Stefano Grassi
ROMA
OLTRE 64.000

aspiranti medici, su un totale di 83.011 candidati per l’accesso ai corsi universitari a numero programmato, hanno svolto ieri mattina i test sperando di classificarsi tra i 10.551 ammessi alle facoltà di Medicina e Odontoiatria. Sessanta le domande di cultura generale, discipline di riferimento e logica in cui si sono cimentati i ragazzi nei 100 minuti regolamentari. Tra i quesiti di cultura generale a risposta multipla, svelano alcuni tweet, «come si riforma un articolo della Costituzione?», e riferimenti a Rita Levi Montalcini, Chomsky e Hobsbawm. Ma appena terminati i test già fioccavano le segnalazioni di irregolarità tramite le app predisposte dalle associazioni degli studenti. Il caso più clamoroso a Bari, dove il plico delle prove è risultato manomesso. È intervenuta anche la polizia, ma poi il test si è svolto in modo regolare, almeno secondo il rettorato.

SI PROSEGUE

oggi con Veterinaria, dove sono in palio 774 posti e giovedì con Architettura per 7.621 ammissioni. In 4.954 parteciperanno poi alle selezioni dei corsi di Medicina in lingua inglese, con test programmato il prossimo 29 aprile in 19 paesi, Italia compresa. Si segnala comunque un notevole calo degli iscritti. Per Medicina e Odontoiatria sono stati 64.187 contro i 74.312 dello scorso anno, quando i partecipanti effettivi alle prove furono 69.073. Per Veterinaria 6.940 candidati contro gli 8.902 di un anno fa. Mentre per Architettura gli iscritti ai test sono 11.884 contro i 16.651 del 2013 di cui poi solo 14.877 si presentarono in aula. Il portale Skuola.net rivela che un’aspirante matricola su quattro ha ammesso d’aver copiato. In concomitanza con i test, gruppi di studenti si sono mobilitati in diversi atenei per denunciare le storture del numero chiuso. A Roma, Milano, Padova, Bologna e Torino con flash-mob, presìdi e blitz notturni con l’affissione di striscioni, i giovani hanno ribadito la propria contrarietà a un sistema di selezione «discriminante e sbagliato che mette sotto scacco il futuro di un’intera generazione». Anche perché, spiegano, «i test, nati per calmierare le professioni, oggi non tengono più conto del fabbisogno sociale di medici o dentisti, ridotti come sono a una questione economica delle università che possono gestire un numero limitato di iscritti!», concludendo che anche «la data assurda di aprile è figlia di questa logica». Affermazione, quest’ultima, contestata dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per la quale l’anticipazione ad aprile «dovrebbe servire per dare agli studenti più possibilità di programmazione. Si devono cambiare le cose quando non funzionano», dice ancora il ministro, che conclude: «Se ci renderemo conto che i risultati non sono quelli attesi allora ci muoveremo».

MA, OSSERVA

il Codacons, che se «si vuole davvero investire seriamente nella scuola è evidente che i test vanno eliminati e, semmai, va fatto come in Francia, dove la selezione avviene nel primo anno di università. Le matricole del corso di Medicina devono finire il primo anno avendo sostenuto tutti gli esami». L’associazione dei consumatori ricorda infine come «lo scorso anno centinaia di studenti furono riammessi alle facoltà dal Tar del Lazio».