Ius soli, Salvini: "Fumo negli occhi. Lo bloccheremo in autunno"

Tante le reazioni all'annunci di Gentiloni di rinviare il ddl prima a dopo la pausa estiva. Il leader del Carroccio: "Occorre bloccare i porti". L'arcivescovo Perego: "Vittoria dell'incapacità". Cicchitto: "Paradossale se Italia è attaccata per il rinvio"

Matteo Salvini (Lapresse)

Matteo Salvini (Lapresse)

Vibo Valentia, 17 luglio 2017 - Continua la discussione politica dopo l'annuncio del premier Paolo Gentiloni di rinviare a dopo l'estate il decreto Ius soli. Matteo Salvini, leader della Lega, continua la sua azione demolitrice: "E' una legge che non serve perché già lo scorso anno 70.000 bambini hanno ottenuto la cittadinanza italiana con la normativa vigente". " Lo Ius soli è quindi solo fumo negli occhi. Si tratta di un principio culturale pericolosissimo".

Salvini critica le recenti iniziative del governo: "Non mi fido più. Occorre bloccare i porti e riportare indietro tutti dal primo all'ultimo, Ong sì o no. Di parole ne ho sentite tante. Vogliamo i fatti. Non è possibile che la Calabria, invece dei turisti che pagano abbia turisti che vengono pagati per stare qua a non fare niente".

Quindi la Lega farà di tutto per fermare il ddl Ius soli: "In Senato siamo 13 su 300 ma abbiamo fatto il diavolo a quattro e la legge sulla cittadinanza regalata non la possono approvare e ne riparleranno in autunno. Se ci riproveranno torneremo a bloccare il Parlamento e spero che tutte le piazze d'Italia ci diano una mano".

E ha concluso: "In Africa ci sono milioni di persone e non è possibile che arrivino tutti in Italia. I tedeschi, non li vogliono, i francesi non li vogliono, gli spagnoli non li vogliono, non è possibile che l'Italia si trasformi in un campo profughi e che il nostro paese si islamizzi"

Critico contro il governo, ma in senso decisamente contrario al Carroccio, l'arcivescovo Gian Carlo Perego, direttore generale pro-tempore della Fondazione Migrantes e ordinario di Ferrara-Comacchio, che esprime un duro giudizio sul rinvio all'autunno: "E' una vittoria dell'indecisione, una vittoria dell'incapacità di risolvere i problemi reali del Paese. Il diritto in questione non è un premio ma uno strumento fondamentale di integrazione". 

"Dietro questo rinvio - continua il presule - c'è la paura di affrontare un tema che certamente divide la società civile, che è, però, in democrazia un tema sul quale i politici non possono che essere responsabili. Si tratta di un provvedimento che riguarda poche migliaia di persone, ragazzi che hanno terminato gli studi, che giocano con i nostri ragazzi, partecipano alla vita delle città. Ci sono genitori che lavorano e sono dentro le nostre comunità. Rinviare ancora lo 'ius soli' significa non volere quella cittadinanza attiva dei migranti che è un tassello della democrazia. E' questo l'aspetto più deludente di quanto annunciato dal premier Paolo Gentiloni". 

Invece è positivo il commento del presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio: "Credo che la politica stia perdendo del tutto quel ruolo di pedagogia democratica che le compete per assumere le forme della propaganda, peraltro spesso becera. Si prenda il caso del cosiddetto ius soli: si è trasformato in una sorta di conflitto epocale. Bene ha fatto Gentiloni, allora, a prendere una pausa. Male farebbe il Parlamento ad uccidere il provvedimento".

Fabrizio Cicchitto di Ap fa una considerazione: "La fretta era nemica del bene. E l'accentuazione parossistica della questione migranti stava provocando un corto circuito con conseguenze nefaste. Sappiamo bene che le due cose sono distinte, ma per una parte dell'opinione pubblica le due cose risultavano intrecciate. E' auspicabile che tutte le energie del mondo cattolico si rivolgano verso l'Europa affinché l'Italia non venga lasciata sola come di fatto sta ancora avvenendo. Sarebbe paradossale infatti che l'Italia venga attaccata per il rinvio della legge Ius soli e non aiutata sul tema migranti".

Il presidente Pd Matteo Orfini avverte: "Su una cosa bisogna essere chiari: dire andiamo a settembre, facciamo qualche modifica e poi lo approviamo - come sostiene qualcuno nella maggioranza di governo - significa far saltare la legge, rinvio dopo rinvio". E continua: "Gentiloni ha detto una cosa diversa e va approvata dopo l'estate, costruendo le condizioni per farlo. Lavoro che a questo punto spetta al presidente del consiglio fare e che sono certo farà con la abituale saggezza". 

Angelino Alfano, che da subito aveva plaudito la decisione di Gentiloni, oggi ribadisce: "E' una decisione di buon senso, di ragionevolezza", e spiega: "Fare adesso questo provvedimento, nel pieno degli sbarchi, sarebbe stato veramente contro ogni logica per di più nel momento in cui si avvicina la conclusione della fase lavorativa del Parlamento prima della pausa estiva". 

Ma la cronaca non aiuta la polemica: oggi a Milano un migrante guineano ha accoltellato un agente della Polfer vicino alla Stazione Centrale, dopo aver minacciato con l'arma bianca uno dei passeggeri in salita su un bus. A quel punto, l'autista del mezzo ha chiuso le porte e chiamato la polizia.  

IERI L'ANNUNCIO - Il primo ministro Paolo Gentiloni, ha rinviato lo Ius soli all'autunno. "Tenendo conto delle scadenze non rinviabili in calendario al Senato e delle difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza non ritengo ci siano le condizioni per approvare il ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia prima della pausa estiva. Si tratta comunque di una legge giusta. L'impegno mio personale e del governo per approvarla in autunno rimane". Queste le parole del premier sul decreto, in un giorno di grandi tensioni per l'emergenza migranti. Nella nota Gentiloni precisa: "Si tratta comunque di una legge giusta l'impegno mio personale e del governo per approvarla in autunno rimane".