Della Valle che si asciuga gli occhi, toccato dentro da uno striscione tutto per lui, Aquilani che corre sotto la curva impazzita dopo il secondo gol. Il boato che scuote lo stadio quando il Cagliari passa in vantaggio a San Siro. Tre immagini indelebili per fissare il momento in cui la Fiorentina va oltre i suoi confini e avvolge tutto e tutti in un unico abbraccio, da Milano a Casette d’Ete, dalla Colombia di Cuadrado all’Egitto di Hegazy, da Bersani che tifa Juve a Renzi che grazie a lui da queste parti guadagnerà altri voti.
FIRENZE più che mai al centro del mondo e con la sensazione, impagabile, di stringerlo in pugno. Magari durerà poco, magari il sogno diventerà realtà solo per qualcuno o magari finiranno in trionfo tutti insieme appassionatamente. Ma comunque vada vale la pena di godersi questo popolo multietnico, con interessi diversi, riunito sotto la stessa bandiera e in marcia verso lo stesso traguardo per cambiare la storia di una città. E non solo di una città.Nel frattempo Montella e i suoi ragazzini terribili hanno travolto come un rullo compressore anche l’Atalanta agganciando il Napoli al terzo posto e a un solo punto dall’Inter. Da un po’ di tempo a questa parte succede sempre così: che sia grande o piccola, che sia in disgrazia o in stato di grazia, qualunque avversaria si avvicina alla Fiorentina finisce in polpette. Stavolta quelle avvelenate erano quattro: due le ha servite Aquilani, saziando i viola affamati di gol nel giro di una settimana; una, la prima, Gonzalo Rodriguez che come tutti gli argentini se ne intende; l’ultima l’ha rifilata Luca Toni per ricordare che lui, a dispetto dell’età, non si accontenta mai.
Partita senza storia? Niente affatto. Partita difficile, difficilissima nella fase centrale del primo tempo quando Bonaventura (in fuorigioco) ha pareggiato il gol di Gonzalo e l’Atalanta si è ribellata all’iniziale predominio dei viola. Ma la squadra di Montella ha reagito alla grande, si è rimessa a giocare come se niente fosse, Aquilani l’ha riportata avanti con una splendida punizione e l’ha trascinata sul 3-1 nel recupero quando l’arbitro aveva già espulso Cigarini (brutta entrata da dietro su Cuadrado).
TRAMORTITA, l’Atalanta non ce l’ha più fatta a rialzare la testa nonostante i correttivi di Colantuono (che finirà in 9 per l’infortunio di Biondini). A quel punto i viola si sono limitati a controllare, togliendosi anche lo sfizio del quarto gol prima che Montella concedesse palcoscenico e gloria alle seconde linee. Fra le quali il giovane difensore egiziano Hegazi, al debutto stagionale. Attenzioni che può avere solo chi, come lui, ha sofferto da grande giocatore. Diventando poi, anche per questo, un grande allenatore.