Morte di Maddalena Urbani, il pusher accusato di omicidio è stato condannato per spaccio

Il 64enne Abdul Aziz Rajab condannato per spaccio. La 21enne, figlia del medico eroe che isolò il virus Sars, era stata trovata morta nel suo appartamento: l'accusa è di non aver chiamato i soccorsi che avrebbero poturo salvarla

Il medico infettivologo Carlo Urbani, scopritore della Sars

Il medico infettivologo Carlo Urbani, scopritore della Sars

Roma, 18 ottobre 2021 – È stato condannato per droga Abdul Aziz Rajab, il pusher siriano nella cui abitazione è stata trovata morta la 21enne Maddalena Urbani, figlia dei Carlo, il medico-eroe che per primo isolò il virus della Sars. Lo spacciatore, 64enne, è stato condannato oggi in rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi per detenzione di droga finalizzata allo spaccio.

La vicenda è legata al ritrovamento di alcune dosi di eroina nel suo appartamento, in zona Cassia, dove lo scorso 27 marzo la ragazza sentì male per un mix di droghe e psicofarmaci. Secondo l’accusa, l’uomo non avrebbe chiamato i soccorsi che forse avrebbero potuto salvare la vita a Maddalena Urbani. Rajab difeso dall'avvocato Andrea Palmiero, è in carcere e rimane indagato per omicidio nell'ambito dell'inchiesta sulla morte della ragazza. Tra le accuse, anche l’eventuale dolo per non aver chiamato direttamente i soccorsi, che forse avrebbero potuto salvare la vita alla ragazza. Il pusher aveva fatto intervenire delle persone non qualificate, che avevano cercato, senza alcun esito, di salvarla.

La ricostruzione dei fatti

Secondo una prima ricostruzione dei fatti accaduti in quelle terribili ore, la ragazza avrebbe abusato di oppiacei. A chiamare il 118 era stata un'amica, di origini straniere ma nata in Italia, che aveva conosciuto la Urbani circa un mese prima a Perugia. Le due erano arrivate a Roma insieme il giorno precedente la morta, il 26 marzo, viaggiando in treno. La testimone ha riferito alla polizia che Maddalena si era sentita male già nel pomeriggio “a causa del troppo alcool ingerito”, ma una volta giunta nell'abitazione dell'amico siriano pare si fosse leggermente ripresa.

Aveva dormito tutta la notte, ma l'amica - dopo essere rientrata dalla spesa all'ora di pranzo del 27 marzo - si accorge che Maddalena non respirava più. Le verifiche dei tabulati telefonici del siriano e le dichiarazioni dell’amica hanno consentito agli inquirenti di accertare che quella notte era stata proprio quella ragazza a chiamare due suoi conoscenti, un rumeno ed un italiano, per soccorrere la Urbani.