Giovanni Serafini
PARIGI
È USCITO ieri mattina presto dalla lussuosa villa di Carla Bruni nel sedicesimo arrondissement di Parigi. Unauto dai vetri neri lo ha condotto in un commissariato di polizia a Nanterre, nella periferia nord della capitale. Lì, per ordine dei magistrati, è stato posto in garde a vue, in stato di fermo. Poi, in tarda serata, è stato trasferito verso il pool di giudici che indagano sugli affari finanziari.
È iniziata in questo modo la rude giornata di Nicolas Sarkozy, lex presidente della Repubblica che dal 2012, da quando venne sconfitto da François Hollande alle elezioni, non gode più dellimmunità presidenziale. Per la destra Ump, già lacerata da feroci faide interne e a sua volta sotto inchiesta, è una bomba a scoppio ritardato che non potrà non avere conseguenze. È la prima volta in Francia che un ex presidente della Repubblica finisce in garde a vue: i magistrati possono tenerlo in stato di fermo per 48 ore, trascorse le quali possono incriminarlo, rilasciarlo o citarlo in giudizio in qualità di testimone.
Nicolas Sarkozy è indagato nellambito di una vicenda di intercettazioni telefoniche con laccusa di concussione e violazione del segreto istruttorio. I giudici sospettano che abbia corrotto un alto magistrato per ottenere informazioni relative a inchieste giudiziarie in corso nei suoi confronti, in particolare per quanto riguarda il dossier Bettencourt. Tutto è nato dalle indagini avviate nellaprile 2013 su un presunto finanziamento del leader libico Gheddafi alla campagna presidenziale che Sarkozy condusse (e vinse) nel 2007. Le due donne titolari dellinchiesta, i giudici Patricia Simon e Claire Thepaut, misero sotto ascolto i cellulari dei ministri Claude Guéant e Brice Hortefeux e quello dello stasso Sarkozy. Fu ascoltando le conversazioni dellex capo dello Stato con il suo avvocato Thierry Herzog che gli inquirenti scoprirono lesistenza di altri cellulari intestati a nomi fittizi (Paul Bismuth per Nicolas Sarkozy), usati dai due per comunicazioni riservate. Grazie alle registrazioni effettuate i giudici ebbero la prova che Sarkozy ed Herzog erano al corrente di tutti i dettagli del procedimento giudiziario relativo a Liliane Bettencourt, la miliardaria de LOréal che avrebbe a sua volta finanziato Sarkozy. La gola profonda era, secondo laccusa, lavvocato generale della Cassazione Gilbert Azibert (anchegli messo sotto inchiesta), grande amico di Herzog, che aspirava ad una promozione e a un redditizio trasferimento a Monaco. Guarda caso, poche settimane dopo Sarkò si recò a Monaco con Herzog per far pressione, sostengono gli inquirenti, sulle autorità monegasche affinché Azibert ottenesse quel che chiedeva.
LA DECISIONE di Patricia Simona e Claire Thepaut è stata immediata: le abitazioni e gli uffici di Azibert ed Herzog sono state perquisite; i due sono stati posti in stato di fermo e messi a confronto ieri con lo stesso Sarkozy. Un terzo giudice, Patrice Sassouist, è finito in garde a vue. Si indaga anche sulle misteriose agendine sequestrate a suo tempo a Sarkozy, che questultimo cercò in ogni modo, senza successo, di recuperare: in quelle pagine ci sarebbero indicazioni preziose sullarbitrato deciso dallallora ministro delleconomia Christine Lagarde, che si concluse in modo sfacciatamente favorevole al discusso uomo daffari Bernard Tapie (ottenne oltre 400 milioni di euro). Il reato di corruzione in atti giudiziari è punito in Francia con 5 anni di reclusione e 500 mila euro di ammenda.
In seno allUmp, il partito di Sarkò, prevalgono lo sgomento e la rabbia: è una persecuzione, un complotto per impedire il suo ritorno in politica, dicono i suoi amici.
