Come si dice? Un paese senza la chiesa è come una donna senza sedere. Ecco, Madama ieri sera ha avuto così tanto sedere che non basterebbe una cattedrale a contenerlo. E anche questo, in fondo, è un segnale di forza perché come insegna la storia per vincere un campionato serve anche fortuna.
Certo è che la storia, nella fattispecie, è stata un’autentica beffa per la Fiorentina che contro le vecchie volpi bianconere ha mostrato solo il lato positivo della sua bella gioventù, evitando con cura di cadere nei trappoloni altrui ma anche di scivolare sulle clamorose ingenuità di Parma. Bella soddisfazione, diranno i tifosi viola che hanno spinto e urlato e ballato e saltato senza sosta dal primo all’ultimo minuto dopo aver sognato inutilmente per 14 anni di mettere in ginocchio l’odiata rivale proprio qui, al Franchi. Invece è davvero una bella soddisfazione per tutto l’ambiente ed è giusto prendere questo risultato come una vittoria, senza dimenticare che oltre ad essere giovane questa Fiorentina deve ancora crescere sul piano dell’esperienza e che per quanto abbia lavorato bene il suo allenatore alla vigilia, la Juve è sempre la Juve e dunque l’emozione, le pressioni, la paura di sbagliare non si potevano cancellare con un colpo di spugna.
Conte, rannicchiato vicino al monitor di Juve Channel, poco ha potuto contro un’avversaria con la giusta dose di entusiasmo e di saggezza. In definitiva è stata una partita a senso unico, con una serie incredibile di occasioni per la Fiorentina e il dubbio di un rigore negato (Vidal su Pasqual), con l’uomo più temuto dai viola e cioè Pirlo reso impotente senza bisogno né di mercature asfissianti né di interventi scorretti, con Quagliarella irriconoscibile rispetto alle ultime due uscite e una difesa messa in croce da Ljajic, dagli inserimenti veloci di Jovetic, dal coraggio di osare di Pasqual.
Partita di spessore, che dopo un inizio col freno tirato ha cominciato a liberare i primi palloncini colorati a metà del primo tempo e con il passare dei minuti è cresciuta via via di ritmo, di gioco, di emozioni.
Soprattutto, anzi, solo per merito della Fiorentina. Che di sicuro avrebbe meritato di chiudere la serata ubriaca di felicità, ma c’è sempre un rovescio della medaglia e da ieri sera tutti gli avversari , non solo la Vecchia Signora, dovranno cominciare a preoccuparsi.