Danilo Coppola condannato per bancarotta. L'immobiliarista: "Non so se mi costituirò"

Condanna definitiva a sette anni per la tentata estorsione a Prelios. All'indomani della sentenza l'imprenditore romano, latitante in Svizzera, attacca i pm dai social

Danilo Coppola in un'aula del palazzo di Giustizia di Milano nel 2018

Danilo Coppola in un'aula del palazzo di Giustizia di Milano nel 2018

Roma, 2 luglio 2022 - "Con la sentenza di ieri della Cassazione la giustizia è stata sconfitta". Così Danilo Coppola sui social commenta il verdetto della Cassazione che ieri  1 luglio ha confermato la sua condanna a 7 anni per bancarotta fraudolenta per la tentata estorsione ai danni di Prelios, la sgr proprietaria del complesso Porta Vittoria a Milano. Latitante in Svizzera, l'immobiliarista romano, ex azionista di Mediobanca,  è noto per essere stato tra i 'furbetti del quartierino' a tentare la scalata ad Antonveneta e Bnl.  "Non so se mi costituirò, devo vagliare bene le cose con i miei legali - aggiunge Coppola -. Io non ho accettato di patteggiare a 4 anni perché sono innocente, se fossi stato colpevole avrei accettato il patteggiamento senza fare un giorno di carcere".  

Chi è Danilo Coppola

Danilo Coppola, 55 anni, due figli, al 21esimo posto nella classifica degli uomini più ricchi d'Italia, è nato a Roma da una famiglia siciliana che per alcune generazioni ha risieduto in Marocco. Nel 1995, a 28 anni, dopo aver perso il padre Paolo, si mette alla guida dell'attività immobiliare di famiglia composta da ville, terreni, centri commerciali, residenze di lusso. Parte da qui la sua controversa scalta dal mondo immobiare romano a quello milanese.

Il primo verdetto definitivo

Per Coppola - finito al centro di numerose inchieste dagli esiti alterni - si tratta del primo verdetto definitivo di colpevolezza che passa in giudicato. "La sentenza è definitiva, ora vedremo se e come partirà l'esecuzione della pena", ha commentato l'avvocato Ivano Chiesa, legale di Coppola, che aspetta di capire se "l'annullamento con rinvio solo per la pena accessoria" bloccherà o meno l'esecuzione della pena principale. Gli 'ermellini' hanno infatti ritenuto legittimo quanto stabilito - dalla Corte di Appello di Milano il 17 luglio 2020 - nell'ambito del processo per il crac della società Parco Vittoria, ora di proprietà del fondo Prelios che ha acquisito il complesso immobiliare nel capoluogo lombardo per il quale c'è un progetto di rilancio urbano e riqualificazione del valore di circa 200 milioni di euro. 

Il nodo dell'estradizione

Adesso occorre vedere se la Svizzera, quando la magistratura italiana avanzerà la domanda, concederà l'estradizione dell'immobiliarista dopo che le autorità elvetiche lo scorso 24 maggio - in quanto nel loro ordinamento non prevedono come reato il tentativo di estorsione - hanno negato la consegna di Coppola chiesta dalla Procura di Milano in relazione al procedimento che vede l'immobiliarista indagato per la tentata estorsione a Prelios. 

Editori per la finanza, Tikal, Epf Comunicazione e le altre questioni aperte

Ma i guai processuali di Coppola non finiscono qui. È infatti imputato nel processo in fase preliminare per bancarotta per il fallimento nel 2015 della srl 'Editori per la finanza', di cui sarebbe stato, 'amministratore di fatto'. Secondo le indagini dei pm di Milano avrebbe causato il crac con "operazioni dolose" nonostante la società fosse "in stato di dissesto quantomeno dal dicembre 2009". 

L'immobiliarista è a giudizio anche per il fallimento di Tikal srl, sempre del 2015, "attività sociale" mandata avanti "nonostante il patrimonio netto fosse già negativo" a fine 2006 "per circa 70 milioni di euro". E poi ancora per il crac di Epf Comunicazione srl del marzo 2015 con 45mila euro girati, secondo i pm, nel 2012 alla "madre di Coppola". 

In più un'imputazione per "sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte" nella quale si ricorda che il "Gruppo Coppola spa e le sue controllate"  avevano "nel 2013 debiti tributari di ammontare complessivo superiore a 250 milioni di euro". E sarebbero stati sottratti al Fisco "garanzie patrimoniali dirette e indirette del Coppola" per circa "15 milioni di dollari Usa".

Intanto dalla Svizzera l'immobiliarista - che si vanta di avere ancora un ingente patrimonio nonostante i sequestri di ville e beni - continua a postare sui suoi social video nei quali attacca i pm milanesi e romani. L'ultimo ha la data di oggi: "La giustizia è stata sconfitta".