ROMA
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nel vivo il confronto fra Governo e parti sociali sulla riforma del lavoro. «Affronteremo il mercato del lavoro senza nessun dogma né intenzione di dividere i sindacati, ma per cercare una condivisione», ha apiegato ieri il premier. Dopo aver incontrato giovedì il segretario della Cgil Susanna Camusso, il ministro del Lavoro Elsa Fornero incontrerà oggi, separatamente, i segretari di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Domani vedrà il segretario dell’Ugl Giovanni Centrella mentre mercoledì toccherà al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Bonanni e Angeletti dovrebbero mettere sul tavolo la richiesta di rafforzare gli ammortizzatori sociali estendendoli a quei lavoratori «atipici» che finora non hanno goduto di questa copertura. Un altro passo che i sindacati vorrebbero dal Governo è quello di rendere più oneroso per le imprese il lavoro flessibile. Bisogna farlo pagare di più «per renderlo — spiega Bonanni — meno conveniente». Gli ammortizzatori sociali, afferma Angeletti potrebbero essere finanziati anche con parte di quanto recuperato dalla lotta all’evasione fiscale.
I due leader sindacali, come già ha fatto la Camusso, tenteranno di allargare dibattito dal mercato del lavoro al tema delle liberalizzazioni, delle infrastrutture e del fisco. Tutti capitoli di un tema unico: la crescita economica di cui l’Italia ha più che mai bisogno. Crescita che passa per il rilancio dei consumi che a loro volta passano (anche) per la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro dipendente aumentando così i salari netti.

I SINDACATI


dovrebbero chiedere poi la riduzione degli attuali 46 tipi di contratto di lavoro riducendoli a 5. Fra questi ultimi maggiore peso dovrebbe essere dato al contratto di apprendistato principale veicolo di ingresso nel mondo del lavoro per i giovani. Da parte del ministro Fornero è arrivata la proposta di un salario minimo garantito che non ha entusiasmato i sindacati mentre Confindustria ha avvisato che il conseguente onere non può essere sostenuto dalle imprese. Dopo le polemiche dei giorni scorsi l’art.18 ha perso gran parte del suo potenziale esplosivo quando il ministro Fornero ha dichiarato che «c’è tanto da fare sul mercato del lavoro prima di arrivare lì». Ma il tema della flessibilità richiesta dall’Ue sarà un obiettivo da raggiungere. In campo ci sono diverse proposte da quella di Piero Ichino a quella di Cesare Damiano e di Nerozzi-Boeri.