{{IMG_SX}}Roma, 24 maggio 2008 - La stagione 2007/08 finisce cosi' come era iniziata, con la Roma che alza al cielo un trofeo e l'Inter che resta a guardare. Ad agosto i giallorossi si presero la Supercoppa a San Siro, adesso mettono in bacheca questa Coppa Italia che sa di scudetto. Anche se quello vero l'anno prossimo lo avra' ancora sul petto l'Inter, la squadra di Spalletti si e' presa la rivincita e fa pendere un po' piu' dalla sua parte la bilancia al termine di una stagione che ha visto le due squadre fare pari e patta sul piano dei risultati negli scontri diretti: una vittoria per parte e un pareggio. Quello di San Siro in campionato, contestato dai giallorossi per l'espulsione di Mexes.

 

Proprio il francese, come in una sorta di regolamento dei conti col destino, ha dato il via alla vittoria romanista, poi consolidata dal gol di Perrotta nella ripresa prima che Pele' provasse a riaprire una partita giocata bene dall'Inter soprattutto nei secondi 45'. Alla fine pero' la banda Mancini si e' dovuta inchinare alla Roma e a un finale che sembrava scritto gia' dall'inizio.

 

Dal 1980 non si giocava la finale unica e l'ultima edizione la vinse la Roma, con l'Inter campione d'Italia. Nella stagione successiva i giallorossi fecero subito il bis e proprio da allora mancava questo uno-due ravvicinato. Erano i tempi di Dino Viola, di un presidente che in quasi dieci anni avrebbe vinto piu' di tutti i suoi predecessori dalla fondazione del club. Quell'era fini' nel giugno del 1991 con la vittoria della Coppa Italia, alzata dalla moglie di Viola (morto cinque mesi prima) e dal nuovo proprietario Ciarrapico.

 

Dall'altra parte la Sampdoria fresca campione d'Italia di Roberto Mancini, che all'epoca era ancora calciatore. Diciassette anni dopo, mentre il Mancio da allenatore ha fatto incetta di scudetti (tre) e coppe Italia (quattro) ed e' di nuovo fresco campione d'Italia, il film si ripete. Un altro grande e importante pezzo della storia della Roma si avvia verso l'epilogo e di mezzo c'e' sempre la Coppa Italia. Franco Sensi sali' sul ponte di comando della societa' nel maggio del 1993 e a giugno vide il Torino alzare il trofeo nazionale all'Olimpico.

 

Dopo quindici anni l'era Sensi, gloriosa come quella Viola, sembra volgere al termine e lo fa mettendo un altro trofeo in bacheca ai danni dell'Inter, un'altra Coppa Italia dopo quella dell'anno scorso e la Supercoppa di agosto. Se il futuro della Roma sara' nelle mani di George Soros, l'eventuale eredita' che ricevera' il magnate americano sara' di quelle pesanti. Nell'attesa degli sviluppi societari la Roma si gode questo altro trofeo, il terzo della gestione Spalletti.

 

Il tecnico toscano per "la bella" con l'Inter recupera Doni, Mexes e Juan ma tiene fuori a sorpresa Panucci e Mancini preferendogli Cassetti e Giuly. Mancini si copre, schiera Zanetti davanti alla difesa e l'unica punta Suazo davanti a Balotelli, Stankovic, Vieira e Cesar. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "affiancato" in tribuna dal presidente del Coni, Petrucci, e da quello della Figc, Abete, resta perplesso dinanzi ai fischi dell'Olimpico (ai giocatori dell'Inter) mentre la banda dei Carabinieri suona l'inno nazionale (peraltro cantato all'inizio da tutto lo stadio).

 

La partita propone inizialmente una Roma frenetica e un'Inter attendista. Il primo tiro in porta e' di Stankovic (13') al quale replicano subito Giuly (15') e Perrotta (17'), quest'ultimo stoppato dall'ex compagno Chivu. Al 24' Maxwell se ne va in slalom e obbliga Doni a sfoderare uno dei suoi migliori interventi per evitare lo 0-1. Non puo' nulla, invece, Toldo sulla girata al volo di Mexes sotto la traversa al 36'.

 

Sull'onda dell'entusiasmo la Roma parte forte anche nella ripresa, che si apre con Pele' in campo al posto di Stankovic. Dopo nemmeno 1' Toldo para una conclusione di Perrotta che al 9', al termine di un'azione viziata da un fallo di Cassetti su Cesar, non lascia scampo al portiere e fa 2-0 dopo uno scambio con Vucinic. Se Perrotta si conferma bestia nera per l'Inter, dall'altra parte Pele' si conferma specialista in gol fantastici all'Olimpico.

