Elena G. Polidori
ROMA
CERCASI

disperatamente fidanzato per Maria Elena Boschi, ministro della Repubblica, la più giovane del team Renzi, presenza mai inosservata e non solo per via dei tacchi vertiginosi che indossa. Eppure, sola. Già, la titolare delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento non ha un fidanzato e confessa di sognare una famiglia, numerosa almeno quanto quella del presidente del Consiglio: «Figli? Ne vorrei tre — ha infatti rivelato in un’intervista a Vanity Fair, che la ritrae in copertina — e a volte penso di essere già in grave ritardo; desidero molto trovare un compagno. Sono single da un anno e la vita di coppia mi manca. Torno tardi dal lavoro, la casa è sempre vuota, sono lì da sola a bermi una tazza di latte e magari ho passato la giornata a discutere di emendamenti con uno dell’opposizione. Vorrei almeno trascorrere il mio tempo libero con qualcuno con cui sognare un futuro insieme».

È LA VITA

di una giovane donna schiacciata da responsabilità pesanti, che trova rifugio nel sogno di una maternità al momento, però, negata. Per mancanza di fidanzato. Nell’intervista, Boschi risponde alle critiche che le sono piovute su più fronti e alle quali cerca «di reagire con il sorriso e di non farmi scoraggiare però se un attacco viene da una donna mi ferisce di più. Perché tutte le donne sanno benissimo che, rispetto agli uomini, la fatica è doppia. Dobbiamo dimostrare di essere due volte più brave e non è un luogo comune». Boschi è cattolica e questo si riverbera in tutto il suo impegno politico, anche se l’approccio, soprattutto rispetto ai temi etici, è laico.

IL SUO DESIDERIO

di maternità traspare nell’enfasi con cui parla della fecondazione assistita e dei tentativi delle sue amiche («alcune sono andate in Spagna più volte con costi notevoli e spesso senza risultati, bisognerebbe poter fare di più») e anche su come la pensa in merito all’aborto («la legge che è stata poco o per nulla attuata, non giudico chi decide di abortire, ma io non potrei mai farlo»). Titubante, infine, su adozioni e coppie gay: «Niente in contrario, ma troppo spesso si usa questo tema per far saltare il banco della discussione sulla parità dei diritti. Cominciamo a riconoscere la parità tra coppie gay ed etero e poi aspettiamo che il Paese sia davvero pronto ad accogliere le ‘nuove’ famiglie».