Viva la Rete che in questi giorni ci salva dalla solitudine. Ma, occhio: ‘La realtà non può essere questa‘, e per fortuna che c’è qualcuno ancora in grado di ricordarcelo. Il messaggio più coraggioso di questa quarantena è infatti anche il titolo di un brano appena diffuso da Eugenio ed Edoardo Bennato. Questa, di per sé, è già una notizia. Non che i due si odino, anzi. In sordina, sbandierandolo poco, entrambi sono usi da tempo a incursioni artistiche l’uno nei dischi dell’altro.

E ogni volta che accade è una sorta di miracolo di San Gennaro che si compie ogni volta. Poiché i due Bennato (tre con Giorgio, musicista anche lui) saranno pure cresciuti insieme, distanziati solo da due anni di distanza, e saranno pure sempre più uguali, negli anni, per timbro ed espressioni. Ma nella musica non potrebbero essere più diversi. Esterofilo, sognatore, innamorato di rock ‘n’ roll Edoardo, che a suon di ‘canzonette’ ha regalato negli anni alla musica italiana un numero lungo di perle rare. Meridionalista, ricercatore e popolare Eugenio: con la Nuova compagnia di canto popolare e con il progetto Taranta Power ha guidato la riconquista al grande pubblico delle nostre radici culturali e sonore.

Globale e locale nella stessa cameretta, è questo il bello dei Bennato. Fender distorta contro chitarra battente. I due, per ricordarselo, da sempre si punzecchiano artisticamente: alza gli occhi al cielo Eugenio ascoltando i riff del fratello, e lo accusa senza troppi giri di parole di non onorare le proprie radici culturali. Quello, per tutta risposta, scala le classifiche con un brano che fa così: “Eugenio dice / che io sono rinnegato / Perché ho rotto tutti i ponti col passato / Guardare avanti, sì ma ad una condizione / Che tieni sempre conto della tradizione”.

Eugenio, va detto, di tradizione se ne intende al punto da averla addirittura creata: ‘Brigante se more‘, composta a fine anni ’70 per lo sceneggiato Rai ‘L’eredità della priora’, ricalca talmente bene la tradizione popolare da essersi innestanto nella Storia. Così oggi ancora a frotte credono sia davvero una canzone ottocentesca, pur non avendone storici, antropologi e musicologi trovato traccia.

Insieme, nonostante le premesse, i fratelli Bennato hanno composto capitoli altissimi come ‘Venderò‘, solo per citare il brano più celebre. Sono tornati insieme a distanza in questi giorni di isolamento, palleggiandosi una musica composta da Edoardo e un testo scritto da Eugenio, il cui risultato sa descrivere meglio di mille parole gli stati d’animo che in molti stiamo vivendo.

Suonandosi a distanza, i due raccontano con lucidità che questi nostri giorni sono salvati da una ‘Rete che annulla ogni distanza’, è vero, ma che questa, seppure dorata, è pur sempre ‘una prigione’, Come dar loro torto? Perché va bene: internet àncora alla realtà e le videochiamate ci tengono insieme. Le canzoni degli artisti, poi, spesso nascevano a distanza anche prima. Ma ‘le chitarre che suonano da sole’, chiariscono i fratelli Bennato, in fondo ‘non sono che un’illusione’.

Ok, ma che fare? Resistere, ovvio. E poi ricostruire: ‘La realtà è tutta da rifare / è la vita, che non si può fermare’ e né si fermerà. Per questo il saluto finale che Eugenio fa a Edoardo è un ‘a presto’: la quarantena sta dando vita a tante bellissime melodie. Ma è solo quando ci rivedremo che tornerà la sinfonia.