 

Dopo quello alla Lazio in semifinale, il giovane portoghese di ripete con la Roma: Doni e' immobile di fronte alla sua sassata dai 25 metri che al 15' riapre la partita. Il portiere brasiliano e' fermo anche quando Burdisso, 4' piu' tardi, di testa centra il palo. E' l'ultimo vero brivido che prova Doni, tutti gli altri sono per l'Olimpico che assiste con trepidazione al passaggio della Coppa Italia dalle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a quelle di Francesco Totti, capitano non giocatore. Volano in cielo coriandoli tricolori e parte la festa.

 

ROMA (4-2-3-1): Doni 6,5; Cassetti 6, Juan 6,5, Mexes 7, Tonetto 6; De Rossi 6,5, Pizarro 6,5; Giuly 5,5 (21' st Cicinho sv), Aquilani 6,5 (46' st Panucci sv), Perrotta 7 (28' st Brighi sv); Vucinic 6,5. A disp. Curci, Antunes, Mancini, Esposito. All. Spalletti 6,5

 

INTER (4-1-4-1): Toldo 6; Maicon 6, Burdisso 5,5, Chivu 6, Maxwell 6,5; J. Zanetti 6 (45' st Crespo sv); Balotelli 5,5, Vieira 5,5, Stankovic 5,5 (1' st Pele' 6,5), Cesar 5 (17' st Jimenez sv); Suazo 5. A disp. Julio Cesar, Fatic, Maniche, Solari. All. Mancini 5,5

 

Arbitro: Morganti di Ascoli Piceno 5,5

 

Marcatori: 36' pt Mexes (R), 9' st Perrotta (R), 15' st Pele' (I)

 

Note: ammoniti Perrotta, Vieira, Vucinic, Burdisso, Pele'. Recupero 1' pt, 6' st. Spettatori 45 mila circa.

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Allo stadio Olimpico per assistere alla finale di Coppa Italia fra Roma ed Inter, con i giallorossi in vantaggio grazie ad un gol di Philippe Mexes, Giorgio Napolitano si è detto felice per "il confronto molto amichevole in campo" e per il comportamento "dei tifosi", per quello che secondo il Presidente della Repubblica è un "bel segnale per tutto il calcio italiano". Contrariato per l'espressione "stadio blindato", in riferimento alle ingenti misure di sicurezza attuate all'Olimpico per prevenire eventuali incidenti, Napolitano ha ricordato che "le forze dell'ordine debbono prendere le misure necessarie per garantire i cittadini".
A Napolitano è piaciuto il gol di Mexes. "Non sono in grado di fare un paragone, ma è stato un bellissimo gol", ha detto il Presidente.

 

"Ma l'Inter non è un avversario facile, la Roma deve essere orgogliosa di questo vantaggio". Napolitano compirà gli anni il prossimo 29 giugno, quando a Vienna sarà in programma la finale di Euro 2008: "Sarò vicino all'Italia se arriverà fino in finale. Io sono un tifoso dell'Italia e tutto quello che contribuisce al prestigio del paese mi impegna e coinvolge, così come è stato per la finale dei Mondiali di Berlino. Purtroppo non ho molto tempo per venire allo stadio e non mi identifico in nessuna squadra".

 

SCONTRI

 

Un gruppo di tifosi a volto coperto hanno attaccato i sostenitori dell'Inter in fila per entrare nel settore dello stadio Olimpico loro destinato. Lancio di bottiglie, petardi e alcuni fumogeni hanno causato l'intervento delle forze dell'ordine. I Carabinieri sono in assetto antisommossa. Prima dell'aggressione ai tifosi interisti a mezz'ora dal fischio d'inizio delle finale di Coppa Italia tra Roma e Inter, l'afflusso dei tifosi allo stadio Olimpico procedeva tranquillo. Al momento le forze dell'ordine, presenti in modo massiccio, attorno all'impianto romano non segnalano incidenti. Continua anche l'arrivo dei pullman degli Inter Club provenienti da tutta Italia che, in alcuni casi, sono stati accolti da cori di scherno dei tifosi giallorossi. L'area dell'Olimpico e' controllata anche dall'alto: un elicottero della Polizia di Stato e' in volo da piu' di un'ora per monitorare la zona.