A VOI i vostri Diamanti, a noi i nostri montenegrini. Ognuno ha i gioielli
che si merita e stavolta a brillare è la Fiorentina, che in un colpo solo
ritrova i gol di Jovetic e i tre punti: missione compiuta. Da oggi il respiro
è più leggero e si può guardare con fiducia anche al prossimo scontro diretto, quello di Verona contro il Chievo.
Intendiamoci, vincere il derby dell’Appennino non è stata una passeggiata.
Partita a razzo, la squadra si è presentata in campo corta e compatta,
aggressiva e determinata ottenendo subito il primo risultato: bello l’assist
di Tomovic, magico il colpo di Jo Jo con Agliardi rimasto impotente.
Tutto il Bologna, per la verità, ha dato fin dall’inizio una sensazione di
impotenza che nessuno si sarebbe aspettato dopo l’exploit contro il Catania.
Fatto sta che Gilardino, il tanto temuto ex, non ha visto palla stretto
nella morsa di una difesa impeccabile dove anche il debuttante Savic
ha fatto la sua figura. Che, al contrario, Natali (altro ex ma meno temuto)
ha tartassato dall’inizio alla fine sia il povero Toni che chiunque altro
gli capitasse a tiro e solo la benevolenza dell’arbitro gli ha risparmiato la
doppia ammonizione. E Viviano si è guadagnato la paga domenicale con
un solo doppio intervento poco prima dell’intervallo.
UNA PARTITA a senso unico, insomma, eppure nel finale del primo tempo è riaffiorato il timore che un gol di vantaggio non bastasse così com’era già successo a Parma. Dev’essere per questo che i viola tornano in campo nella ripresa agguerriti come all’inizio di gara e non per caso costruiscono spettacolari occasioni da gol. Peccato che prima Valero in coppia con Toni, poi lo stesso Jovetic e nel finale ancora il montenegrino insieme a El Hamdaoui le sprechino tutte. Anche le più clamorose, soli contro Agliardi che fa un miracolo dietro l’altro, compreso quello di alzare oltre la traversa la conclusione dalla distanza di Cuadrado. Ma il portiere avversario bisogna sempre metterlo in conto, in realtà quello che fa la differenza
rispetto a Parma sono la concentrazione e la determinazione della
Fiorentina, unite alla mano felice di Montella che inserisce gli uomini
giusti nel momento in cui c’è bisogno di combattere anche contro stanchezza, crampi e quel briciolo di orgoglio che resta al Bologna. E questo è il secondo risultato importante della giornata, dopo il passo avanti in classifica.
Certo, meglio non farsi troppe illusioni: il Bologna non è l’Inter, nemmeno il Napoli, in particolare il Bologna visto ieri al «Franchi» non vale la metà del Chievo che dopo la sosta ospita i viola. Per fortuna a Verona torneranno
Pizarro e forse anche Aquilani, due pilastri della costruzione filosofica che già ieri ha dato a Montella la prima soddisfazione: maggior concretezza senza mai rinunciare al bel gioco. Se poi tornasse anche un El Hamdoui più presente a se stesso, sarebbe il massimo. Ma non chiediamo troppi miracoli a San Zeno, che in questa settimana ha già il suo bel daffare con Celentano.