Chiariamoci subito: Matteo Renzi non è esattamente il mio ideale di politico. Tantomeno quando dice “dare del tu alla speranza”, espressione secondo me orribile e a lui invece tanto cara. Ma la guerra che gli sta facendo il suo partito non si era mai vista nella storia di questo Paese, e siccome questo Paese sta attraversando un momento drammatico stavolta non si può lasciare che ci trattino da imbecilli (come al solito) facendo finta di nulla.
La prima cosa che mi viene in mente è che se la sinistra si fosse mobilitata con la stessa sollecitudine anche quando c’era da salvare il lavoro, invece delle sue poltrone, forse oggi avremmo qualche italiano in meno con il problema di arrivare a fine mese. E la Camusso, quella che per difendere i diritti dei lavoratori guida il sindacato della lotta dura senza paura? La Camusso che usa il servizio pubblico chiedendo di votare tutti meno Renzi è una scorrettezza scandalosa, che se l’avesse fatta uno del centrodestra a quest’ora l’avrebbero già impiccato a testa in giù in piazzale Loreto. Invece qui tutto regolare, chissà perchè…
Non solo. Se il signor Bersani è tanto sicuro di vincere, che gliene frega delle mail e delle inserzioni di Renzi? Pensavo che stesse già festeggiando con la Bindi e D’Alema e tutti gli altri compari del partito, invece ho visto poco fa il presidente del Comitato, Berlinguer, sventolare quei fogli in tv con le corde tese che gli schizzavano dal collo per la rabbia. Come mai? E soprattutto: cosa c’è dietro questa guerra santa contro l’eretico fiorentino? Va bene che nella vita tutto ha un prezzo, e ancora di più in politica. Ma per arrivare a tanto dev’essere un prezzo fuori mercato.
Meditate gente, meditate prima di presentarvi ai seggi domenica prossima.