Washington, 30 giugno 2013 - MA ALLORA non ci lasciate nulla a cui credere? Il telefono rosso, la linea calda che avrebbe dovuto salvare il mondo dalla catastrofe nucleare, era un’invenzione cinematografica. Mai esistito, rivela lo Smithsonian Museum. Era proprio un telefono scarlatto, neanche tanto elegante, ricordava uno di quei giocattoli che si regalavano prima degli aggeggi elettronici, ai bambini che volevano giocare a fare i grandi. Anche i grandi giocavano come i bambini? In caso di crisi, il presidente nella Casa Bianca, e lo zar sovietico al Cremlino, alzavano la cornetta per dirsi: «Ma sei mica pazzo? Finiamola qui, richiama indietro i tuoi caccia». O i missili con la testata atomica. In quanti film abbiamo visto questa scenetta?

NEANCHE le superpotenze negli Anni Sessanta avevano la tecnologia sufficiente per creare una linea ultrariservata di 16mila chilometri, rivela il museo americano. In un momento di tensione meglio confidare sui documenti scritti, trasmessi con una normale telescrivente, che alle conversazioni di due leader, tradotte dagli interpreti. Si dimentica un ‘niet’, e la vecchia Europa viene polverizzata. Il sistema, messo a punto dalla Harris Corporation, comprendeva due telescriventi, un circuito a doppio filo che andava da Washington a Mosca, passando da Londra-Copenhagen-Stoccolma e Helsinki, e un secondo circuito per il radiotelegrafo via Tangeri. I messaggi venivano scritti rispettivamente in russo e in inglese e tradotti quando giungevano a destinazione.
Nell’ottobre del ’62, si rischiò la terza guerra mondiale per i missili che l’Urss voleva installare a Cuba. Kennedy mandò le sue corazzate a fermare le navi di Kruscev dirette ai Caraibi. Chi avrebbe ceduto per primo? I generali sono pericolosi, si concluse, la prossima volta ci parliamo di persona. Per spedire e tradurre un messaggio di tremila parole inviato da Nikita a John si erano perdute dodici ore. Un tempo pericolosamente lungo. E nacque la ‘hotline’, la linea calda per l’appunto. La hotline venne utilizzata per la prima volta nel 1967 durante la ‘Guerra dei sei giorni’, tra Lyndon Johnson e il Cremlino. Nel 1971, si rivela oggi, si passò a un collegamento satellitare sempre riservato a telescriventi, nel 1980 si giunse al fax; nel 2008 si realizza un collegamento a fibre ottiche per le email. Mai, però, un vero telefono. Chi ha in mano i destini del mondo dichiarerà guerra o salverà la pace parlando su facebook o con un twitter?
Peter Sellers nel ‘Dottor Stranamore’ di Stanley Kubrick, scatena il conflitto e cavalca il missile come un cowboy alla Bush. La hotline appare in ben due film di 007, in ‘Moonraker’ del 1979, e in ‘Solo per i tuoi occhi’, due anni dopo. James Bond è britannico e al telefono parla anche la sua capa Margareth Thatcher. C’è anche una pellicola con Ilona Staller, del 1985, ‘Hotline’, ma Cicciolina usa il telefono per altri giochi, sempre proibiti. Intanto i giornali mostrano il telefono rosso portatile: quando è in viaggio, il presidente Usa si porta dietro una valigetta con la hotline. Potrà chiamare l’Urss anche quando è in vacanza, o in visita da noi. Rassicurante. Oppure no?

IO NON CREDO ai complotti, alle teorie strampalate sull’undici settembre, e via dicendo, ma ora sarà più difficile convincere quelli sicuri che non siamo mai andati sulla Luna e che tutto fu messo in scena in uno studio a Hollywood. Alla semplice realtà non vuol credere nessuno. Il ‘muro’ vent’anni dopo, non cadde grazie a Gorbaciov o Reagan o papa Wojtyla. Ma per opera di un giovanotto, il diciottenne Matthias Rust, che il 28 maggio del 1987, atterrò indisturbato con il suo Cessna nella Piazza Rossa. I sistemi di difesa sovietici erano inefficienti, e lo scudo spaziale americano, che sarebbe costato migliaia di miliardi di dollari, non sarebbe servito, se non alle fabbriche belliche. E si iniziò a smantellare la cortina di ferro, o almeno a pensarci. Quale sceneggiatore cinematografico avrebbe mai pensato a un volo così incredibile? Si può inventare tutto, tranne la realtà, che è sempre troppo incredibile.

 

di Roberto Giardina