Marco Mangiarotti

PIEVE DI CENTO (Bologna), 31 maggio 2013 - STUPENDO è lo stato di Vasco (vomito per la situazione politico sociale compreso nel prezzo del concerto). Riparte il Live Kom 0.13 da dove si era interrotto due anni fa: 9-10-14-15 giugno Torino (Stadio Olimpico), 22-23-26 Bologna (Stadio dall’Ara), vicine al sold out (è caccia agli ultimi biglietti, qualche chance in più in una delle date di Torino). Lo show dei record ma aggiornato nella scaletta, il concept, la portanza del logos e l’anima del suono. «Sono un uomo nuovo — annuncia sorridendo —. Che ha visto in faccia la morte e pensato pure, solo pensato però (ride), al suicidio. Come molti, quando non si vede una via di uscita dalla malattia. L’attacco del batterio killer mi ha costretto prima a interrompere il tour, poi, nella ricaduta del novembre 2012, in una situazione clinica gravissima. Ma ho intenzione di morire sul palco, non in un letto di ospedale». Vasco ha reagito, registrato l’album per il balletto della Scala, si è rimesso e garantisce: «Almeno fino a luglio sarò al massimo». Tonico e lucido, disponibile (due ore di confessione torrenziale), agile fra le casse, le chitarre e il microfono nelle due ore di prove.

UOMO DI MONDO. «Mi sono reso conto che alcuni vecchi pezzi sono molto attuali. Anche quando vengono citati a sproposito, come “Gli spari sopra”, che sono prima di tutto per noi. Già negli anni Novanta sentivo questa arroganza, il disprezzo della politica... È una metafora, non vuol dire facciamo la rivoluzione, ma che l’indignazione dei cittadini prima o poi si rivolterà contro di voi. Quel che hanno intercettato dieci anni dopo i grillini, anche se io, anarchico e radicale convinto, post Pannella e pro Bonino, avrei fatto una distinzione: non si può dire che il Pd è uguale al Pdl...».
Mettere in fila, dopo «L’uomo più semplice» («in realtà io sono complicato, poi bisognerebbe parlare dell’uomo malvagio e di Fromm»), testi come «Stupendo», «C’è chi dice no» e «Gli spari sopra», è importante. «È sempre stato facile fare delle ingiustizie, prendere, manipolare, far credere, ma adesso state più attenti! Non sorridete...gli spari sopra...sono per voi». Dice che «una canzone come “Siamo solo noi” non sarebbe mai nata senza “Quelli che” di Jannacci. E che a 13 anni era un fan di Little Tony».

MA IL PUGNO nello stomaco arriva con il medley fra «Mi si escludeva» e «Asilo Republic». Dove il bambino «che vola dalla finestra è in realtà l’anarchico Pinelli». Il gioco erotico e malizioso di ballatone e rock fa il resto e mancia.
Parla della dipendenza totale da Facebook. Di una rinascita: «Sono più curioso nei confronti della vita. E questo mi dà gioia». Ha pezzi nuovi nel cassetto e dopo il tour andrà a Los Angeles (buon segno). Vorrebbbe mettere gli inediti subito in rete.
Concerto dal tiro potente, arrangiamenti eleganti, chitarre tonanti, dettagli intriganti (con la stessa band). Il migliore, finché la memoria mi sorregge.