Giulia Bonezzi
MILANO
SAN SIRO

pieno quasi fino ai suoi ottantamila posti, capace di alzare una ola da partitissima e poi zittire di colpo per trasformarsi, da laicissima Scala del calcio e al limite del rock, in «tempio dello spirito» intorno al Papa. L’incontro di ieri mattina allo stadio Meazza coi cresimandi e i neocresimati dell’Arcidiocesi ambrosiana e le loro famiglie riassume l’abbraccio ristoratore che i milanesi stanno regalando a Benedetto XVI in un momento difficilissimo per lui e per il Vaticano.
«Il Papa sta bene — dice il portavoce padre Federico Lombardi — è molto colpito dall’accoglienza» e sta reggendo egregiamente la tre giorni a tappe serrate che ha già attraversato i tre templi di Milano: Duomo, Scala e San Siro.

DOVE


gli oratori l’accolgono con una coreografia da Olimpiade, i ragazzini scandiscono il suo nome come un coro da stadio e le squadre di casa l’omaggiano con maglie personalizzate «Benedetto 16», consegnate dall’ex capitano del Milan, Franco Baresi, e dall’attuale dell’Inter, Javier Zanetti. Un Ratzinger inedito, pure padre Lombardi confessa che «raramente abbiamo vissuto momenti così coinvolgenti ed entusiasmanti con i giovani». Il Papa li esorta: «In questo famoso stadio di calcio oggi i protagonisti siete voi: tendete ad alti ideali, siate santi! La santità è la via normale del cristiano».
Ai politici, nel pomeriggio, dice invece che «niente è così utile come farsi amare». In Arcivescovado c’è il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, e ci sono un centinaio di rappresentanti delle istituzioni tra cui i vicepresidenti della Camera, Rosy Bindi e Maurizio Lupi. Il discorso del Papa, incardinato su citazioni di Sant’Ambrogio, ribadisce alcuni punti: «Lo Stato è a servizio e tutela della persona», «a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione»; ed è «chiamato a riconoscere l’identità della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita e altresì il diritto primario dei genitori alla libera educazione e formazione dei figli». La «laicità dello Stato ha uno dei principali elementi nell’assicurare la libertà affinché tutti possano proporre la loro visione della vita comune, sempre, però, nel rispetto dell’altro e nel contesto delle leggi che mirano al bene di tutti». Parole apprezzatissime dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e pronunciate davanti al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che nei giorni scorsi ha spinto l’acceleratore per varare entro l’anno il registro delle unioni civili.

MONSIGNOR


Erminio De Scalzi, delegato dell’arcidiocesi per l’Incontro mondiale delle famiglie, aveva stroncato la polemica sul nascere: «Non entro nelle competenze del Comune, Pisapia si consulterà coi suoi collaboratori eletti dai cittadini e agirà come ritiene. Il nostro intento è richiamare l’attenzione sulla famiglia, capitale sociale» meritevole di «politiche sociali adeguate», nelle quali il nostro Paese è «fanalino di coda».