione fu spalleggiato da Zelensky. Un contrasto simile si è verificato sull’assedio russo a Avdiivka.
Quindici persone sono morte in una panetteria di Lisichansk nella regione di Lugansk occupata dai russi nell’Ucraina orientale fin dall’inizio dell’invasione. L’avrebbe colpita e distrutta un missile Himars fornito a Kiev dagli Stati Uniti. Il 3 febbraio 2024 a Mosca una ventina di giornalisti di testate russe e straniere è stata fermata e rilasciata dopo qualche ora. Gli uomini dei mass media avevano cercato di raccontare una piccola manifestazione di mogli di soldati mobilitati per il conflitto in Ucraina che chiedono il ritorno a casa dei mariti. Da settimane un gruppetto di mogli dei soldati si ritrova vicino al Cremlino e depone fiori sulla tomba del Milite Ignoto. In occasione del 500esimo giorno dalla mobilitazione militare parziale decretata dal presidente nel settembre del 2022, alcuni personaggi dell’opposizione, compresi membri dello staff di Aleksei Navalny, avevano fatto appello perché la popolazione sostenesse le iniziative delle mogli dei soldati. Secondo un giornalista della Afp che era tra i fermati, al raduno hanno partecipato una quarantina di donne. Ma gli agenti sono intervenuti soprattutto contro i reporter. Secondo Ovd-info, una Organizzazione non governativa che registra le attività dell’opposizione e fornisce assistenza legale, davanti alla tomba del Milite Ignoto sono state fermate in tutto 27 persone, fra le quali 20 giornalisti (rilasciati dopo alcune ore).
“La Federazione Russa ha colpito per la prima volta il territorio dell’Ucraina con missili ricevuti dalla Corea del Nord”, ha denunciato Mykhailo Podolyak. Il 30 dicembre 2023 sono atterrati in aree disabitate della Prefettura di Zaporizhzhia e il 2 gennaio in un raid notturno che è stato fatale a 5 civili. Secondo gli 007 della Corea del sud Kim Jong – un, il dittatore della Corea del nord, ha fornito più di un milione di testate esplosive alla Russia. La Russia ha più che raddoppiato la produzione di missili balistici e da crociera, portandola a circa 100 al mese. E ha cominciato a produrre la propria versione di droni Shahed (martire ndr.) iraniani.
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