Con le ossa rotte e la lingua fuori, ma la Fiorentina resta in piedi anche dopo la battaglia contro il Torino. Perchè non si può certo parlare di una semplice partita, quando combatti dal primo minuto all’ultimo con un rovesciamento dietro l’altro, di fronte e di umore, con il risultato che cambia quattro volte, con due assenze importanti come quella di Jovetic e soprattutto di Pizarro più altri due infortuni che ti piombano addosso come macigni: Aquilani e Toni.
L’attaccante, ironia della sorte, si è ferito nella parte dove risiede la sua più grande forza: la testa. Dopo lo scontro con Glik il granata è uscito in barella ma se l’è cavata con due punti di sutura, Luca invece è rimasto in campo però accusava dolori che ne hanno consigliato la sostituzione prima dell’intervallo e il ricovero al CTO ma solo per precauzione. Aquilani invece ha fatto tutto da solo, o meglio, la jella gli ha dato un grosso aiuto cosytringendolo all’ennesimo stop: sospetto stiramento al flessore, oggi dopo gli accertamenti conosceremo i tempi del recupero.
Battaglia vera, come si diceva, anche perché Ventura la sa lunga e ha trovato la formula giusta per bloccare il gioco spumeggiante dei viola, con una squadra capace all’occorrenza di accorciarsi mettendo in difficoltà soprattutto gli esterni viola e di ripartire in velocità. Certo, alla luce degli infortuni diventa tutto molto relativo perché anche Montella aveva i suoi piani e non sembrava male l’idea di partire con un attaccante in meno (Ljajic) e un centrocampista in più (Mati Fernandez). Conoscendo il feroce tatticismo del Toro, l’obiettivo era quello di puntare più che mai sul possesso palla con la certezza che prima o poi qualcuno un gol lo avrebbe segnato, invece uscito Aquilani è tornato in campo Ljajic, al posto di Toni è entrato Saferovic e Mati è retrocesso sulla linea mediana riportando la squadra, dunque, ai vecchi equilibri.
Il tecnico viola, comunque, si è tenuto il jolly per il finale quando con grande coraggio, nel tentativo di recuperare per la seconda volta lo svantaggio, ha gettato in mischia l’ultimo attaccante rimasto al posto di un difensore: El Hamdaoui, che al contrario di Ljajic, Toni e Saferovic ieri è stato baciato in fronte dalla fortuna, lo ha ripagato subito con il gol del 2-2 facendo dimenticare anche le tante, troppe smagliature mostrate dalla squadra nel primo tempo.
Sì, perché se il pareggio vale oro per la determinazione e l’orgoglio con cui la Fiorentina lo ha inseguito, ben diverso è stato l’atteggiamento dei viola in apertura. Da tempo non si vedeva una squadra così morbida e arrendevole, che oltretutto ha lasciato libero di segnare proprio l’uomo che avrebbe dovuto temere di più, l’ex Cerci che Grazie a Cuadrado e Pasqual è arrivato dritto davanti a Viviano e l’ha infilato usando anche la cortesia di un’esultanza composta. Errore clamoroso anche sul raddoppio di Brisa, ma in una fase così infuocata della partita ci può stare di concedere qualcosa. Diverso è l’approccio, dove di solito la Fiorentina o morde subito l’avversario o lo stordisce impossessandosi del pallone. Ieri non le è riuscita nessuna delle due cose, segno che Toni non era l’unico in stato confusionale. Ma per fortuna è finita bene lo stesso.