Nina Fabrizio
CAMPOBASSO
«NON portare a casa il pane toglie la dignità». Lo dice chiaro e tondo papa Francesco abbracciando i 300 mila fedeli che dal Molise e dintorni si sono radunati a Campobasso e Isernia per la sua quinta visita in Italia. Cè il dramma del lavoro in primo piano per Bergoglio che va a portare di persona il suo messaggio di speranza in una regione dove la crisi ha picchiato duro, mandando in fuga soprattutto i giovani. Qui nellultimo anno il tasso di disoccupazione è salito drasticamente di tre punti, dal 12 al 15%. Impressionante il dato se si guarda alla fascia-giovani: tocca la punta del 50%, in pratica uno su due non ha unoccupazione stabile. Ma Francesco interpreta anche il desiderio di riscossa di una parte dItalia che non vuole arrendersi e lancia così il suo appello alle istituzioni per un «patto per il lavoro». Mettere cioè insieme le varie forze in campo in una prospettiva di solidarietà e con una strategia concordata a livello nazionale.
GIUNTO di buon mattino in una Campobasso blindata, il primo incontro di Francesco è stato proprio con il mondo del lavoro e dellindustria locali. Già qui ha incoraggiato a «rompere gli schemi» per uno sviluppo che «sappia rispettare il creato» e ha dato la sua adesione al tentativo in campo nella regione del Meridione di lanciare un progetto condiviso per loccupazione locale. Del resto, ha quasi gridato Bergoglio, il problema non è rimediare un pasto ma «non portare il pane a casa» perché ciò «toglie la dignità». Bisogna insistere, secondo il Papa, sulla «cultura della solidarietà», «senza gelosie, senza partiti, senza chiacchiere» ha anche ammonito riferendosi in questo passaggio alla comunità cristiana. Cè da salvaguardare, per Francesco, una dignità dinsieme delluomo che concili i tempi del lavoro con quelli della famiglia e che non sacrifichi la domenica festiva.
DOPO la messa, il suo abbraccio ai malati, il pranzo con i poveri della Caritas (menù fettuccine ai funghi e specialità locali), una tappa al carcere di Isernia e quindi lincontro con la cittadinanza. In mezzo, il toccante incontro con i giovani molisani e abruzzesi a Castelpetroso. A loro Francesco ha riproposto con forza il suo slogan a non lasciarsi rubare la speranza, «non bruciate la vostra vita», li ha esortati, «camminate» verso grandi ideali. La piaga della disoccupazione e il tema del lavoro sono stati al centro di tutti gli appuntamenti della densa giornata e persino, infine, nella proclamazione, da Isernia, dellanno giubilare celestiniano a 800 anni dalla nascita di Celestino V, il Papa del gran rifiuto, definito da Bergoglio, unoccasione che non è «una fuga dalla realtà», ma una risposta evangelica e di misericordia che dia «forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per uneconomia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto».
CAMPOBASSO
«NON portare a casa il pane toglie la dignità». Lo dice chiaro e tondo papa Francesco abbracciando i 300 mila fedeli che dal Molise e dintorni si sono radunati a Campobasso e Isernia per la sua quinta visita in Italia. Cè il dramma del lavoro in primo piano per Bergoglio che va a portare di persona il suo messaggio di speranza in una regione dove la crisi ha picchiato duro, mandando in fuga soprattutto i giovani. Qui nellultimo anno il tasso di disoccupazione è salito drasticamente di tre punti, dal 12 al 15%. Impressionante il dato se si guarda alla fascia-giovani: tocca la punta del 50%, in pratica uno su due non ha unoccupazione stabile. Ma Francesco interpreta anche il desiderio di riscossa di una parte dItalia che non vuole arrendersi e lancia così il suo appello alle istituzioni per un «patto per il lavoro». Mettere cioè insieme le varie forze in campo in una prospettiva di solidarietà e con una strategia concordata a livello nazionale.
GIUNTO di buon mattino in una Campobasso blindata, il primo incontro di Francesco è stato proprio con il mondo del lavoro e dellindustria locali. Già qui ha incoraggiato a «rompere gli schemi» per uno sviluppo che «sappia rispettare il creato» e ha dato la sua adesione al tentativo in campo nella regione del Meridione di lanciare un progetto condiviso per loccupazione locale. Del resto, ha quasi gridato Bergoglio, il problema non è rimediare un pasto ma «non portare il pane a casa» perché ciò «toglie la dignità». Bisogna insistere, secondo il Papa, sulla «cultura della solidarietà», «senza gelosie, senza partiti, senza chiacchiere» ha anche ammonito riferendosi in questo passaggio alla comunità cristiana. Cè da salvaguardare, per Francesco, una dignità dinsieme delluomo che concili i tempi del lavoro con quelli della famiglia e che non sacrifichi la domenica festiva.
DOPO la messa, il suo abbraccio ai malati, il pranzo con i poveri della Caritas (menù fettuccine ai funghi e specialità locali), una tappa al carcere di Isernia e quindi lincontro con la cittadinanza. In mezzo, il toccante incontro con i giovani molisani e abruzzesi a Castelpetroso. A loro Francesco ha riproposto con forza il suo slogan a non lasciarsi rubare la speranza, «non bruciate la vostra vita», li ha esortati, «camminate» verso grandi ideali. La piaga della disoccupazione e il tema del lavoro sono stati al centro di tutti gli appuntamenti della densa giornata e persino, infine, nella proclamazione, da Isernia, dellanno giubilare celestiniano a 800 anni dalla nascita di Celestino V, il Papa del gran rifiuto, definito da Bergoglio, unoccasione che non è «una fuga dalla realtà», ma una risposta evangelica e di misericordia che dia «forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per uneconomia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto».
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