PARIGI
È USCITO ieri mattina presto dalla lussuosa villa di Carla Bruni nel sedicesimo arrondissement di Parigi. Unauto dai vetri neri lo ha condotto in un commissariato di polizia a Nanterre, nella periferia nord della capitale. Lì, per ordine dei magistrati, è stato posto in garde a vue, in stato di fermo. Poi, in tarda serata, è stato trasferito verso il pool di giudici che indagano sugli affari finanziari.
È iniziata in questo modo la rude giornata di Nicolas Sarkozy, lex presidente della Repubblica che dal 2012, da quando venne sconfitto da François Hollande alle elezioni, non gode più dellimmunità presidenziale. Per la destra Ump, già lacerata da feroci faide interne e a sua volta sotto inchiesta, è una bomba a scoppio ritardato che non potrà non avere conseguenze. È la prima volta in Francia che un ex presidente della Repubblica finisce in garde a vue: i magistrati possono tenerlo in stato di fermo per 48 ore, trascorse le quali possono incriminarlo, rilasciarlo o citarlo in giudizio in qualità di testimone.
Nicolas Sarkozy è indagato nellambito di una vicenda di intercettazioni telefoniche con laccusa di concussione e violazione del segreto istruttorio. I giudici sospettano che abbia corrotto un alto magistrato per ottenere informazioni relative a inchieste giudiziarie in corso nei suoi confronti, in particolare per quanto riguarda il dossier Bettencourt. Tutto è nato dalle indagini avviate nellaprile 2013 su un presunto finanziamento del leader libico Gheddafi alla campagna presidenziale che Sarkozy condusse (e vinse) nel 2007. Le due donne titolari dellinchiesta, i giudici Patricia Simon e Claire Thepaut, misero sotto ascolto i cellulari dei ministri Claude Guéant e Brice Hortefeux e quello dello stasso Sarkozy. Fu ascoltando le conversazioni dellex capo dello Stato con il suo avvocato Thierry Herzog che gli inquirenti scoprirono lesistenza di altri cellulari intestati a nomi fittizi (Paul Bismuth per Nicolas Sarkozy), usati dai due per comunicazioni riservate. Grazie alle registrazioni effettuate i giudici ebbero la prova che Sarkozy ed Herzog erano al corrente di tutti i dettagli del procedimento giudiziario relativo a Liliane Bettencourt, la miliardaria de LOréal che avrebbe a sua volta finanziato Sarkozy. La gola profonda era, secondo laccusa, lavvocato generale della Cassazione Gilbert Azibert (anchegli messo sotto inchiesta), grande amico di Herzog, che aspirava ad una promozione e a un redditizio trasferimento a Monaco. Guarda caso, poche settimane dopo Sarkò si recò a Monaco con Herzog per far pressione, sostengono gli inquirenti, sulle autorità monegasche affinché Azibert ottenesse quel che chiedeva.
LA DECISIONE di Patricia Simona e Claire Thepaut è stata immediata: le abitazioni e gli uffici di Azibert ed Herzog sono state perquisite; i due sono stati posti in stato di fermo e messi a confronto ieri con lo stesso Sarkozy. Un terzo giudice, Patrice Sassouist, è finito in garde a vue. Si indaga anche sulle misteriose agendine sequestrate a suo tempo a Sarkozy, che questultimo cercò in ogni modo, senza successo, di recuperare: in quelle pagine ci sarebbero indicazioni preziose sullarbitrato deciso dallallora ministro delleconomia Christine Lagarde, che si concluse in modo sfacciatamente favorevole al discusso uomo daffari Bernard Tapie (ottenne oltre 400 milioni di euro). Il reato di corruzione in atti giudiziari è punito in Francia con 5 anni di reclusione e 500 mila euro di ammenda.
In seno allUmp, il partito di Sarkò, prevalgono lo sgomento e la rabbia: è una persecuzione, un complotto per impedire il suo ritorno in politica, dicono i suoi amici.
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