Bell’amico, Stramaccioni. Aveva ragione Montella a non fidarsi e ha avuto ragione ieri sera, cercando di tenere a testa alta la Fiorentina fino all’ultimo minuto, senza mai mollare né sul piano del carattere né sotto il profilo del gioco. Il guaio è che di occasioni vere, quelle che fanno tremare i polsi al portiere avversario, non se ne ricorda nemmeno una. E allora, dopo aver dato tutto senza raccogliere nulla, c’è il rischio che rigore ed espulsione diventino una trave nell’occhio degli sconfitti. In realtà sono solo due episodi limite della leggerezza di una squadra perfetta fino al momento di tirare in porta.
E’ stata, comunque, una delle partite più spettacolari, in assoluto, dall’inizio di questo campionato. Grazie a due squadre che non hanno nemmeno provato a studiarsi, forse perché i due allenatori si conoscono fin troppo bene. L’Inter aveva bisogno di sfatare il tabù San Siro, la Fiorentina voleva vincere per sentirsi finalmente grande, non c’era tempo da perdere e son stati proprio i viola ad aprire le danze con un quarto d’ora di calcio veloce e aggressivo che come al solito, però, non ha portato nulla di concreto. Così, preso atto che di fronte non c’era un’avversaria timorosa, l’Inter ha provato ad accelerare cercando d’infilarla dove ieri sera mostrava il suo lato più frou frou, la fascia destra presidiata (si fa per dire) da Roncaglia e Cuadrado. Prima folata e gol del vantaggio: Rodriguez inaugura la serata dei nervi scoperti alzando il braccio sul cross di Zanetti, rigore, Viviano si butta dalla parte dove Milito lo infila di pochi centimetri. Palla al centro e l’attaccante potrebbe chiudere definitivamente i conti ma stavolta Viviano, ex col dente se non proprio avvelenato comunque molto dolorante, non si fa sorprendere. Primo atto di un personalissimo show durante il quale il portierone viola volerà come un gatto indiavolato da un palo all’altro senza farsi mancare nulla: uscite spericolate, poderose respinte, su tiri da breve, media e lunga distanza, a un certo punto per sicurezza ha cominciato a smanacciare anche le mosche.
Davanti a tutto ciò la Fiorentina non ha fatto una piega, nemmeno quando Cassano l’ha punita con un’accelerazione da brivido e un tiro sul quale non solo Viviano, ma nessun portiere con le sembianze umane avrebbe potuto qualcosa.
Un 2-0 che avrebbe stroncato anche un cavallo, non la squadra di Montella capace di riaprire i giochi con una bella combinazione Pizarro-Romulo, di ritrovare coraggio e forze fisiche per tentare il colpaccio. Non contento, il tecnico rimasto in inferiorità numerica per l’ennesima sciocchezza di Rodriguez, ha buttato in mischia anche Toni. Ma oggi come oggi forse potrebbe risolvere il problema del gol solo se in campo ci tornasse lui, l’aeroplanino volante.