“Ah certo, mandami una mail”.…Quante volte ce lo sentiamo dire ogni giorno?  Ma se te lo sto dicendo in diretta perchè cavolo devo mandarti una  mail?…Non so voi, ma io non ne posso più di questa spersonalizzante litania. E allora stavolta sto con Luca di Montezemolo. Sì, stavolta il suo spiritoooo per dirla con Crozza mi è piaciuto.

Il fatto ormai è arcinoto: durante una riunione alla Ferrari LDM ha assistito a una scena in cui Tizio chiedeva a Caio che cosa ne pensasse di una certa proposta. Quale proposta? ha risposto Caio. Ma come, te l’ho mandata via mail,  ha prontamente replicato Tizio. Ma Caio non aveva guardato le email e quindi della proposta non ne sapeva niente. LDM, appreso che gli uffici di Tizio e Caio non distavano più di una ventina di metri, ha preso carta e penna ( si fa per dire, avrà mandato una mail…)  invitando i dipendenti del Cavallino a parlarsi di più e scriversi di meno.

Bè, c’è da auspicare che altre aziende ne seguano le orme, perchè la mail è una meravigliosa rivoluzione, ma non abusiamone. La posta elettronica spesso è semplicemente un alibi per non dare una risposta subito, per non affrontare un argomento, per defilarsi…Dici mandami una mail ma intendi “così mi prendo tempo per risponderti” nella migliore delle ipotesi e “non me ne può fregare di meno” nella peggiore..  Si dice mandami una mail per la fatica  di ascoltare chi ci sta esponendo  una tesi o per delegare ad altri la sintesi di un idea. Disinteresse? Apatia? Logorio della vita moderna? Qualcuno parla addirittura di “coma comunicativo” irreversibile. Boh, forse è solo  semplice pigrizia,  in un pericoloso crescendo. Come, non siete d’accordo? Mandatemi una m@il…