UDINE
LA CRONACA NERA è punteggiata anche di tante famiglie per bene, di brave persone, di uomini tranquilli e nemmeno il giallo di Udine sfugge a questo cliché. Non trovi una sola persona che abbia dubbi sulla figura di Mirco Sacher, che avrebbe compiuto i 67 anni alla fine dellestate, da dodici pensionato delle ferrovie, una sola, conosciuta passione. Non è per una donna, per il gioco, o per altre debolezze, ma per il calcio. Originario di Udine, viveva da solo, dopo la morte della madre, avvenuta già qualche anno fa, in un appartamento popolare in via Strassoldo, periferia sud-est della città.
«UNA DELLE PERSONE più tranquille che io abbia mai conosciuto dice il figlio del tabaccaio dove lex ferroviere si riforniva abitualmente non aveva mai avuto il minimo screzio con nessuno del quartiere». Nei posti che frequentava in zona, «mai nessuno lha sentito parlare di donne, non sembrava certo il tipo di persona che da single va in giro a cercare compagnia. E poi, mai unamicizia poco raccomandabile». Insomma, una persona senza ombre, stando alle voci delle persone che lo conoscevano.
Nel piccolo mondo di Mirco Sacher, amico del padre di una delle due ragazzine che sostengono di averlo ucciso, il pallone riempiva parecchio.
Frequentava i bar per vedersi le partite, ma amava anche il calcio dilettantistico e per parecchio tempo è stato dirigente e accompagnatore del Cussignacco, la squadra della frazione dove a lungo ha vissuto.
OGNI TANTO incontrava gli ex colleghi di lavoro, con i quali aveva mantenuto buoni rapporti e anche loro, che lo hanno conosciuto molto bene nel corso degli anni, lo descrivono come una persona senza ombre, senza doppia vita: riservato, certamente, ma anche molto tranquillo, senza grilli per la testa.
Sacher ha una sorella che vive in provincia di Udine. Una vita trascorsa a fare il meccanico, prima in unautofficina, poi da dipendente delle Ferrovie. Negli ultimi anni, prima della pensione, si è occupato di tappezzerie dei treni nei capannoni dello scalo di via Buttrio, proprio la zona alla periferia Est di Udine dove è stato ritrovato il suo corpo senza vita.
l. s.
LA CRONACA NERA è punteggiata anche di tante famiglie per bene, di brave persone, di uomini tranquilli e nemmeno il giallo di Udine sfugge a questo cliché. Non trovi una sola persona che abbia dubbi sulla figura di Mirco Sacher, che avrebbe compiuto i 67 anni alla fine dellestate, da dodici pensionato delle ferrovie, una sola, conosciuta passione. Non è per una donna, per il gioco, o per altre debolezze, ma per il calcio. Originario di Udine, viveva da solo, dopo la morte della madre, avvenuta già qualche anno fa, in un appartamento popolare in via Strassoldo, periferia sud-est della città.
«UNA DELLE PERSONE più tranquille che io abbia mai conosciuto dice il figlio del tabaccaio dove lex ferroviere si riforniva abitualmente non aveva mai avuto il minimo screzio con nessuno del quartiere». Nei posti che frequentava in zona, «mai nessuno lha sentito parlare di donne, non sembrava certo il tipo di persona che da single va in giro a cercare compagnia. E poi, mai unamicizia poco raccomandabile». Insomma, una persona senza ombre, stando alle voci delle persone che lo conoscevano.
Nel piccolo mondo di Mirco Sacher, amico del padre di una delle due ragazzine che sostengono di averlo ucciso, il pallone riempiva parecchio.
Frequentava i bar per vedersi le partite, ma amava anche il calcio dilettantistico e per parecchio tempo è stato dirigente e accompagnatore del Cussignacco, la squadra della frazione dove a lungo ha vissuto.
OGNI TANTO incontrava gli ex colleghi di lavoro, con i quali aveva mantenuto buoni rapporti e anche loro, che lo hanno conosciuto molto bene nel corso degli anni, lo descrivono come una persona senza ombre, senza doppia vita: riservato, certamente, ma anche molto tranquillo, senza grilli per la testa.
Sacher ha una sorella che vive in provincia di Udine. Una vita trascorsa a fare il meccanico, prima in unautofficina, poi da dipendente delle Ferrovie. Negli ultimi anni, prima della pensione, si è occupato di tappezzerie dei treni nei capannoni dello scalo di via Buttrio, proprio la zona alla periferia Est di Udine dove è stato ritrovato il suo corpo senza vita.
l. s.
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