Alessandro Farruggia
TARANTO
LA SPERANZA è evitare il braccio di ferro con la magistratura tarantina. Rilanciare il dialogo con la visita di venerdì in Puglia dei ministri Passera e Clini. Bloccare la chiusura dellarea a caldo dellimpianto siderurgico, ordinata dal gip Patrizia Todisco, grazie a un accoglimento da parte del Riesame dei tre nuovi ricorsi presentati proprio ieri dallIlva che chiede lannullamento dellordinanza. Ed evitare sia il ricorso alla Consulta che un ipotetico vagheggiato decreto con il quale dichiarare larea dellimpianto Ilva «di interesse strategico» e quindi soggetta a normativa eccezionale.
NELLA VERTENZA Ilva ieri è stato il giorno dellaudizione straordinaria del ministro Clini davanti alle commissioni Attività produttive e Ambiente di Montecitorio. Clini è stato netto nel ribadire la posizione del Governo. «In gioco ha detto è tutto il sistema industriale italiano, laffidabilità dellItalia nei confronti degli investimenti esteri». «Se si chiudono gli impianti a caldo ha ribadito si chiude il centro siderurgico e non solo per una ragione tecnica. A spegnere ci vogliono 8 mesi, poi bisogna risanare e ripartire. E intanto il mercato dellacciaio aspetta lIlva? Non esiste. E per questo ci stiamo attrezzando per sollevare un conflitto di attribuzione». Ma anche qui, con giudizio. «Ci stiamo lavorando e siamo consci che è un modo molto impegnativo di affrontare il tema ha detto ma il 17 agosto saremo a Taranto, dove mi auguro di avere un colloquio con il Procuratore. Se riusciamo a trovare un punto di equilibrio abbiamo risolto i problemi. È infatti necessario collaborare: non siamo impegnati in un conflitto con la magistratura ma impegnati a chiarire le regole. Quanto al decreto durgenza, vorremmo evitarlo perchè così sovrapporremmo procedure a procedure». Pur ricordando che «cè un evidente conflitto tra le disposizioni del Tar e quelle della Procura, con un approccio diverso», Clini è deciso a non andare allo scontro adesso e ha promesso che la nuova istruttoria per lAutorizzazione integrata ambientale sarà conclusa entro il 30 settembre «con interventi sul monitoraggio, dei fenomeni di slopping (emissione di nubi di polveri metalliche rossastre. ndr), interventi sulle cockerie e sui parchi geominerari». Il messaggio alla magistratura è: stiamo già lavorando, non bloccate tutto «facendo venir meno le risorse private per il risanamento ambientale».
PER CONSENTIRE alla magisratura di prendere atto della situazione hanno un ruolo chiave i ricorsi al Riesame da parte dellIlva, nei quali si afferma che lordinanza con la quale il gip ha fermato gli impianti «è radicalmente abnorme» e «si sostanzia nellusurpazione di poteri attribuiti ad altri organi giurisdizionali», come Riesame e Procura, «ai cui spetta, come ha stabilito la Cassazione, lesecuzione del sequestro e lindicazione delle modalità dello stesso».
PAROLE nette che rilanciano la palla al Tribunale del Riesame. Dopo venerdì il quadro sarà più chiaro, ma la città resta divisa tra ambientalisti duri e puri (Verdi e Idv) e ambientalisti moderati e sviluppisti. E anche tra fautori della linea dura (Pdl, Cisl e Uil) o della linea morbida (Pd, Fiom e Vendola) nei confronti della magistratura. Con il governo nel mezzo, a cercare di trattare fino allultimo ma pronto a usare le sue prerogative per non far bloccare tutto.
TARANTO
LA SPERANZA è evitare il braccio di ferro con la magistratura tarantina. Rilanciare il dialogo con la visita di venerdì in Puglia dei ministri Passera e Clini. Bloccare la chiusura dellarea a caldo dellimpianto siderurgico, ordinata dal gip Patrizia Todisco, grazie a un accoglimento da parte del Riesame dei tre nuovi ricorsi presentati proprio ieri dallIlva che chiede lannullamento dellordinanza. Ed evitare sia il ricorso alla Consulta che un ipotetico vagheggiato decreto con il quale dichiarare larea dellimpianto Ilva «di interesse strategico» e quindi soggetta a normativa eccezionale.
NELLA VERTENZA Ilva ieri è stato il giorno dellaudizione straordinaria del ministro Clini davanti alle commissioni Attività produttive e Ambiente di Montecitorio. Clini è stato netto nel ribadire la posizione del Governo. «In gioco ha detto è tutto il sistema industriale italiano, laffidabilità dellItalia nei confronti degli investimenti esteri». «Se si chiudono gli impianti a caldo ha ribadito si chiude il centro siderurgico e non solo per una ragione tecnica. A spegnere ci vogliono 8 mesi, poi bisogna risanare e ripartire. E intanto il mercato dellacciaio aspetta lIlva? Non esiste. E per questo ci stiamo attrezzando per sollevare un conflitto di attribuzione». Ma anche qui, con giudizio. «Ci stiamo lavorando e siamo consci che è un modo molto impegnativo di affrontare il tema ha detto ma il 17 agosto saremo a Taranto, dove mi auguro di avere un colloquio con il Procuratore. Se riusciamo a trovare un punto di equilibrio abbiamo risolto i problemi. È infatti necessario collaborare: non siamo impegnati in un conflitto con la magistratura ma impegnati a chiarire le regole. Quanto al decreto durgenza, vorremmo evitarlo perchè così sovrapporremmo procedure a procedure». Pur ricordando che «cè un evidente conflitto tra le disposizioni del Tar e quelle della Procura, con un approccio diverso», Clini è deciso a non andare allo scontro adesso e ha promesso che la nuova istruttoria per lAutorizzazione integrata ambientale sarà conclusa entro il 30 settembre «con interventi sul monitoraggio, dei fenomeni di slopping (emissione di nubi di polveri metalliche rossastre. ndr), interventi sulle cockerie e sui parchi geominerari». Il messaggio alla magistratura è: stiamo già lavorando, non bloccate tutto «facendo venir meno le risorse private per il risanamento ambientale».
PER CONSENTIRE alla magisratura di prendere atto della situazione hanno un ruolo chiave i ricorsi al Riesame da parte dellIlva, nei quali si afferma che lordinanza con la quale il gip ha fermato gli impianti «è radicalmente abnorme» e «si sostanzia nellusurpazione di poteri attribuiti ad altri organi giurisdizionali», come Riesame e Procura, «ai cui spetta, come ha stabilito la Cassazione, lesecuzione del sequestro e lindicazione delle modalità dello stesso».
PAROLE nette che rilanciano la palla al Tribunale del Riesame. Dopo venerdì il quadro sarà più chiaro, ma la città resta divisa tra ambientalisti duri e puri (Verdi e Idv) e ambientalisti moderati e sviluppisti. E anche tra fautori della linea dura (Pdl, Cisl e Uil) o della linea morbida (Pd, Fiom e Vendola) nei confronti della magistratura. Con il governo nel mezzo, a cercare di trattare fino allultimo ma pronto a usare le sue prerogative per non far bloccare tutto.
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