{{IMG_SX}}Gela (Caltanissetta), 26 novembre 2007 - "Ho fatto semplicemente da 'postino' rispetto ad una richiesta che mi era pervenuta dal presidente della Corte d'Appello di Messina e l'ho girata al direttore generale della Rai e il presidente della Commissione di vigilanza. Dopodichè il direttore generale ha preso le sue buone misure".

 

Così il ministro della Giustizia Clemente Mastella, a Gela (Caltanissetta) per incontrare i vertici della magistratura, torna a parlare delle polemiche sorte dopo lo stop alla fiction 'La vita rubata' che racconta la vita e la morte della giovanissima Graziella Campagna, nei pressi di Messina, per avere scoperto l'identità di un boss latitante.

 

"Ho visto che c'è stata qualche polemica -ha proseguito Mastella- capisco ed è comprensibile, ma so anche che non ero ministro quando c'è stato questo rallentamento", riferendosi al processo-lumaca che va avanti da anni. "Anzi -ha concluso il Guardasigilli- per quanto mi riguarda, ho esercitato le mie prerogative. C'è stata anche un'inchiesta che io ho determinato. Ho messo in piedi, insomma, tutti gli elementi valutativi e non so che riscontro avranno". 

 

"IL CAPO DEI CAPI"

"Non credo che la tv, neppure quella privata, possa inneggiare al capo dei capi. Andrebbe fermata. Il capo dei capi è un farabutto. Non credo si possa battere la mafia se non crescono i valori nella società. Quando si inneggia a un camorrista, a un mafioso, questo mi spaventa".

 

Lo ha detto il ministro alla Giustizia, Clemente Mastella, oggi a Gela, intervenuto anche sulle polemiche relative alla fiction "Il capo dei capi". La passeggiata del ministro è stata seguita a breve distanza da 5 giovani imbavagliati che portavano in mano uno striscione con scritto "imbavagliati come De Magistris".