“The task of perfecting our union moves forward. It moves forward because of you….we are an American family and we rise or fall together as one nation and as one people”.

Belle le prime parole di Barack Obama 2 , gridate alla sua Chicago con le lacrime agli occhi, alla fine di un’estenuante campagna elettorale. Ha vinto Obama , four more years, mister President. Ma soprattutto, ancora una volta  ha vinto questa pazza, straordinaria, meravigliosa, caparbia America.  “Siamo una famiglia americana- dice quella frase di Obama – , prosperiamo o cadiamo insieme, coma una sola nazione e un solo popolo”.  I colori politici qui prima o poi sfumano sempre in una bandiera a stelle e strisce, diversmente da quello che accade da noi. Romney accetta la sconfitta e da buon mormone alza lo sguardo al cielo: “L’America per fare ciò di cui c’è bisogno ha scelto un altro leader. Prego Dio che abbia succcsso”. E’ una benedizione sincera, perchè Romney non parla più del suo avversario politico ma del suo Presidente. “Sono pronto a dargli una mano se avrà bisogno di me” promette.

Obama ora dovrà rimboccarsi le maniche fino al 2016 . Lo farà  con la forza che scaturisce dal valore aggiunto di un secondo mandato. E lo farà anche sapendo che alla sua pur giovane età, non potrà mai più aspirare alla Casa Bianca.  Nessuno qui può fare il politico a vita come in Italia, gli americani si rottamano da soli,  nel nome del Paese.  Nella storia degli Stati Uniti, solo Franklin Delano Roosevelt  è rimasto in carica per più di due mandati, morì addirittura durante il suo quarto mandato: nessuno prima di lui si era mai ripresentato tre volte, lo sentivano tutti come un dovere, anche se non c’era nessuna legge che lo vietasse. Ma dopo l’eccezione di Roosevelt,  fu approvato (1951)  il 22° Emendamento della Costituzione, che vieta espressamente di poter servire come presidente per più di due mandati. God bless America.